In due anni di emergenza sono stati indetti bandi per quasi 25 miliardi di euro Le spese nella pandemia

Nei 26 mesi di pandemia sono state impiegate ingenti risorse per l’acquisto di beni e servizi utili al contrasto del Covid. Oltre il 90% dei bandi indetti è stato assegnato attraverso procedure semplificate, facilitate dal regime di emergenza.

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Più di 18mila lotti indetti per 24,5 miliardi di euro, di cui oltre 22 miliardi attraverso procedure semplificate.

Sono alcune delle cifre più significative sugli acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche italiane in più di due anni di pandemia.

Era il 31 gennaio 2020, infatti, quando il governo decretava lo stato di emergenza, in seguito all’accertamento dei primi due casi di Covid in Italia, una coppia di turisti cinesi che villeggiava a Roma. Un regime terminato solo 26 mesi dopo, lo scorso 31 marzo.

Abbiamo due casi accertati di Coronavirus in Italia. […] Domani mattina ho convocato un consiglio dei ministri in cui adotteremo ulteriori misure in modo da mettere tutte le strutture competenti a disposizione, ivi compresa la protezione civile».

Proprio in virtù dello stato di emergenza, furono messe in campo una serie di iniziative eccezionali, come la creazione della struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, diretta prima da Domenico Arcuri e poi da Francesco Paolo Figliuolo.

In questi mesi abbiamo costantemente monitorato i livelli di spesa delle amministrazioni pubbliche del paese, attraverso i dati che abbiamo messo a disposizione sull’osservatorio Bandi Covid.

Le spese per l’emergenza.

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Oggi, dopo un biennio estremamente complesso, possiamo delineare le principali caratteristiche dei bandi di gara, indetti con l’obiettivo di sostenere l’apparato statale e le articolazioni territoriali nella lotta alla pandemia.

Quasi un miliardo al mese

Dal 31 gennaio 2020 al 12 aprile 2022, data dell’ultimo aggiornamento dei dati presenti nell’osservatorio Bandi Covid, sono stati indetti 18.232 lotti di gara, che riportano importi pari complessivamente a 24,5 miliardi di euro, di cui 8,95 miliardi risultano a oggi formalmente aggiudicati. A indirli sono state 1.668 amministrazioni e società pubbliche italiane, che hanno svolto il ruolo di stazioni appaltanti.

24,48 miliardi di euro messi a bando al 12 aprile 2022.

È bene evidenziare che dalle somme oggetto di questo approfondimento sono stati esclusi gli accordi quadro, ossia le procedure che prevedono un affidamento diretto all’impresa, ma in seguito alla conclusione di una convenzione con una serie di aziende fornitrici.

In questo primo accordo si definisce una classifica di operatori abilitati a ricevere parte dell’appalto. In seguito la stazione appaltante assegna dei lotti agli operatori precedentemente definiti senza riaprire una competizione. Vai a "Cosa sono le procedure di scelta del contraente"

Al netto degli accordi quadro, dunque, possiamo affermare che è stato messo a bando quasi un miliardo di euro al mese, in media, per l’acquisto di beni, materiali e servizi necessari al contrasto della pandemia.

Dalle mascherine alle vaccinazioni

Con il nostro progetto Bandi Covid abbiamo categorizzato la tipologia di fornitura, per comprendere quali fossero i beni e i servizi che venivano acquistati con più ricorrenza.

Più di ogni altra cosa, gli acquisti hanno riguardato mascherine e dosi di vaccino.

Se fino alla fine del 2020 più dell’80% degli importi banditi erano dedicati all’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale (dpi), questa quota è via via scesa, nonostante rappresenti ancora oggi la prima tipologia di fornitura.

Infatti più di un terzo delle somme (il 36,4%, pari a 8,91 miliardi) riguarda proprio mascherine e dpi. Mentre un quarto degli acquisti (6,3 miliardi) è stato messo a bando per la campagna vaccinale, il cui peso è andato crescendo nel tempo.

Inoltre, 3,5 miliardi (14,3% del totale) rappresentano l’ammontare complessivo dei bandi di gara dedicati ai prodotti per le analisi, come test e tamponi.

L’elaborazione include importi di bandi emanati da tutte le amministrazioni pubbliche italiane, esclusi quelli relativi ad accordi quadro. L’importo a base d’asta è il prezzo fissato alla pubblicazione del lotto. L’importo di aggiudicazione è il prezzo effettivo con cui l’azienda si è aggiudicata il lotto. Nella tipologia “altro” sono comprese tutte le forniture non riconducibili alle altre categorie.

