La maturità 2023 e i divari tra gli studenti di quinta superiore Numeri alla mano
giovedì 22 Giugno 2023 | Povertà educativa
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento “Come arrivano gli studenti alla maturità 2023“
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i candidati alla maturità 2023 iniziata ieri. Ragazze e ragazzi che dovranno affrontare l’esame di stato per concludere il proprio percorso di studi secondario. L’esito finale dipenderà da come e quanto gli studenti arriveranno preparati a questo appuntamento. Ma la questione non riguarda solo loro: è dalle capacità dei più giovani che dipendono le prospettive del paese. Vai al modulo.
52%
gli studenti delle V superiori che nel 2022 hanno raggiunto un livello di competenza almeno adeguato in italiano. Erano il 64% nel 2019. Un dato che ci ricorda l’impatto che ha avuto l’emergenza Covid sugli apprendimenti, e quindi su come arrivano gli studenti a questa prova finale. Gli apprendimenti peraltro sono calati soprattutto tra i giovani svantaggiati. Nel 2022 il 12% degli studenti di condizione medio-bassa ha concluso la quinta superiore con competenze di base del tutto inadeguate (erano l’8% nel 2019). Tra i coetanei avvantaggiati la quota è passata dal 3 al 5,6%. Vai al grafico.
31,6
i punti che separano gli studenti di condizione familiare migliore da quelli più svantaggiati nelle prove Invalsi di italiano in V superiore. Gli studenti con alle spalle una famiglia di status socio-economico-culturale alto raggiungono un punteggio medio di 202,6 in italiano. La quota scende a 191,3 tra quelli di famiglie di condizione medio-alta e a 185 in quelle medio-basse. Tra gli studenti con le famiglie più svantaggiate crolla a 171: oltre 30 punti in meno dei coetanei avvantaggiati. Vai al grafico.
2 su 3
gli studenti di Campania e Calabria con risultati in italiano inadeguati al V anno nelle prove Invalsi 2022. Questa problematica ha le sue radici in profondi divari territoriali. A fronte di una media nazionale del 48% di risultati inadeguati in V superiore, in Calabria, Campania e Sicilia la quota supera il 60%. Parliamo di ragazzi che in italiano si collocano nei livelli di apprendimento più bassi (1 e 2), ovvero con un risultato non in linea con i traguardi previsti alla fine del secondo ciclo d’istruzione. Se si isolano solo gli studenti al livello 1, che in base alla metodologia Invalsi si caratterizzano per un “risultato molto debole, corrispondente ai traguardi di apprendimento in uscita al massimo dalla II secondaria di secondo grado”, sono ancora queste le regioni più colpite, rispettivamente con il 38,4% in Campania, il 36,9% in Calabria e il 33,9% in Sicilia. Per avere un termine di paragone, in Valle d’Aosta e nella provincia di Trento sono meno del 10%, e poco più di uno su 10 in Veneto (12,2%). Vai all’articolo.
41%
gli studenti di V superiore al livello di competenza più basso nelle scuole di Enna nell’a.s. 2021/22. Sono 14 i capoluoghi dove oltre un terzo degli studenti di V superiore si attesta al livello 1 di italiano, quello più basso, nelle prove Invalsi. In tutti i casi si tratta di città del sud e delle isole: Enna, Crotone, Agrigento, Brindisi, Caserta, Napoli, Cosenza, Sassari, Messina, Catanzaro, Vibo Valentia, Palermo, Catania e Oristano. La quota di ragazzi che si fermano al livello 1 più contenuta si registra a Cuneo (5,7%), Belluno (6,5%) e Lecco (7,4%). Vai alla mappa.