Il ruolo di Italia viva nel governo Draghi e le sue prospettive Governo e parlamento

Nonostante i sondaggi non lo premino, la formazione di Matteo Renzi gioca un ruolo importante per le sorti della maggioranza. Su temi divisivi infatti può essere l’ago della bilancia. Il partito intanto si sta spostando sempre di più su posizioni centriste.

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L’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi ha completamente stravolto i rapporti tra le forze politiche. A sostegno del nuovo governo si è infatti formata una maggioranza ampia ed eterogenea, che vede al suo interno sia forze di centrodestra che di centrosinistra, in quello che viene definito come governo di unità nazionale.

Un governo di unità nazionale è un esecutivo che si regge sul sostegno della totalità (o quasi) delle forze presenti in parlamento. Generalmente nasce in situazioni di grave emergenza che fanno ritenere necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. Vai a "Che cos’è un governo di unità nazionale"

Tale cambiamento è stato accolto con grande entusiasmo da molti esponenti politici i quali auspicavano un “cambio di passo” rispetto all’operato del governo Conte II. Il merito di questo risultato è stato rivendicato da Italia viva. Il partito di Matteo Renzi che annunciando l’uscita dalla maggioranza giallorossa ha di fatto decretato la fine del precedente esecutivo.

Ma perché Iv ha deciso di abbandonare la ex maggioranza di centrosinistra? Una possibile chiave di lettura, certo non l’unica, ci viene offerta analizzando l’andamento dei sondaggi che, dal 2020 a oggi, hanno visto il partito in quasi costante diminuzione di popolarità. Erano infatti principalmente l’ex presidente del consiglio, con il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, a beneficiare – in termini di potenziali consensi – del giudizio prevalentemente positivo dato dagli italiani sulla gestione della pandemia.

È probabilmente anche per questo motivo quindi che Renzi, nel tentativo di dare una sferzata alle sorti del partito, ha deciso di “staccare la spina”, sperando magari anche di ottenere maggior peso nella nuova compagine di governo. Ma quali sono le prospettive di Italia viva in questo scenario?

Il peso di Italia viva nel governo

Un primo elemento che possiamo valutare è il numero di esponenti “renziani” nella squadra di governo. Sotto questo aspetto emerge come Draghi abbia cercato di rispecchiare il peso in parlamento dei diversi partiti. La delegazione di Iv all’interno dell’esecutivo risulta perciò tra le meno numerose. Solo Liberi e uguali infatti presenta un numero inferiore di esponenti.

Nel dettaglio, gli appartenenti a Italia viva sono 3. Si tratta di Elena Bonetti (ministra per le pari opportunità e la famiglia), Teresa Bellanova (viceministra per le infrastrutture e la mobilità sostenibili) e Ivan Scalfarotto (sottosegretario agli interni).

FONTE: Elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Agosto 2021)

Da un punto di vista puramente quantitativo quindi il numero di esponenti di Iv all’interno dell’esecutivo non è mutato rispetto al Conte II. Durante il precedente governo tuttavia il partito aveva “piazzato” un proprio esponente al vertice di uno dei ministeri con portafoglio. Ovvero Teresa Bellanova che era stata nominata ministra per le politiche agricole, alimentari e forestali. All’interno del governo Draghi invece Iv esprime un solo ministro, senza portafoglio.

C’è da dire però che Bellanova è andata comunque a ricoprire un incarico importante. La senatrice infatti è stata nominata viceministra di uno dei dicasteri a cui saranno riservate più risorse nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

€ 25,13 mld le risorse destinate dal Pnrr alla missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Questo tema peraltro nei mesi scorsi è stato spesso affrontato dagli esponenti renziani che avevano anche lanciato la proposta di un piano shock per le infrastrutture, sostenendo come lo sblocco delle grandi opere potesse essere anche una soluzione per creare nuovi posti di lavoro. La posizione ricoperta da Bellanova può quindi essere considerata come “strategica” per Iv.

