Il peso dei sondaggi nelle scelte dei partiti tra vaccini e riforme Le intenzioni di voto
Nelle ultime settimane sono stati molti i temi al centro del dibattito: dalla campagna vaccinale al ddl Zan, fino alla riforma della giustizia. In questo contesto, i sondaggi potrebbero aver giocato un ruolo importante nel definire le posizioni dei partiti.
venerdì 30 Luglio 2021 | Potere politico
Con l’avvicinarsi della pausa estiva, governo e parlamento hanno cercato di accelerare per chiudere al più presto alcuni dossier molto delicati che hanno scatenato un acceso dibattito. Temi divisivi per i partiti che fanno parte della maggioranza come la campagna vaccinale e il green pass, il Ddl Zan e la riforma della giustizia.
Per quanto riguarda il primo punto la Lega ha tenuto una posizione diversa rispetto agli altri partiti della maggioranza. Il secondo è stata invece una battaglia portata avanti dal Partito democratico. L’ultimo punto infine rappresenta una bandiera del Movimento 5 stelle.
Su tali posizioni ha certamente influito anche l’andamento dei sondaggi. Infatti in una società dove la circolazione delle informazioni è sempre più veloce, leader e forze politiche hanno la necessità di marcare una presenza continua nel dibattito pubblico.
Per motivi diversi, come vedremo, quasi tutti i principali partiti italiani stanno attraversando delle difficoltà. Per questo motivo hanno cercato di intestarsi delle battaglie identitarie con il fine di ricompattare il proprio elettorato. In controtendenza rispetto alle altre principali forze politiche c’è Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni infatti, dai banchi dell’opposizione, sta continuando a raccogliere consensi. Tanto che, secondo alcuni istituti demoscopici, potrebbe essere diventato – virtualmente – il primo partito italiano.
La situazione a luglio 2021
Nell’era dei social network e dell’informazione in tempo reale, leader e forze politiche necessitano di marcare continuamente la propria presenza sui media determinando una sorta di campagna elettorale permanente. I sondaggi sono quindi un “termometro” che ci aiuta a capire quale sia lo stato di salute delle forze politiche e un modo per cercare di interpretare le loro scelte strategiche. A maggior ragione in un contesto come quello attuale. Con quasi tutti i partiti presenti in parlamento che fanno parte della maggioranza, ognuno ha bisogno di ritagliarsi un proprio spazio.
Lega, Partito democratico e Fratelli d’Italia sono ormai testa a testa nei sondaggi.
In base ai sondaggi raccolti nei primi giorni del mese di luglio, la Lega continua ad essere il primo partito con una media di potenziali consensi che si attesta intorno al 20,7%. Il partito di Matteo Salvini però è tallonato da vicino sia dal Partito democratico (19,9%) che da Fratelli d’Italia (19,8%). C’è da dire però che le rilevazioni condotte nelle ultime settimane hanno dato risultati differenti. Secondo alcuni istituti demoscopici infatti, incluso il sondaggio realizzato da Tecné per l’agenzia Dire, il partito di Giorgia Meloni (in costante crescita di popolarità nell’ultimo anno e mezzo) sarebbe già diventato la principale forza politica del paese.
Il consenso ai partiti da gennaio 2020 ad oggi
Media delle percentuali raccolte dai singoli partiti politici nei sondaggi svolti mensilmente
La media aritmetica è calcolata sui primi sondaggi di ogni mese dei seguenti istituti demoscopici: Emg, Ixe, Tecnè, Swg, Euromedia e Ipsos.
La media è stata calcolata sulla base dei primi dati del mese raccolti dai vari istituti demoscopici. Nei mesi estivi (luglio, agosto, settembre) i sondaggi non sono effettuati con regolarità, la media è stata quindi calcolata sulla base dei dati disponibili.
