Il piano complementare al Pnrr è sempre più in ritardo Fondo complementare

Secondo l’ultima relazione sul fondo complementare, la maggior parte delle risorse è stata allocata, ma lo stato di avanzamento delle scadenze rivela gravi ritardi.

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A inizio settembre la ragioneria generale dello stato (Rgs) ha pubblicato una nuova relazione sull’attuazione del fondo complementare. Si tratta di 30 miliardi di risorse pubbliche che lo stato italiano ha messo in campo parallelamente al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Da un lato per aumentare le risorse a disposizione di alcune misure del piano, dall’altro per finanziare nuovi investimenti, indipendenti dall’agenda europea.

In via generale si evidenzia, rispetto alla situazione registrata nei trimestri precedenti, un maggiore ritardo nel rispetto delle scadenze. Il 39% degli obiettivi del II trimestre 2023, infatti, risulta non conseguito.

Aggiornata al 30 giugno 2023, cioè la fine del primo semestre dell’anno, il report di Rgs si concentra in modo particolare sulle scadenze del secondo trimestre (aprile-giugno) che definisce maggiormente in ritardo rispetto a quelle precedenti.

Per ricostruire un quadro complessivo della situazione, oltre ai milestone e ai target considerati nella relazione, abbiamo osservato tutti quelli previsti finora. Dall’avvio del piano nazionale complementare (Pnc) nel 2021 fino al terzo trimestre del 2023, terminato poco più di una settimana fa con la fine di settembre. Tenendo presente che su OpenPNRR monitoriamo solo le scadenze più rilevanti del Pnc, pari a 163 delle 298 previste fino al 2026, cioè il 55%.

30 le scadenze che risultano ancora da completare, tra quelle previste dal Pnc fino al terzo trimestre 2023.

Un problema di trasparenza

Seppur di minor peso rispetto ai 191 miliardi di euro del Pnrr, va ricordato che il fondo complementare è nazionale e dunque composto da risorse pubbliche, di tutti i cittadini.

Il fondo complementare è perlopiù escluso dal dibattito pubblico.

Perciò è importante mantenere alta l’attenzione anche su questa agenda, che il governo in primis sembra considerare di minor rilevanza. Questo probabilmente perché – oltre al peso economico inferiore – il Pnc non è soggetto alle verifiche delle istituzioni europee. Quindi l’esecutivo e gli altri soggetti coinvolti potrebbero sentirsi più legittimati a non rispettare il cronoprogramma. L’obiettivo delle nostre continue attività di monitoraggio è proprio quello di chiedere più trasparenza e attenzione sul tema e, in una certa misura, se ne vedono alcuni risultati.

In tal senso sottolineiamo positivamente come l’ultima relazione sul Pnc – aggiornata al 30 giugno e oggetto di questa analisi – sia molto più ricca di dettagli e informazioni rispetto alla precedente del 31 marzo. Dallo status dei vari adempimenti alla distribuzione delle risorse a livello regionale. Un cambiamento che almeno in parte possiamo attribuire alla nostra denuncia in merito.

Tuttavia le lacune sono ancora numerose e gravi. Soprattutto la mancanza di informazioni sui singoli progetti previsti dal piano nazionale complementare. Infatti, mentre il governo ha iniziato – almeno periodicamente – a condividere su Italia domani dataset utili relativi agli interventi del Pnrr, lo stesso per ora non succede sui progetti inclusi nel Pnc.

Lo stato dei lavori sul fondo complementare

Come abbiamo già ribadito in diversi articoli, l’attuazione del fondo complementare ha sempre registrato ritardi maggiori di quelli sul Pnrr, seppur anch’essi evidenti.

In base al nostro monitoraggio – aggiornato al 26 settembre – le scadenze incomplete hanno iniziato ad accumularsi in modo particolare dalla fine del 2022 fino a oggi. Senza particolari distinzioni tra il secondo trimestre del 2023 e altri periodi, come invece sostiene la Rgs nella relazione.

I motivi di questi ostacoli nel documento vengono attribuiti al processo di modifica al cronoprogramma delle scadenze. Un processo che risultava già in corso nell’ultimo rapporto e che segue a una prima revisione del Pnc avvenuta nel 2022. Lo scopo è quello di far slittare le scadenze più avanti, a un trimestre successivo rispetto a quello inizialmente previsto, in modo da guadagnare tempo e rendere meno evidenti i ritardi.