Il peso di Italia viva in parlamento

La nascita del governo Draghi con il coinvolgimento di forze che - almeno per quanto riguarda gli aspetti economici - hanno posizioni simili a Iv come Lega e Forza Italia ha permesso al partito di rimescolare le carte su diversi temi. Non ultimo l’allocazione delle risorse nell’ambito del Pnrr. Ciò grazie ai nuovi equilibri maturati all'interno della maggioranza. Può essere questa un'ulteriore chiave di lettura per cercare di interpretare le mosse di Renzi negli ultimi mesi.

A chi si domanda ancora: ‘Valeva la pena subire tutte le polemiche che abbiamo subito per cambiare premier?', io rispondo: ‘Non importa leggere i giornali internazionali, basta leggere il Pnrr e vi accorgerete da soli perché la risposta è affermativa'. I soldi dei nostri figli sono finalmente in buone mani

Ma quali sono i numeri di Italia viva in parlamento? Attualmente i gruppi del partito sono composti rispettivamente da 28 deputati e 17 senatori. Tra i partiti che riescono ad avere gruppi parlamentari autonomi quelli di Iv risultano tra i meno consistenti.

Attualmente la camera è composta da 628 deputati poiché devono ancora tenersi le elezioni suppletive per sostituire Piercarlo Padoan e Emanuela Claudia Del Re, dimessisi rispettivamente a novembre 2020 e giugno 2021.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Agosto 2021)

Alla camera infatti, fatta eccezione per il misto, solo la nuova componente Coraggio Italia e Leu hanno numeri più ridotti. Situazione simile al senato dove solo il gruppo Per le autonomie ha un numero inferiore di membri.

L'evoluzione dei gruppi parlamentari

Come noto, Italia viva non si è presentata alle elezioni politiche del 2018. I gruppi parlamentari infatti sono nati a seguito di una scissione interna al Pd. Molti degli attuali esponenti del partito di Renzi provengono infatti proprio dai Dem. Con il trascorrere dei mesi però Iv ha attratto anche altri parlamentari di provenienze diverse.

Complessivamente gli ex democratici sono stati 39. A questi si aggiungono 4 esponenti provenienti da Forza Italia. Si tratta di Davide Bendinelli, Francesco Scoma, Daniela Conzatti e Vincenzo Carbone. Tali ingressi potevano forse essere considerati più prevedibili, viste le posizioni simili dei due partiti su molti temi soprattutto in ambito economico. Più inattesi invece risultano gli arrivi di Giuseppina Occhionero e Michela Rostan da Liberi e uguali e di Gelsomina Vono dal Movimento 5 stelle.

La mappa mostra i cambi di gruppo che sono stati già ufficializzati e riconosciuti dall’ufficio di presidenza di ciascuna camera. Per i parlamentari che dopo essere approdati in Iv hanno cambiato nuovamente gruppo è indicata la destinazione finale.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Agosto 2021)

Nonostante i gruppi di Iv siano nati a legislatura iniziata però si sono già registrati degli abbandoni. Infatti 4 parlamentari tra camera e senato hanno fatto marcia indietro. Nicola Carè, Vito De Filippo ed Eugenio Comincini sono tornati a far parte del Partito democratico. Mentre Michela Rostan dopo è aver lasciato Leu è passata al gruppo misto.

4  i parlamentari che hanno lasciato Italia viva dopo avervi aderito.

Tra i motivi di questi abbandoni potrebbe esserci anche il fatto che Iv non è riuscita ad attecchire all’interno del paese. E con l’avvicinarsi del termine della legislatura (nel 2023, salvo interruzioni anticipate) è possibile che alcuni parlamentari abbiano temuto il rischio di una mancata rielezione.

Penso che non sia più il tempo di percorsi velleitari e di chiudersi dentro recinti sempre più stretti e che occorra, per me, avere la sincerità di riconoscere che la strada intrapresa da Italia Viva non sia quella che io avevo immaginato.