Per il mese di dicembre 2020 non sono disponibili i dati di Ipsos. Per i mesi di gennaio e aprile 2021 non sono disponibili i dati di Ixè. Per agosto 2021 sono disponibili solamente i dati Swg ed Euromedia.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 14 Giugno 2021)
Come possiamo osservare, la Lega è il partito che ha subito il maggior calo di consensi rispetto ad un anno fa. Se a luglio 2020 infatti il Carroccio poteva vantare il 25,3% circa, adesso questo valore di è ridotto di quasi 5 punti percentuali. Anche il Pd ha registrato una flessione rispetto allo scorso anno passando dal 20,8% al 19,9%. Sul lato opposto da sottolineare invece il costante recupero di consensi da parte di Fdi che in 12 mesi ha guadagnato oltre 5 punti percentuali.
L’evoluzione del gradimento dei partiti nell’ultimo anno
Variazione in punti percentuali tra la media di luglio 2020 e la media dell'ultimo mese
La media aritmetica è calcolata sui primi sondaggi di ogni mese dei seguenti istituti demoscopici: Emg, Ixe, Tecnè, Swg, Euromedia e Ipsos. Per il mese di gennaio 2021 non sono disponibili i dati di Ixè. Per il mese di luglio 2021 non sono disponibili i dati di Emg.
(ultimo aggiornamento: lunedì 26 Luglio 2021)
-4,6 il consenso, in punti percentuali, perso dalla Lega nell’ultimo anno.
Da notare anche il significativo incremento di potenziali consensi registrato negli ultimi mesi da Liberi e uguali. Questa forza politica, federazione tra diverse realtà della sinistra, ha probabilmente beneficiato della scelta di Sinistra italiana di non sostenere il governo Draghi, pur non uscendo dal gruppo parlamentare. Infatti a partire dall’aprile di quest’anno i sondaggi hanno visto Leu in costante crescita.
Il centrosinistra e le difficoltà del Partito democratico
Con la sola eccezione di Leu che abbiamo appena visto, le altre forze che facevano parte della ex maggioranza giallorossa hanno subito una riduzione del proprio potenziale bacino elettorale. Il Pd, in particolare, rimane il primo partito all’interno dell’area di centrosinistra ma fatica a superare stabilmente la soglia del 20%. Inoltre, la coalizione nel suo complesso non riesce a recuperare terreno nei confronti del centrodestra.
I rapporti di forza interni a centrosinistra e M5s
Composizione della maggioranza di governo in base ai consensi nei sondaggi
FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)
Per cercare di superare questo stallo la strategia del segretario dem Enrico Letta è stata quella di impegnarsi in battaglie dal forte contenuto identitario. Letta ha infatti lanciato una serie di proposte che hanno fatto molto discutere, dall’estensione del diritto di voto ai sedicenni, fino a una tassa di successione sui grandi patrimoni.
Il Pd si è intestato una serie di battaglie in tema di diritti. Da ultimo il rilancio del Ddl Zan.
L’ultima battaglia lanciata in questo senso è stata quella sul Ddl Zan. Come abbiamo raccontato, la proposta di legge dopo essere stata approvata alla camera era rimasta bloccata per mesi nella commissione giustizia del senato. Tuttavia grazie alla pressione del Pd (e degli alleati) il Ddl ha ripreso il proprio percorso in aula con l'obiettivo di essere approvato prima della pausa estiva. Letta su questo ha però dovuto alzare bandiera bianca a causa delle centinaia di emendamenti presentati. La discussione quindi con ogni probabilità dovrà riprendere a settembre.
Su questo aspetto è interessante analizzare la posizione di Italia viva. Dopo aver passato alcuni mesi in sordina infatti sul Ddl Zan il partito di Matteo Renzi è tornato ad occupare un ruolo di primo piano, chiedendo delle modifiche al testo che aveva già votato alla camera. Come avevamo evidenziato in un nostro precedente approfondimento, la maggioranza che sostiene il governo Draghi è molto ampia e di conseguenza il peso di Iv al suo interno risulta relativo.
Sul Ddl Zan Italia viva ha recuperato centralità nel dibattito pubblico.
