In Italia la tutela dell’ambiente resta una priorità per i giovani #conibambini

I recenti cambiamenti dello scenario geopolitico internazionale sembrano aver fatto passare in secondo piano i temi ambientali. Eppure la lotta al cambiamento climatico resta una priorità per i giovani, specie per chi vive in zone particolarmente critiche.

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Negli ultimi mesi il contesto geopolitico internazionale è fortemente mutato, determinando un cambiamento sia nell’agenda dei decisori che all’interno del dibattito pubblico. Il rischio è che a fare le spese di questa nuova situazione sia il tema della transizione ecologica, che pure resta una priorità, soprattutto per le giovani generazioni, non essendo affatto cessate le crisi climatiche. L’approssimarsi della Giornata mondiale della terra, che ricorrerà il prossimo 22 aprile, è un’occasione per tornare a porre l’attenzione su questi temi.

In effetti, ancora nell’autunno scorso, un’indagine realizzata da Eurobarometro evidenziava come per un terzo dei giovani europei il cambiamento climatico rappresentasse una priorità che l’Ue avrebbe dovuto affrontare nei prossimi 5 anni. È interessante osservare che l’Italia riporta la percentuale più alta fra i vari stati membri.

46% i giovani italiani tra i 16 e 30 anni per cui il cambiamento climatico dovrebbe essere una questione prioritaria per l’Ue nei prossimi 5 anni.

Le motivazioni di una percentuale così importante sono probabilmente molteplici. Un elemento che influisce nella percezione di quali dovrebbero essere le principali priorità è costituito certamente dal contesto in cui i giovani italiani vivono. Da questo punto di vista l’ambiente scolastico, in cui ragazzi e ragazze trascorrono molto del loro tempo, ha un ruolo di primo piano.

Aspetti come la vicinanza della scuola a fonti inquinanti o la possibilità di raggiungere il proprio istituto con mezzi alternativi all’auto privata per ridurre l’impatto ambientale sono quindi dati molto interessanti da analizzare. Non solo per comprendere meglio quali sono le esigenze dei giovani ma anche per individuare le maggiori criticità da questo punto di vista ed eventualmente intervenire. Dai dati emerge che le situazioni più complicate si registrano principalmente nelle città maggiori.

Ambiente ancora prioritario per i giovani, soprattutto in Italia

Nel corso dell’ultima indagine sulla gioventù, condotta nell’autunno scorso da Eurobarometro per le istituzioni Ue, è stato chiesto ai giovani europei quali fossero le questioni che consideravano prioritarie per l’Unione nei prossimi 5 anni. Ogni intervistato poteva indicare 3 priorità.

In media, a livello europeo, quella più citata è l’aumento dei prezzi (40%). Seguono il cambiamento climatico (33% del campione) e la creazione di posti di lavoro (31%).

1 su 3 i giovani europei per cui è prioritario il cambiamento climatico. Sono quasi 1 su 2 in Italia.

In Italia il tema dell’ambiente è vissuto come ancora più urgente dai giovani. Nel nostro paese e in Danimarca infatti oltre il 40% dei ragazzi e delle ragazze considera l’ambiente e il cambiamento climatico una delle principali priorità.

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Eurobarometro
(pubblicati: lunedì 17 Febbraio 2025)

Il 46% dei giovani italiani indica questa come priorità per le istituzioni europee (13 punti in più della media Ue). Al secondo posto, viene menzionato il tema del lavoro (38% delle risposte). Seguono, con il 34%, l’aumento del costo della vita e l’accesso alla protezione sociale.

Negli ultimi anni, le mobilitazioni per il clima tra i più giovani hanno testimoniato l’importanza attribuita al tema. L’ordine di priorità emerso nell’indagine riflette anche questa tendenza.

Allo stesso tempo, è interessante indagarne le cause profonde. Ad esempio, se e come la preoccupazione verso l’ambiente riflette anche la percezione che ragazze e ragazzi hanno rispetto alla condizione del proprio territorio, nella vita di tutti i giorni. A partire dalle scuole che frequentano quotidianamente.

