La comunicazione digitale con la pubblica amministrazione Europa
La digitalizzazione della pubblica amministrazione è un aspetto importante della strategia digitale europea. Da questo punto di vista l’Italia è ancora tra gli ultimi paesi del continente, presentando inoltre forti divari regionali.
mercoledì 10 Novembre 2021 | Europa
Internet e i device tra cui gli smartphone sono usati in maniera sempre più capillare nella comunicazione non solo tra individui ma anche con enti e istituzioni, e tra le altre cose hanno anche cambiato il modo di fruire dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione.
La digitalizzazione del settore pubblico è parte integrante della European digital strategy. Da questo punto di vista però l’Italia ha ancora molta strada da fare, soprattutto se consideriamo i divari a livello regionale.
E-government, i vantaggi di un settore pubblico digitalizzato
Le tecnologie digitali possono facilitare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.
La digitalizzazione velocizza e semplifica le pratiche della pubblica amministrazione.
Da una parte, si tratta di una transizione inevitabile, visto il livello di diffusione della comunicazione digitale. Dall’altra, ha anche grandi potenzialità per quanto riguarda la semplificazione e velocizzazione di una serie di processi spesso burocraticamente articolati e dalle tempistiche dilatate. Oltre a poter garantire maggiore trasparenza da parte della pubblica amministrazione stessa e una maggiore partecipazione da parte dei cittadini.
La commissione europea definisce questo adeguamento e potenziamento del settore pubblico alla comunicazione digitale “e-government”.
Effective digital public services, or eGovernment, can provide a wide variety of benefits. These include more efficiency and savings for governments and businesses, increased transparency, and greater participation of citizens in political life.
Attraverso una serie di strumenti quali portali online, sportelli pubblici e siti sempre più interattivi, la comunicazione pubblica può quindi essere resa più efficiente e rapida. Oltretutto con un notevole risparmio sia per i cittadini che per le imprese.
In Italia ad esempio questo è stato evidente con la digitalizzazione dei processi di aggiudicazione dei bandi (il cosiddetto e-procurement).
3 mld di euro vengono risparmiati ogni anno in Italia grazie all’e-procurement, secondo la commissione europea.
Si tratta di vantaggi pratici ancora più significativi se pensiamo alla pandemia e alla necessità di garantire servizi pubblici efficienti ma con minore necessità di contatto.
Oltre all’aspetto puramente pratico, la digitalizzazione della pubblica amministrazione può anche contribuire a una maggiore inclusività, garantendo ad esempio una maggiore accessibilità ai servizi pubblici per gli anziani, le persone con disabilità e chiunque per una serie di ragioni abbia difficoltà a recarsi fisicamente presso le strutture. Infine, questo processo può portare a una maggiore organicità a livello europeo, contrastando la frammentazione dei servizi nei vari paesi.
Divari europei nella digitalizzazione della Pa
Negli ultimi 10 anni è andato progressivamente aumentando il numero di persone che, in Ue, usano internet per portare a termine pratiche pertinenti alla pubblica amministrazione. Secondo la commissione europea, nel 2019 oltre il 40% dei cittadini Ue usava internet per ottenere informazioni dalle autorità pubbliche. Mentre il 38% lo usava per inviare moduli compilati e il 33% per scaricarli.
55% dei cittadini Ue nel 2019 comunicava digitalmente con le autorità pubbliche.
Ci sono però importanti differenze tra paesi in cui la digitalizzazione della pubblica amministrazione ha ormai raggiunto livelli avanzati e altri in cui si tratta di un fenomeno ancora marginale, che ha coinvolto solo una parte modesta della popolazione.
I paesi scandinavi sono primi in Ue per uso di internet nella comunicazione con la Pa
La quota di persone che usano internet per comunicare con la pubblica amministrazione nei paesi Ue (2019)
I dati si riferiscono a persone tra i 17 e i 64 anni e provengono da un questionario realizzato da Eurostat con cadenza annuale.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Novembre 2021)
La Danimarca è in questo senso il primo paese Ue, con il 92% di cittadini che comunica digitalmente con la pubblica amministrazione. Seguono la Finlandia (87%) e la Svezia (86%). Altri paesi dell'Europa occidentale, come Paesi Bassi e Francia, ma anche i paesi baltici e in particolare l'Estonia, registrano quote piuttosto alte, mentre gli stati dell'Europa orientale e meridionale si attestano su cifre inferiori.
In particolare la Romania, dove solo il 12% dei cittadini comunica con la pubblica amministrazione attraverso internet. Segue da questo punto di vista l'Italia (23%), con 22 punti percentuali in meno rispetto alla media europea e con un calo pari all'1% rispetto al 2018.
L'Italia è infatti anche uno degli ultimi paesi in Ue per avanzamento della digitalizzazione in generale, seguita soltanto da Romania, Grecia e Bulgaria.
Nord e sud Italia divisi digitalmente
Se poi analizziamo i dati a livello regionale, vediamo che in Italia c'è una forte disparità tra nord e sud rispetto alla comunicazione digitale con il settore pubblico.
Nel nostro paese ci sono infatti dei divari digitali piuttosto pronunciati, che ricalcano disuguaglianze economiche e sociali preesistenti e le acuiscono. Un fenomeno che si rispecchia anche nell'implementazione delle strategie di e-government.
Nella provincia di Trento 1 cittadino su 3 comunica digitalmente con la Pa
La quota di cittadini che comunicano digitalmente con la pubblica amministrazione nelle regioni italiane (2019)
I dati si riferiscono a persone tra i 17 e i 64 anni e provengono da un questionario realizzato da Eurostat con cadenza annuale.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Novembre 2021)
Le regioni settentrionali sono infatti quelle dove i servizi pubblici digitalizzati raggiungono più cittadini, prima tra tutte la provincia autonoma di Trento (32%), seguita da Valle d'Aosta e provincia autonoma di Bolzano (29%).
In tutte le regioni del nord e del centro la quota supera il 20%, una cifra che invece nessuna regione meridionale raggiunge, fatta eccezione per la Sardegna (25%).
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