Le difficoltà nei sondaggi

Come abbiamo già avuto modo di raccontare, con la fondazione di Italia viva Renzi ambiva a ripetere un’operazione simile a quella avvenuta in Francia con il partito del presidente Emmanuel Macron. Tuttavia ad oggi questo tentativo appare non decollare. Se infatti in parlamento Iv è riuscita ad attirare un discreto numero di deputati e senatori, il partito non riesce ad intercettare il gradimento degli elettori.

In base al nostro osservatorio sui sondaggi elettorali infatti possiamo osservare come nell’ultimo anno e mezzo Iv non abbia mai superato il 5% dei consensi potenziali. Anzi, il trend di popolarità è stato quasi costantemente in diminuzione. Se a gennaio 2020 infatti la media dei sondaggi accreditava Iv del 4,4% a luglio 2021 tale valore è sceso sotto il 2% circa.

La media aritmetica è calcolata sui primi sondaggi di ogni mese dei seguenti istituti demoscopici: Emg, Ixe, Tecnè, Swg, Euromedia e Ipsos.
La media è stata calcolata sulla base dei primi dati del mese raccolti dai vari istituti demoscopici. Nei mesi estivi (luglio, agosto, settembre) i sondaggi non sono effettuati con regolarità, la media è stata quindi calcolata sulla base dei dati disponibili.
Per il mese di dicembre 2020 non sono disponibili i dati di Ipsos. Per i mesi di gennaio e aprile 2021 non sono disponibili i dati di Ixè. Per agosto 2021 sono disponibili solamente i dati Swg ed Euromedia.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Dipartimento per l'informazione e l'editoria
(ultimo aggiornamento: lunedì 14 Giugno 2021)

-2,5 il consenso potenziale, in punti percentuali, perso da Italia viva da gennaio 2020 a luglio 2021.

Nemmeno il cambio di governo quindi, in cui Iv ha ricoperto un ruolo di primo piano, sembra aver invertito questa tendenza.

Nuove prospettive

In questo contesto, lo stesso Renzi ha affermato la necessità di aprire una riflessione per valutare un eventuale riposizionamento del partito. Cambio di posizione che su alcuni temi sta effettivamente avvenendo. Sul Ddl Zan ad esempio Iv, dopo aver approvato il disegno di legge alla camera, ha proposto di apportare delle modifiche al testo. Renzi ha motivato questo repentino cambiamento affermando che, senza togliere i contenuti non graditi al centrodestra di governo (Forza Italia, ma soprattutto Lega) la proposta di legge non avrebbe avuto i numeri per essere approvata. D’altra parte però molti analisti e addetti ai lavori hanno invece osservato come proprio i voti di Iv avrebbero potuto fare la differenza.

Sul Ddl Zan Italia viva ha recuperato centralità nel dibattito pubblico.

Su questo tema in effetti Italia viva ha recuperato centralità nel dibattito pubblico dopo aver trascorso alcuni mesi in sordina. La maggioranza che sostiene il governo Draghi infatti è molto ampia e di conseguenza il peso di Iv al suo interno risulta relativo. Però su temi dove il blocco di centrodestra e quello di centrosinistra hanno delle diversità di vedute Iv può essere l’ago della bilancia. E dato il contesto che abbiamo raccontato, ogni occasione di questo tipo per il partito diventa molto rilevante.

Un ulteriore aspetto che può aiutarci a capire quali possono essere le prospettive future di Italia viva riguarda un tema rilanciato proprio nelle ultime settimane da Matteo Renzi e cioè il reddito di cittadinanza, misura simbolo del Movimento 5 stelle. Il fondatore di Italia viva infatti ha duramente criticato la misura annunciando anche una campagna di raccolta firme per indire un referendum per la sua abrogazione. Con questa mossa di fatto Iv si allontana sempre di più dall’area del centrosinistra. D’altronde lo stesso Renzi aveva invitato esplicitamente il Partito democratico a scegliere tra il M5s e Iv. Anche questa iniziativa potrebbe essere interpretata nell’ottica di un riposizionamento verso il centro dello scacchiere politico.

Foto credit: Facebook - Matteo Renzi

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