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR

È evidente anche dal grafico come fino al primo anno di attuazione tutto sommato il cronoprogramma sia stato rispettato, con solo qualche ritardo.

Nel 2021 oltre i 3/4 delle scadenze risultano completate nei tempi previsti.

A partire dal quarto trimestre del 2022 invece, gli interventi completati nei termini stabiliti risultano solo il 19%. Un calo drastico rispetto al 45% del secondo trimestre di quello stesso anno e al 100% del terzo. Nel 2023 poi la situazione è ulteriormente peggiorata. Le scadenze in ritardo sono più del doppio rispetto a quelle completate, sia nel primo che nel secondo trimestre. Fino al terzo – appena concluso – dove non è stato conseguito neanche uno dei 4 adempimenti previsti.

Il motivo di queste difficoltà crescenti è lo stesso relativo al Pnrr. E cioè che entrambe le agende prevedevano nei primi anni della loro attuazione adempimenti normativi, amministrativi, burocratici. In altre parole, scadenze più semplici da completare. Dalla fine del 2022 in avanti invece, milestone e target riguardano anche la spesa effettiva delle risorse per realizzare interventi concreti, lavori, opere. Obiettivi più complicati da raggiungere.

Dove sono state assegnate le risorse finora

Anche se l’effettiva realizzazione degli interventi può incontrare difficoltà, a oggi sappiamo che la maggior parte delle risorse dedicate a misure del Pnc – escluse quindi quelle a supporto di investimenti del Pnrr – sono state quantomeno assegnate a progetti sul territorio.

16,2 miliardi € i fondi assegnati al 30 giugno 2023, sui 19,4 miliardi previsti per misure Pnc.

Tuttavia sugli interventi relativi al piano nazionale complementare non abbiamo alcuna informazione. Né sulla loro natura e ambito di intervento, né sui soggetti attuatori, sui territori di attuazione e sulle risorse assegnate del dettaglio. Manca inoltre l’informazione sullo stato di avanzamento, una lacuna che però riguarda anche i progetti Pnrr. L’unico dato a disposizione è quello condiviso dall’ultima relazione della Rgs sulla distribuzione delle risorse a livello regionale.

I dati si riferiscono agli importi di progetti selezionati tramite gare e bandi pubblici, finanziati da misure del piano nazionale complementare. Sono inclusi i progetti localizzati su più regioni. È stato considerato il valore pro capite per rendere paritario il confronto tra regioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Rgs
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Giugno 2023)

Calcolando i fondi per abitante, si registra un divario molto ampio tra l’Abruzzo, primo con 1.031,4 euro pro capite e le altre regioni. Basti pensare che la Liguria è seconda ma con poco più della metà delle risorse abruzzesi, pari a 564,5 euro per abitante, seguita dal Friuli-Venezia Giulia (483,8).

Il fondo complementare prevede numerosi interventi in aree colpite dal sisma.

Come abbiamo anticipato, non è disponibile il dettaglio sugli investimenti in agenda a cui sono associati i progetti e le relative risorse. Sappiamo però che da programma, oltre 1 miliardo di euro del fondo complementare è destinato alla misura a supporto delle aree colpite dal terremoto del 2009 e 2016. Questo potrebbe spiegare almeno in parte l’allocazione di un ammontare così elevato in Abruzzo.

Per quanto riguarda invece Liguria e Friuli-Venezia Giulia, possiamo ipotizzare che il fondo complementare incida particolarmente su questi territori per via di alcuni investimenti mirati allo sviluppo dei porti. Per esempio l’elettrificazione delle banchine al fine di ridurre la dipendenza dal petrolio, un intervento dal valore complessivo di 700 milioni di euro.

1,8 milioni € le risorse totali allocate in Campania per progetti del Pnc. È la prima regione considerando i dati in valore assoluto.

Seguono il Lazio con 1,5 milioni di euro complessivi e l’Abruzzo con 1,3, che dunque si conferma tra i primi posti in classifica anche in termini assoluti.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Flickr – fabrizio.binello

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