Il potenziamento della rete sanitaria nel cortocircuito stato-regioni Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “il cortocircuito stato-regioni sulla riorganizzazione del sistema sanitario”.

3.109

ventilatori per la terapia intensiva distribuiti tra marzo e ottobre. È sull’approvvigionamento di questi macchinari che nei giorni scorsi si è sollevata la polemica tra stato e regioni sulle terapie intensive. Tra l’inizio della crisi e il 9 ottobre scorso sono stati distribuiti 3.109 ventilatori per la terapia intensiva e 1.429 per la terapia sub-intensiva. Osservando l’andamento nel tempo, emerge anche come l’approvvigionamento di oltre il 90% dei ventilatori polmonari finora consegnati si concentri nei primi 2 mesi dell’emergenza. Vai al grafico.

1,6

anestesisti e rianimatori per posto letto in terapia intensiva ad oggi. Prima dell’emergenza sanitaria (e dell’aumento dei posti letto deciso a maggio) erano 2,5. Questo ci fa capire quanto il tema sia più complesso del solo dato sui ventilatori distribuiti. Tutto va inquadrato all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera decisa a seguito dell’emergenza Covid. Una programmazione che si è delineata attraverso una serie di atti, anche di soggetti diversi, dato che la materia incrociava tante competenze differenti: quelle delle regioni, del governo e della struttura commissariale.  Vai all’approfondimento.

0,14

posti letto in terapia intensiva ogni mille abitanti. È l’obiettivo fissato dal decreto rilancio, approvato il 19 maggio. Questo provvedimento, nel quadro delineato dal decreto cura Italia, ha stabilito dei target sui posti in terapia intensiva e sub-intensiva nelle regioni. In particolare prevede che venga resa “strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva”. Leggi l’articolo 2 del decreto.

1,4 miliardi

stanziati per l’attuazione dei piani di riorganizzazione sui posti letto. Per potenziare i posti di terapia intensiva, la norma prevede un iter articolato. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, le regioni sono state chiamate a predisporre dei piani di riorganizzazione, redatti in base alle linee guida del ministero della salute. Questi devono prevedere la ridefinizione del numero di posti letto, ma anche altre misure su trasporto, separazione dei percorsi nei pronto soccorso, potenziamento del personale. Una volta presentato il piano, è il ministero della salute che deve dare l’approvazione, entro altri 30 giorni. Approvato il piano, le risorse per il potenziamento dei posti sono gestite dal commissario straordinario, che può delegare i presidenti di regione. Vai al grafico.

9

i presidenti di regione o provincia autonoma che agiscono come delegati del commissario straordinario nell’attuazione del piano. In base a questa delega, i presidenti possono utilizzare i poteri commissariali per le opere edilizie e impiantistiche necessarie per attuare il piano regionale, rispettando tempistiche e direttive stabilite dal commissario. E resta comunque ferma la competenza di quest’ultimo sulla fornitura delle attrezzature medicali. Un quadro di competenze quindi molto complesso. In una situazione difficile, che andrà monitorata giorno per giorno, è fondamentale che i tanti attori coinvolti nell’emergenza (governo, regioni, struttura commissariale) lavorino in coordinamento e senza polemiche per assicurare il diritto alla salute dei cittadini. Consulta le ordinanze di nomina dell’8 ottobre 2020.

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