La cooperazione internazionale nei programmi dei partiti Politiche 2018
I programmi ufficiali dei partiti sono ormai documenti di pochi punti, spesso trattati in maniera superficiale. Come affrontano il tema della cooperazione.
giovedì 22 Febbraio 2018 | Cooperazione
Negli anni i programmi elettorali hanno assunto sempre meno importanza. Ma nel flusso di dichiarazioni, smentite e controsmentite rilanciate quotidianamente durante la campagna elettorale, il programma è comunque un documento che costituisce la posizione ufficiale delle forze politiche che lo hanno sottoscritto.
Per questo abbiamo provato ad analizzare i programmi dei partiti per conoscere le loro posizioni in materia di cooperazione allo sviluppo. Il primo dato che emerge è che tra i programmi ufficiali analizzati nessuno tratta il tema della cooperazione allo sviluppo in maniera diretta e i pochi accenni che si trovano trattano l’argomento in relazione al fenomeno migratorio. La legge prevede che i partiti depositino il programma al ministero dell’intero tuttavia in alcuni casi il testo depositato non è lo stesso che si trova sul sito dei partiti. Sui siti del Partito democratico (Pd) e del Movimento 5 stelle (M5s) infatti si trovano documenti più ampi di quelli ufficialmente depositati al ministero, in cui è possibile trovare qualcosa in più sul tema della cooperazione.
Centro destra
Il centro destra tratta l’argomento nel quinto punto (di 10) del suo programma intitolato sicurezza per tutti. È evidente che la sicurezza non ha molto a che fare con la coopehttps://twitter.com/ellyesse/status/968899393775652869razione allo sviluppo, ma in ogni caso è qui che troviamo i pochi elementi utili:
– Ripresa del controllo dei confini.
– Blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici.
– Piano Marshall per l’Africa.
– Rimpatrio di tutti i clandestini.
– Abolizione dell’anomalia solo italiana della concessione indiscriminata della sedicente protezione umanitaria mantenendo soltanto gli status di rifugiato e di eventuale protezione sussidiaria.
Il programma depositato al ministero dell’interno dalla
coalizione di centro destra.
Tra questi punti l’unico che riguarda propriamente la cooperazione internazionale è il “piano Marshall per l’Africa”, ovvero un grande piano di investimenti nel continente africano. Purtroppo il programma non specifica né le modalità né l’importo di questi investimenti. Tuttavia questo punto esprime un chiaro, per quanto generico, impegno del centro destra ad aumentare la spesa per l’aps genuino, in particolare nella sua componente bilaterale.
Gli altri punti riguardano direttamente il fenomeno migratorio. Su questi si segnala intanto la dubbia legalità della proposta sui respingimenti assistiti, visto che la Convenzione di Amburgo sulla ricerca ed il soccorso in mare del 1979 obbliga a sbarcare i migranti nel porto sicuro più vicino. Per porto sicuro, quando si parla di richiedenti asilo o rifugiati, si intende il porto di un paese membro della convenzione sui rifugiati, in cui le persone sbarcate possano fare richiesta di asilo. Questo esclude quindi la possibilità che i richiedenti asilo possano essere sbarcati in Libia.
Sul rimpatri dei clandestini bisogna innanzitutto capire cosa si definisca con questo termine. In ogni caso questo tema è strettamente legato a quello degli accordi con i paesi di origine dei migranti, argomento non nuovo per il centro destra.
Il problema dei rimpatri è la mancanza di accordi con gran parte dei paesi di origine, senza i quali non si può fare alcun rimpatrio. Se ne parla ormai da molti anni ma raggiungere questi accordi non è facile, e anche se si dovesse riuscire a stipularne di nuovi è irrealistico pensare che questo avvenga in tempi rapidi.
Il centro destra propone infine di eliminare la protezione umanitaria, una forma di asilo che viene concessa nel caso in cui non ci siano i requisiti per accedere alla protezione internazionale. Si tenga presente che nel 2017 questa forma di protezione ha rappresentato il 59,5% di tutte le richieste di asilo accolte. Senza questa forma di asilo le richieste accolte non sarebbero state il 41,5% ma solo il 16,8%. Rimane da chiedersi se un risultato di questo tipo non abbia l’effetto di aumentare il numero di irregolari piuttosto che ridurlo.
Partito democratico
La coalizione di centro sinistra non ha un programma comune ma è senza dubbio il Partito democratico (Pd) il perno della coalizione. Nel suo programma ufficiale il tema della cooperazione non è affrontato, i temi più affini in ogni caso si trovano all’ottavo e ultimo punto Verso gli Stati Uniti d’Europa:
Vogliamo un’europa protagonista in tutti i teatri di crisi internazionali ma in modo particolare nel rapporto con l’Africa [...]