FONTE: openpolis - osservatorio bandi Covid
(ultimo aggiornamento: mercoledì 11 Maggio 2022)

 

L'utilizzo quasi esclusivo delle procedure semplificate

Il 93,7% dei lotti indetti in più di due anni di emergenza sono stati assegnati attraverso procedure di gara semplificate. Parliamo di 17.090 bandi sui poco più di 18mila totali, per complessivamente 22,1 miliardi di euro.

Basti pensare che la tipologia di gran lunga più utilizzata è la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, per importi pari a 17,4 miliardi di euro (il 71,2% del totale).

Attraverso questa procedura le stazioni appaltanti possono negoziare i termini del contratto con un minimo di 5 operatori economici (se sussistono in tale numero) senza pubblicare preventivamente un bando di gara. Vai a "Cosa sono le procedure di scelta del contraente"

Al secondo e terzo posto tra le procedure più utilizzate vi sono l'affidamento diretto in accordo quadro (9,2%) e l'affidamento diretto (7,7%), che sommati cubano 4,1 miliardi di euro.

L’elaborazione include le procedure seguite da tutte le amministrazioni pubbliche italiane, escluse quelle relative ad accordi quadro. La tipologia “altro” include le seguenti procedure: procedura negoziata senza previa indizione di gara (settori speciali), procedura negoziata con previa indizione di gara (settori speciali), confronto competitivo in adesione ad accordo quadro/convenzione, procedura ristretta, procedura competitiva con negoziazione, affidamento diretto per variante superiore al 20% dell’importo contrattuale, affidamento diretto a società in house, procedura negoziata con previa indizione di gara (settori speciali), procedure non classificate.

FONTE: openpolis - osservatorio Bandi Covid
(ultimo aggiornamento: mercoledì 11 Maggio 2022)

La centralità della struttura commissariale

Con il passare dei mesi è cresciuto vistosamente il ruolo del commissario straordinario per l'emergenza.

Se nella prima fase della pandemia la struttura allora guidata da Arcuri aveva "ereditato"  le mansioni e gli obiettivi di spesa del dipartimento di protezione civile e della Consip (organi che erano stati incaricati dal governo nelle primissime settimane dell'emergenza), nel corso del 2021 la struttura, affidata dal governo Draghi a Figliuolo, ha indetto soprattutto i bandi per l'acquisto delle dosi di vaccino, concordate con l'Unione europea.

Dei meccanismi di approvvigionamento dei vaccini e sulla necessità di una maggiore trasparenza sul tema raccontammo già un anno fa. Come vedremo, in termini economici si tratta dei lotti più importanti.

FONTE: openpolis - osservatorio bandi Covid
(ultimo aggiornamento: mercoledì 11 Maggio 2022)

Tra le oltre 1.600 amministrazioni monitorate dal nostro osservatorio, rileviamo che il 62,5% del totale delle somme messe a bando (15,3 miliardi di euro) sono di competenza del commissario straordinario.

Subito dopo troviamo, ma in forme più residuali, tre aziende pubbliche che si occupano degli acquisti per conto delle regioni: Aria Spa per la Lombardia (923 milioni), Zero per il Veneto (913) ed Estar per la Toscana (560). Infine, il dipartimento nazionale di protezione civile e Consip hanno indetto bandi per somme pari rispettivamente a 385 e 305 milioni di euro, per avvisi emessi soprattutto nella fase iniziale dell’emergenza.

Con un solo bando, a novembre sono stati acquistati vaccini per 2,8 miliardi.

I 20 lotti più importanti (dal punto di vista economico) nell'ambito dell'emergenza Covid sono stati comunque tutti indetti dal commissario. Quello che riporta l’importo a base d’asta più alto (2,8 miliardi di euro) è stato pubblicato lo scorso novembre ed è relativo all’acquisto di dosi di vaccino da somministrare fino al giugno 2023.

Seguono altri due lotti banditi per l’acquisto di dosi di vaccino, rispettivamente di 1,1 miliardi e 930 milioni. Mentre nell’agosto 2020 erano stati messi a bando 749 milioni per l’acquisto di mascherine, successivamente aggiudicati per 237,4 milioni a Fca Italy. Tra i lotti più importanti troviamo anche sedute e banchi per le scuole, l’antivirale orale paxlovid, oltre a un lotto indetto nell'aprile 2020 per il servizio di trasporto merci e logistica.

FONTE: openpolis - osservatorio bandi Covid
(ultimo aggiornamento: mercoledì 11 Maggio 2022)

Nelle prossime settimane proseguiremo l'analisi di quanto è stato bandito (e speso) nel corso degli ultimi due anni, con l'obiettivo di continuare a monitorare questo rilevante volume di risorse pubbliche impiegate in regime di emergenza.

Foto: Vladimir Fedotov - licenza

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