Il supporto economico dei comuni ai soggetti a rischio esclusione sociale Bilanci dei comuni
In Italia, il 28,9% delle persone vive in condizioni considerate a rischio povertà o esclusione sociale. Attraverso i bilanci, vediamo quante risorse dei comuni sono destinate a interventi per i soggetti socialmente svantaggiati.
giovedì 27 Giugno 2019 | Italie a confronto
Nel 2017 in Italia, il 28,9% delle persone viveva in condizioni considerate a rischio povertà o esclusione sociale. Un dato che indica un miglioramento rispetto al livello del 2016, pari al 30%, ma che vede il nostro paese tra quelli dove questo fenomeno incide maggiormente in Europa. L’Italia è infatti al quinto posto tra i paesi Ue, per tasso di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, al di sopra della media e distante dall’obiettivo previsto per il 2020.
Per l’Italia l’obiettivo nazionale prevede una riduzione di 2,2 milioni, ma i dati indicano che dal 2008 al 2017 si è verificato un aumento, non una diminuzione, dei soggetti a rischio povertà o esclusione sociale.
4,5 milioni le persone a rischio povertà o esclusione sociale in più rispetto all’obiettivo 2020.
Una situazione problematica, che incide in misura diversa nelle varie aree del paese. Osservando il dato regionale, infatti, emergono ampie disparità tra il meridione e il resto d’Italia.
Sicilia, metà della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale
Percentuale di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale nelle regioni italiane (2017)
Il dato considera l’insieme di persone: a rischio povertà (guadagnano meno del 60% del reddito mediano nazionale), in condizioni di deprivazione materiale (non riescono a pagare affitto, riscaldamento), che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (gli adulti lavorano meno del 20% del proprio tempo di lavoro potenziale).
FONTE: elaborazione openpolis dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 20 Giugno 2019)
Tutto il sud Italia presenta un tasso di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale al di sopra della media nazionale (28,9%). La Sicilia è la regione con il livello più alto (52,1%), seguita da Campania e Calabria, entrambe a quota 46,3%. Dall'altro lato, il nord registra livelli inferiori alla media: la provincia autonoma di Bolzano ha la percentuale più bassa (8,5%), seguita da Veneto (15,4%) e Emilia Romagna (17,2%).
La spesa dei comuni per i soggetti a rischio esclusione sociale
Lo stato e le amministrazioni territoriali possono mettere in atto progetti di sostegno ai soggetti a rischio povertà o esclusione sociale. Per quanto riguarda regioni, province e comuni, la sezione di bilancio "diritti sociali, politiche sociali e famiglia" è destinata al finanziamento di gran parte di queste attività. A sua volta, la sezione si divide in voci di spesa specifiche: dagli interventi per i minori e le famiglie, a quelli per anziani e disabili, fino agli interventi "per i soggetti a rischio esclusione sociale".
Le spese in ambito sociale si dividono in diverse voci di bilancio.
Abbiamo concentrato la nostra analisi su quest'ultima voce, che riguarda sostanzialmente l'erogazione di servizi a favore di persone socialmente svantaggiate. Tra queste, indigenti, individui a basso reddito, immigrati, vittime di violenza criminale, detenuti. Si tratta quindi di varie categorie, che richiedono interventi diversi: sostegno al reddito, riabilitazione per alcolisti e tossicodipendenti, servizi di consultorio e ricovero diurno. Sono inoltre inclusi i contributi a favore di enti e associazioni che operano in tale ambito.
Essendo il livello amministrativo più vicino ai cittadini, il comune ha una maggiore percezione delle situazioni di esclusione sociale e quindi la possibilità di intervenire in modo più diretto sul territorio. Per questo, abbiamo ricostruito la spesa delle città più popolose d'Italia nel 2017, per i soggetti a rischio esclusione sociale.
Trieste spende più delle altri grandi città per i soggetti a rischio esclusione sociale
Spesa pro capite in interventi per soggetti a rischio esclusione sociale, nelle città con più di 200.000 abitanti (2017)
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2017
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2017)
Trieste è al primo posto con una spesa pro capite di 66,82 euro, seguita da Roma (56,22) e Bologna (37,17). Chiudono invece la classifica Messina (14,08), Verona (9,45) e Bari (1,10).
Come abbiamo visto prima, Campania e Sicilia sono le regioni con il più alto tasso di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Inoltre, Napoli, Catania, Palermo e Messina risultano essere le città metropolitane con il più alto indice di vulnerabilità sociale e materiale, secondo i dati del censimento 2011.
Nonostante questi dati, il capoluogo campano e le grandi città siciliane non si distinguono per alti livelli di spesa in interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Per approfondire tale risultato, abbiamo ampliato l'analisi della voce di bilancio, ai comuni della città metropolitana di Napoli.
Napoli, la spesa contro il rischio esclusione sociale si concentra nei comuni più popolosi
Spesa pro capite in interventi per soggetti a rischio esclusione sociale, nei comuni della città metropolitana di Napoli (2017)
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni che non compaiono nella mappa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2017
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2017)
I comuni con più di 50.000 abitanti, che corrispondono al 12% della città metropolitana, hanno un valore mediano di spesa pro capite pari a 9,85 euro, più di quello delle altre amministrazioni. Questo potrebbe essere legato a una maggiore incidenza di soggetti a rischio esclusione nei centri più abitati, rispetto ai territori meno popolosi. Infine, dei 92 comuni di cui è disponibile il dato 2017, ve ne sono 29 (31,5%) che hanno una spesa pari a 0 in questo ambito.
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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno, i comuni inviano i propri bilanci alla direzione centrale della finanza locale del ministero dell'interno, che li pubblica. Noi estraiamo i dati, li elaboriamo aggregandoli in voci di entrata e di spesa, e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati di openbilanci possono essere liberamente scaricati e utilizzati per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.
Foto credit: Flickr Francisco Schmidt - Licenza