Inquinamento e raggiungibilità delle scuole con mezzi alternativi

La scuola è infatti uno dei principali luoghi dove i giovani trascorrono il tempo fuori da casa. Qui condividono esperienze con coetanei e adulti, riscontrando in alcuni casi problemi o disagi che ne formano la percezione di cosa funziona e cosa può migliorare nel mondo che li circonda.

L’ambiente scolastico che frequentano può influenzare molto la percezione dei giovani di quali siano le priorità su cui intervenire.

Due aspetti (non gli unici) fortemente collegati con la questione ambientale, e con la sostenibilità percepita di una scuola, sono la sua raggiungibilità con mezzi alternativi all’auto e la vicinanza a fonti di inquinamento. Informazioni che – attraverso l’analisi dei dataset rilasciati dal ministero dell’istruzione – possiamo ricostruire per l’anno scolastico 2022/23.

In media in Italia quasi 9 edifici scolastici su 10 (89,3%) sono raggiungibili con mezzi alternativi all’auto privata. A partire dalle diverse forme di trasporto pubblico locale: con pullman e autobus, treni, tram e metropolitane (nelle città maggiori). Una quota molto inferiore, pari al 2,4% degli edifici scolastici statali, è vicina a fonti di inquinamento atmosferico.

Incrociando le due informazioni, possiamo ricostruire quali comuni siano caratterizzati da scuole più raggiungibili con mezzi di trasporto alternativi all’auto e distanti da fonti di inquinamento rispetto alla media nazionale. O, viceversa, poco raggiungibili con il trasporto pubblico e vicine a fonti inquinanti.

Per ogni comune è stata calcolata:

  • la percentuale di edifici scolastici statali per cui è stata dichiarata dagli enti proprietari la raggiungibilità con mezzi alternativi a quello privato (trasporto pubblico urbano, interurbano, ferroviario etc.);
  • la percentuale di edifici scolastici statali per cui è dichiarata la vicinanza a fonti di inquinamento atmosferico. In quest’ultimo caso, per determinare univocamente il concetto di “prossimità” all’edificio scolastico, il ministero segnala nelle linee guida alla compilazione che, “generalmente, nei regolamenti comunali si considera ‘prossimo’ a un edificio, un elemento urbanistico che si trovi entro il raggio di 300 metri dall’edificio stesso”.

I comuni sono stati attribuiti a una delle 4 categorie in base al confronto tra la quota registrata nel comune e la media nazionale. Dati non disponibili per il Trentino Alto-Adige.

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)

Dei quasi ottomila comuni presenti in Italia, al netto dei circa 1.200 senza edifici scolastici attivi, la maggior parte (5.324) ospita edifici scolastici più raggiungibili con mezzi pubblici e meno vicini a fonti inquinanti della media nazionale. Parliamo dei comuni in verde sulla mappa. Oltre mille si trovano in posizione intermedia. O perché gli edifici sono lontani da fonti inquinanti ma non sono ben collegati con i mezzi (1.087), o viceversa sono ben collegati ma si trovano in aree di inquinamento atmosferico (194).

Altri 65 comuni, una minoranza (indicata in rosso sulla mappa), si caratterizzano per entrambe le criticità. Ovvero meno scuole raggiungibili con mezzi alternativi all’auto e maggior vicinanza a fonti di inquinamento. Da notare che si tratta soprattutto delle città principali. In ordine di numerosità del patrimonio di edilizia scolastica, possiamo citare tra i comuni in questa situazione Roma, Napoli, Milano, Bari, Reggio Calabria, Livorno, Rimini e Forlì.

7,3% i capoluoghi di provincia in cui la vicinanza delle scuole a fonti inquinanti o la raggiungibilità con mezzi pubblici è peggiore del dato nazionale.

Ciò a fronte di una media inferiore all’1% tra i comuni non capoluogo. In modo analogo, la quota è pari al 6,6% nei comuni polo, le città baricentriche in termini di servizi. Grandi città in cui il tema dell’accesso al trasporto pubblico e della qualità dell’aria è centrale. E può contribuire a formare in ragazze e ragazzi la coscienza di cosa è più urgente per migliorare il mondo in cui vivono.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi alla presenza di edifici scolastici vicini a fonti di inquinamento atmosferico rispetto al comune sono stati elaborati incrociando informazioni di fonte Mim e Istat.

Foto: Leonardo Basso (Licenza)

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