Il primo anno del governo Meloni Numeri alla mano
giovedì 26 Ottobre 2023 | Potere politico
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “I numeri del governo Meloni a un anno dalla nomina“.
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i consigli dei ministri tenuti in un anno dall’attuale governo per un totale di oltre 60 ore di riunione. Al di là dei giudizi di merito sulle scelte prese in questi 12 mesi, analizzando i dati relativi all’attività di governo e parlamento è possibile tracciare un bilancio da cui emergono delle tendenze molto chiare. Si conferma infatti l’assoluto protagonismo del governo con il parlamento a ricoprire un ruolo sempre più marginale. Vai all’articolo.
70,3%
le leggi di iniziativa governativa approvate nell’attuale legislatura. Dal suo insediamento, in base ai dati aggiornati al 19 ottobre, il governo Meloni ha presentato in totale 101 disegni di legge. Di questi, 45 hanno già concluso il loro iter e sono diventati legge dello stato mentre le norme di iniziativa parlamentare già entrate in vigore invece sono solo 19. Tra le proposte di iniziativa governativa, la stragrande maggioranza (43) è rappresentata dai Ddl di conversione dei decreti legge (Dl) emanati dall’esecutivo stesso. Tra gli altri Ddl presentati dal governo alle camere troviamo 27 ratifiche di trattati internazionali, 26 leggi ordinarie e 5 norme legate al bilancio dello stato. Vai al grafico.
3,8
i decreti legge pubblicati in media al mese dal governo Meloni. Dal suo insediamento, il governo Meloni ha pubblicato in totale 46 Dl. L’attuale esecutivo ha già superato molti governi che peraltro erano rimasti in carica per un periodo più lungo. Si tratta dei governi Monti (41), Conte I (26), Letta (25 ma in 9 mesi) e Gentiloni (20). Se poi si considera il dato medio di decreti pubblicati al mese – unico modo per fare un confronto tra esecutivi che hanno avuto durata diversa – quello di Meloni sale al primo posto con 3,83 dl pubblicati in media ogni mese. Seguono gli esecutivi Draghi (3,20) e Conte II (3,18). Vai al grafico.
2,5
le questioni di fiducia poste in media ogni mese dal governo Meloni. I numeri dell’attuale esecutivo non risultano particolarmente elevati da questo punto di vista. Parliamo infatti di 30 voti di fiducia in totale dall’insediamento. Solo gli esecutivi Conte I (15) e Letta (10) hanno fatto un ricorso più limitato allo strumento. La situazione però cambia se, come nel caso dei decreti legge, facciamo un confronto in base alla media mensile. In questo caso l’attuale esecutivo sale al terzo posto, superato solo dai governi Monti (3) e Draghi (2,89). Occorre precisare però che quello del governo Meloni è comunque un valore in aumento e che il dato potrebbe crescere ulteriormente nelle prossime settimane. Visto che il parlamento sarà chiamato nel giro di poco tempo a convertire ben 9 decreti legge (per il momento) oltre alla manovra. Vai al grafico.
19,1%
il tasso di risposta alle interrogazioni a risposta scritta del governo Meloni. Il legame tra governo e parlamento non si limita solamente all’iter legislativo. Deputati e senatori infatti possono sottoporre agli esponenti dell’esecutivo i cosiddetti atti di sindacato ispettivo con cui chiedere conto del loro operato e quali siano gli orientamenti del governo su temi specifici. Con riferimento alle interrogazioni a risposta scritta, in base ai dati aggiornati al 31 agosto, il governo Meloni fa lievemente meglio rispetto a quelli dei suoi predecessori. Al secondo posto troviamo il governo Renzi con il 18% e al terzo il Conte II con il 17,1%. Scomponendo il dato fra i vari ministri attualmente in carica però si notano alcuni elementi molto rilevanti. Il primo è che ci sono ben 8 ministri che non hanno risposto a nemmeno un’interrogazione. Tra questi anche 3 fra i più rilevanti: il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, quello delle infrastrutture Matteo Salvini e quello della salute Orazio Schillaci. A questi si aggiungono altri 5 esponenti che hanno un tasso di interrogazioni senza risposta superiore al 90%. Vai al grafico.