Il programma depositato al ministero dell'interno dal
Partito democratico.
In queste poche righe emergono sia una particolare attenzione nei confronti del continente africano sia la volontà di spostare i grandi temi della politica estera su un piano europeo. Non è esplicitato però il tipo di politiche che si intendono adottare nei confronti del continente africano.
Qualche parola in più è spesa sul tema dei flussi migratori. Il Pd propone il superamento del sistema di Dublino, un tema che vede d’accordo tutte le principali forze politiche, anche quando non trattano il tema nei programmi. Il problema ovviamente consiste nel trovare un accordo con gli altri partner europei. La proposta che viene presentata nel programma è quella di legare i contributi versati al bilancio europeo alla collaborazione degli altri paesi su questa materia:
Vogliamo un’Europa che si faccia carico del problema della migrazione superando il principio contenuto nell’accordo di Dublino del 2003 che impone [...]. E proponiamo che in assenza di una solidarietà nella gestione della migrazione non potrà esserci solidarietà nel prossimo bilancio europeo: in altri termini vogliamo stabilire una correlazione tra i soldi che l’Italia mette come paese contributore nel bilancio europeo e gli impegni che i paesi che ricevono quei soldi mettono nella gestione della migrazione.
In realtà una proposta del genere è già stata presentata dal parlamento europeo, che nel suo progetto di revisione del regolamento di Dublino prevede un meccanismo per ridurre l’accesso ai fondi comunitari a quei paesi che non accetteranno il ricollocamento dei richiedenti asilo.
Ciò che propone il Pd però sembra più legato ai fondi erogati dall’Italia e quindi a una sorta di strumento di pressione, o ricatto. Bisognerà vedere, nel caso come una strategia di questo tipo verrà presa a Bruxelles e nelle altre capitali europee, e in che misura il Pd sia disposto a mantenere un braccio di ferro su questo tema.
Il programma che si trova sul sito del Pd.
Più forte, più giusta. L’Italia.
Sul sito del Pd si trova poi una versione estesa del programma. Qui il partito democratico assume impegni più puntuali in materia di cooperazione, impegnandosi a raggiungere l’obiettivo intermedio dello 0,3 aps/rnl entro il 2020 e in prospettiva lo 0,7.
Il tema dell’Africa e dei flussi migratori qui è più sviluppato che nel documento ufficiale ma tratteggia le stesse linee, però il tema della riforma di Dublino è trattato in maniera meno aggressiva. La linea esposta in questa versione del programma è sostanzialmente quella della del parlamento europeo, mentre non si accenna ai contributi italiani al bilancio dell’Unione.
Movimento 5 stelle
Nel programma ufficiale del movimento non si parla di cooperazione. Il tema dell’immigrazione invece è trattato nell’ottavo dei suoi venti punti programmatici stop al business dell’immigrazione:
- Rimpatri immediati per gli irregolari;
- 10.000 nuove assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare in un mese, come altri paesi europei, se un migrante ha diritto di stare in Italia o no.
Il programma depositato al ministero dell'interno dal
Movimento 5 stelle.
In materia di rimpatri il problema è lo stesso che si presenta alla coalizione di centrodestra. Anche se, a differenza di Lega e Forza Italia, il M5s non ha già governato in passato, è da capire in che modo il movimento conti di raggiungere in tempi rapidi accordi bilaterali con i paesi di provenienza, visti i limitati risultati che il nostro paese ha raggiunto fino ad oggi.
Il tema dei tempi nelle decisioni delle commissioni territoriali è sicuramente importante, anche perché oggi lascia in uno stato di limbo moltissimi richiedenti asilo. Il paragone con gli altri paesi europei non sembra molto rilevante, visto che in questi paesi il flusso di migranti in arrivo non è paragonabile. Quanto alla cifra di 10.000 assunzioni è difficile da valutare, prendiamo comunque atto di un impegno del movimento su questo fronte.
Sul sito del movimento è poi presente un altro programma, molto più dettagliato ma indicato in molte sue parti come parziale. Questo programma è stato votato dagli iscritti alla piattaforma Rousseau ed ha costituito la base da cui sono stati estratti i venti punti del programma ufficiale. Tra i temi votati degli iscritti ce n’è anche uno che riguarda specificatamente la cooperazione internazionale. Mentre in molti altri punti del programma si chiedeva agli iscritti se erano a favorevoli o contrari in questo caso il movimento ha proposto una scelta multipla.