Tale atteggiamento può essere interpretato anche in base all’andamento dei sondaggi. Il partito, che nelle intenzioni del suo fondatore avrebbe dovuto svuotare il Pd dall’interno come Emmanuel Macron ha fatto con i socialisti francesi, non sta riuscendo ad attecchire nel paese e si mantiene intorno al 2% di potenziali consensi.
1,9% il gradimento di Italia viva secondo la media dei sondaggi di luglio 2021.
In contesto come questo, ogni occasione di visibilità diventa molto importante. Può essere spiegata anche così la posizione ambigua di Iv sul Ddl Zan. D’altronde va anche sottolineato come le difficoltà del partito nel guadagnare popolarità tra gli italiani abbiano imposto la necessità di una riflessione su un possibile riposizionamento in un'area più vicina a quella dei moderati e dei centristi.
La crisi del Movimento 5 stelle
Come abbiamo visto dunque, anche se per motivi diversi, tutte le forze dell’area di centrosinistra stanno attraversando un momento di crisi. Una crisi che sta scuotendo fortemente anche il Movimento 5 stelle. I pentastellati negli ultimi mesi hanno dovuto affrontare diversi passaggi molto delicati.
Dapprima i molti abbandoni ed espulsioni a seguito della decisione di sostenere il governo Draghi, poi la diatriba con l'associazione Rousseau guidata da Davide Casaleggio. Nonostante tutte queste vicissitudini, il M5s ha mantenuto una quota consistente di potenziali consensi. Sebbene questi si siano più che dimezzati rispetto alle elezioni politiche del 2018.
La differenza tra voti nelle ultime elezioni, presenza in parlamento e sondaggi attuali
Partito | % voti camera 2018 | % deputati attuali | % senatori attuali | % sondaggi attuali |
---|---|---|---|---|
Lega – Salvini | 17,4 | 21,0 | 20,0 | 19,9 |
PD | 18,8 | 14,8 | 11,8 | 19,1 |
M5S | 32,7 | 25,6 | 23,4 | 16,3 |
Fratelli d’Italia | 4,4 | 5,7 | 6,2 | 20,2 |
Forza Italia | 14,0 | 12,4 | 16,2 | 7,5 |
SX | 3,4 | 1,7 | no gruppo autonomo | 3,7 |
Italia Viva | non presente | 4,5 | 5,3 | 2,5 |
PiùEuropa | 2,6 | no gruppo autonomo | no gruppo autonomo | 1,7 |
Coraggio Italia | non presente | 3,8 | no gruppo autonomo | 1,3 |
Azione | non presente | no gruppo autonomo | no gruppo autonomo | 3,4 |
Europa Verde | 0,58* | no gruppo autonomo | non presente | 1,6 |
L’annuncio di Giuseppe Conte quale nuova guida del movimento aveva contribuito ad un rilancio dei pentastellati che, tra febbraio ed aprile 2021, erano tornati a guadagnare terreno nei sondaggi. Ad oggi però l’ex presidente del consiglio formalmente non ricopre ancora nessun ruolo nel M5s. Ciò anche a causa dell’attrito con Beppe Grillo, restio ad accettare un ridimensionamento delle prerogative derivanti dalla sua figura di garante.
Il protrarsi di questa situazione di stallo però ha portato ad una nuova flessione dei potenziali consensi. È forse anche per questo motivo che il leader in pectore del M5s si è agganciato ad un tema identitario per gli elettori: quello della giustizia.
Il M5s deve recuperare credibilità agli occhi degli elettori. Per questo non può fare passi indietro sulla giustizia.
Dall’inizio della legislatura infatti il M5s è sempre stato al governo. E in questo periodo è stato “costretto” a rinunciare a molte delle battaglie storiche che avevano caratterizzato i suoi primi anni di vita. È forse anche per questo motivo che i pentastellati si sono impuntati sul tema della giustizia, chiedendo alla ministra Marta Cartabia di rivedere il testo della sua riforma. Così come il Pd, anche il Movimento 5 stelle si è impegnato in una battaglia di bandiera per cercare di tenere compatto il proprio elettorato deluso.
