Il Pnrr per la transizione verde

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “La sfida della transizione verde per il Pnrr, nei paesi del sud e dell’est Ue“.

19,7%

le risorse del Pnrr della Grecia rapportate al Pil nazionale del 2023. È la quota più alta tra tutti i paesi membri, seguita da Croazia, Spagna, Romania, Italia, Portogallo, Polonia, Bulgaria, Lituania, Ungheria e Slovacchia. Parliamo di paesi del sud e dell’est Europa, storicamente svantaggiati a livello socio-economico rispetto a quelli del nord e del centro. È proprio in questi stati, dove il Pnrr dovrebbe avere l’impatto maggiore, che abbiamo deciso di osservare l’avanzamento dei piani nazionali sul fronte ambientale ed energetico, obiettivo primario del dispositivo di ripresa e resilienza. Vai all’articolo.

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i paesi (Grecia, Polonia, Bulgaria, Lituania e Ungheria) che hanno dedicato la quota più elevata delle risorse per la transizione verde allo sviluppo di energia rinnovabile. Mentre 4 hanno privilegiato l’efficienza energetica (Croazia, Spagna, Portogallo e Slovacchia) e 2 la mobilità sostenibile (Romania e Italia). Non è facile ricostruire le ragioni di queste scelte ma possiamo avanzare delle ipotesi. Per esempio è interessante notare che Polonia e Ungheria si trovano agli ultimi posti in Ue per consumo di energia da fonti rinnovabili. Possiamo pensare che questo sia stato un incentivo a investire maggiormente nel settore, in linea con gli obiettivi europei. Vai al grafico.

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le scadenze conseguite dall’Ungheria, non solo per la transizione ecologica ma per tutti gli altri ambiti di intervento del Pnrr. Nonostante il piano ungherese sia stato approvato in versione originale a dicembre 2022 e in versione modificata a novembre 2023, il paese non risulta aver completato finora nessun adempimento. Di conseguenza non ha neanche ricevuto nessuna quota delle risorse totali destinate al proprio Pnrr, escluso il pre-finanziamento per il capitolo sul RepowerEu. Lo stallo è causato da controversie tra il governo ungherese e l’Ue, su questioni legate allo stato di diritto in vigore nel paese. Vai al grafico.

15,5 miliardi €

le risorse Pnrr ricevute dall’Italia finora per la transizione verde e per il RepowerEu. In particolare parliamo di 15 miliardi per la transizione e 551,2 milioni per il capitolo sul Repower. Il divario tra il nostro paese e gli altri è molto ampio riguardo alle erogazioni per la transizione: i 15 miliardi per la transizione sono 3 volte tanti quelli ricevuti dalla Spagna (5,2), che ha il secondo importo più alto. Il quadro invece cambia osservando solo i pre-finanziamenti del RepowerEu, per cui la cifra più alta è quella inviata alla Polonia (5 miliardi €), seguita da Spagna (1,4 miliardi) e Ungheria (920 milioni). Vai al grafico.

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gli indicatori comuni definiti dall’Ue per monitorare l’impatto del Pnrr sulla transizione ecologica. Sono considerati: i risparmi nel consumo annuale di energia primaria, la capacità operativa supplementare installata per l’energia rinnovabile, l’infrastruttura per i combustibili alternativi, calcolati come punti di rifornimento e ricarica ogni 100mila autovetture e la popolazione beneficiaria di misure contro alluvioni, incendi e altri disastri climatici naturali. Le problematiche di questi indicatori sono diverse e rendono impossibile utilizzarli per valutare l’impatto dei Pnrr sulla transizione verde. Basti pensare che non esistono degli obiettivi quantitativi da conseguire per ciascun indicatore entro il 2026. È quindi difficile farsi un’idea dell’avanzamento. Vai al grafico.

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