Considerando il fatto che i fondi destinati alla cooperazione internazionale allo sviluppo rappresentano un investimento da utilizzare al meglio al fine di eradicare le cause profonde delle migrazioni, ritieni si debba dare priorità al finanziamento trasparente di:
1. Tanti piccoli programmi di sostegno allo sviluppo [...]
2. Programmi di sostegno alle istituzioni dei paesi in via di sviluppo [...]
3. Programmi di grandi investimenti in infrastrutture[...]
Il programma che si trova sul sito del M5s.
Il Programma per l'Italia scritto dagli Italiani.
Il primo punto è risultato ampiamente il più votato. Resta da chiedersi perché inserire questo quesito nel “Programma immigrazione” del M5s piuttosto che nel “Programma esteri”, nel quale non si parla di cooperazione allo sviluppo.
Liberi e Uguali
La formazione guidata da Pietro Grasso tratta, ancorché di sfuggita, il tema della cooperazione in un capitolo del suo programma intitolato Pace e disarmo:
Serve una politica estera di pace. Dobbiamo rafforzare le politiche di cooperazione e solidarietà internazionale, di promozione dei diritti umani attraverso l'applicazione delle convenzioni internazionali e rifiutare l'interventismo militare al servizio di una logica di guerra.
Il programma depositato al ministero dell'interno da
Liberi e uguali.
All’interno di un discorso generico si può comunque dire che Liberi e uguali (Leu) si impegni attraverso queste parole, a sostenere il settore della cooperazione allo sviluppo. Altri spunti possono essere poi trovati nel capitolo L’uguaglianza nei diritti dove è trattato anche il tema dei flussi migratori:
Sulle politiche di accoglienza è aperta una faglia in tutta Europa. Dobbiamo rigettare accordi con Paesi in cui non siano garantiti i diritti umani, promuovere reali occasioni di sviluppo nei Paesi di provenienza e non permettere che si continui a depredarli.
Dobbiamo gestire le migrazioni con razionalità, abolendo la Bossi Fini, introducendo un permesso di ricerca lavoro e meccanismi di ingresso regolari, promuovendo la nascita di un unico sistema di asilo europeo che superi il criterio del paese di primo accesso e che comprenda canali umanitari e missioni di salvataggio.
Va costruito un sistema di accoglienza rigoroso, diffuso e integrato, sulla base del modello Sprar, adeguatamente dimensionato, superando la gestione straordinaria che troppi scandali e distorsioni ha generato in questi anni, stroncando ogni forma di speculazione e invece generando nuove opportunità di inclusione e sviluppo.
Il nesso tra investimento sulla cooperazione e flussi migratori è presente anche qui e viene accompagnato al ripudio di politiche predatorie in paesi terzi. Al contrario degli altri schieramenti poi, non si propongono nuovi accordi di rimpatrio ma piuttosto l’annullamento di alcuni di questi. Il programma di Leu propone poi l’abolizione della Bossi-Fini, meccanismi di ingresso regolari, canali umanitari e un sistema di asilo unico europeo. Quest’ultima proposta è un po’ diversa da quella del Pd oltre che dal progetto di revisione del regolamento di Dublino del parlamento europeo. Si tratta di un'ipotesi che prevede di delegare la materia all'Europa più di quando non faccia la proposta del parlamento europeo ma, proprio per questo, appare di ancor più di difficile attuazione.
Nel paragrafo successivo il programma di Leu parla del Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). L’intenzione di superare una gestione straordinaria dell’accoglienza è sicuramente positiva, tuttavia questo è stato anche l’obiettivo degli ultimi governi in materia di accoglienza, purtroppo con scarsi risultati.
Update
Dal momento della pubblicazione dell'articolo ci sono state delle novità per cui vale la pena aggiornare alcune informazioni.
Il programma del Movimento 5 stelle non riporta più la dicitura "programma parziale" e alcune pagine del sito sono nel frattempo cambiate. In ogni caso i contenuti del programma sono rimasti gli stessi.
Elly Schlein, europarlamentare che ha contribuito a scrivere il programma elettorale di Liberi e uguali, ha specificato con un tweet la posizione di Leu sul tema dell'asilo in europa:
Utilissimo.Non è vero però che il programma di LEU,cui ho contribuito, si distanzi dalla riforma di Dublino proposta dal PE,di cui sono stata tra le relatrici.Scrivendo “sistema comune d’asilo europeo che superi il criterio del primo paese d’accesso” ci riferiamo proprio a quella
— elly schlein (@ellyesse) 28 febbraio 2018
La frase "sistema comune di asilo", ci aveva indotto a pensare che la proposta di Leu si spingesse oltre a quella del parlamento europeo. In ogni caso un dialogo costruttivo con gli attori politici è sempre positivo, e questo a maggior ragione durante la campagna elettorale, quando è particolarmente importante informare correttamente gli elettori sulle posizioni programmatiche dei partiti.
Foto Credit: Cifa Onlus