In questa gara, ovviamente, l'aspetto tecnico delle singole modifiche [al testo sulla riforma Cartabia, ndr] non ha alcuna importanza. Quel che rileva è chi le propone, chi sarà accontentato e soprattutto chi potrà dire <<è stato merito mio>>. [...] Il candidato numero uno a prendersi questo merito è Conte.
Tuttavia, secondo alcuni osservatori, la mossa del M5s che sulla giustizia avrebbe minacciato l’uscita dalla maggioranza, sarebbe solo una mossa strategica di Conte per recuperare consensi ed accreditarsi presso quegli esponenti del M5s più scettici verso la sua figura.
Il centrodestra tra vaccini e l'avanzata di Fdi
L’avvento del governo Draghi ha sparigliato le carte anche nel centrodestra con Forza Italia e Lega che hanno deciso di entrare nella nuova maggioranza e Fratelli d’Italia che invece è rimasto all’opposizione.
Abbiamo già raccontato come le diverse decisioni prese dal Carroccio e da Fdi possano essere interpretate anche in chiave elettorale. Il partito di Giorgia Meloni infatti nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto costantemente nei sondaggi. Da qui la scelta di continuare a stare all’opposizione, capitalizzando il proprio consenso, anziché sostenere un governo costretto a prendere decisioni a volte impopolari, o comunque condivise con lo schieramento politico opposto.
Ragionamento diverso per la Lega. Come abbiamo visto infatti il distacco che separa il Carroccio da Fdi si sta assottigliando mese dopo mese e Salvini ha dovuto fare qualcosa per cercare di invertire questa tendenza.
I rapporti di forza interni al centrodestra
Composizione dell'opposizione di centrodestra in base ai consensi nei sondaggi
FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)
In molte occasioni Salvini ha manifestato posizioni discordanti rispetto a quelle dell’esecutivo, specie sulle restrizioni volte a limitare i contagi. Ciò però non solo ha portato critiche al partito ma ha anche costretto lo stesso Salvini a fare marcia indietro a seguito delle decisioni prese dal governo.
La conseguenza di queste difficoltà è che la Lega ha continuato a perdere terreno nei sondaggi rispetto a Fdi, tanto che adesso i due partiti risultano sostanzialmente appaiati. La posizione di Matteo Salvini come leader della coalizione e ipotetico candidato premier per il centrodestra è quindi diventata contendibile per Meloni.
Mi preparo a governare la nazione. Sono pronta a fare quello che gli italiani mi chiedono comprendendone la responsabilità.
Tra i due leader è quindi iniziata una competizione interna. D’altronde entrambi competono per la stessa fetta di elettorato. Salvini e Meloni infatti si marcano da vicino e si muovono con cautela. Ciò perché un eventuale passo falso potrebbe esporre l’uno alle critiche dell’altra e viceversa.
Salvini e Meloni devono evitare passi falsi per non esporsi alle critiche l'uno dell'altra.
Un esempio evidente di questa dinamica lo possiamo ritrovare nella stretta attualità, relativamente al tema delle vaccinazioni. Sia Salvini che Meloni infatti hanno tenuto delle posizioni ambigue sul tema, con l’obiettivo di evitare di scontentare una parte consistente del proprio elettorato, contraria sia al vaccino che al cosiddetto green pass. Nel momento in cui però il leader della Lega ha reso pubblica la notizia di essersi sottoposto alla vaccinazione anche Meloni, a distanza di pochi giorni, ha fatto altrettanto.
Da notare infine che, sempre nell'ambito del centrodestra, Forza Italia ha assunto una posizione del tutto diversa rispetto ai suoi alleati. Gli azzurri infatti, con Silvio Berlusconi in prima fila, si sono apertamente schierati a favore sia della campagna vaccinale che del green pass obbligatorio.
Foto credit: Facebook - Matteo Salvini