Le infrazioni europee a carico dell’Italia Numeri alla mano
giovedì 3 Dicembre 2020 | Potere politico
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “In calo le procedure di infrazione a carico dell’Italia“.
785
le procedure d’infrazione avviate nel 2020 dalla commissione europea. Il diritto europeo trova implementazione attraverso l’utilizzo di 3 strumenti principali: le decisioni, i regolamenti e le direttive. I primi due sono immediatamente esecutivi, mentre le direttive richiedono un’azione diretta degli stati membri, chiamati a recepirne il contenuto all’interno dell’ordinamento nazionale. Solitamente le direttive prevedono degli obiettivi ma viene lasciato agli stati ampio margine di manovra sui metodi per raggiungerli. Le autorità nazionali hanno due anni di tempo per recepire i contenuti delle direttive e per comunicare alla Commissione europea le misure messe in campo. Se ciò non avviene può essere avviata una procedura di infrazione. Nel corso del 2020 sono state aperte 785 nuove procedure, portando così il totale delle pendenti a 1.799. Vedi che cosa sono le procedure di infrazione.
31
le nuove procedure di infrazione aperte contro l’Italia nel 2020. Il nostro paese si colloca all’ottavo posto (insieme a Spagna e Grecia) per numero di nuove procedure aperte dall’inizio dell’anno. Tra gli stati che fanno peggio troviamo il Portogallo con 51, il Regno Unito con 48 e il Belgio con 47. Rispetto ai dati di giugno la posizione del nostro paese da questo punto di vista è migliorata. Con 22 procedure aperte nei primi 6 mesi dell’anno, l’Italia infatti occupava il terzo posto per numero di nuove infrazioni (superata solo da Portogallo e Regno Unito). Nonostante questo, quella italiana rimane una delle performance peggiori se si prendono in considerazione esclusivamente i principali paesi europei. Vai all’approfondimento.
-8,2%
la riduzione delle infrazioni pendenti a carico dell’Italia rispetto a giugno 2020. Il numero di casi pendenti a carico dell’Italia può essere considerato un buon “termometro” del rapporto che il nostro paese ha con le istituzioni europee. I governi della scorsa legislatura, soprattutto quelli guidati da Renzi e Gentiloni, avevano portato avanti delle chiare politiche per cercare di ridurli. Al contrario, con l’avvento del governo giallo-verde, le procedure di infrazione sono tornate a salire. Con la nuova maggioranza giallorossa invece l’atteggiamento nei confronti delle istituzioni europee parrebbe essere cambiato di nuovo. Attualmente sono 85 in totale le procedure di infrazione ancora in corso contro il nostro paese. Il dato si è ridotto rispetto a giugno quando era stato raggiunto il valore record di 92. Da questo punto di vista, quella dell’Italia è la performance migliore a livello europeo nel periodo considerato. Vai al grafico.
55,3%
le infrazioni a carico dell’Italia ancora al primo step dell’iter. Le procedure di infrazione non sono prive di costi per i paesi membri inadempienti. Ma prima di arrivare all’imposizione di una sanzione pecuniaria ci sono diversi step, non sempre facili da monitorare. Delle 85 infrazioni attualmente in essere, 47 sono ancora all’inizio dell’iter. Per esse infatti l’ultimo aggiornamento risale all’invio da parte della commissione della lettera di costituzione in mora, come previsto dall’articolo 258 del Tfue. Quattordici sono al secondo passaggio, il parere motivato da parte della commissione, mentre per altre 17 la commissione ha già fatto ricorso alla corte europea di giustizia. Circa il 91,8% delle procedure è quindi ancora sotto la normativa dell’articolo 258. Sono 7 invece quelle che ad oggi si trovano nell’ambito dell’articolo 260 per cui sono già state richieste sanzioni economiche. Vai all’articolo.
24
le procedure a carico dell’Italia che riguardano tematiche ambientali. Storicamente, una delle macro aree in cui gli stati membri fanno più fatica a recepire le normative europee è quella legata all’ambiente. Un elemento che è stato messo ancora di più in secondo piano in questi mesi dalla necessità che ogni stato ha avuto di fronteggiare l’emergenza Covid con tutti i mezzi a disposizione. L’Italia da questo punto di vista non fa eccezione: sono infatti 24 su 85 (oltre il 28%) le procedure di infrazione attualmente aperte che riguardano questo settore. Tra gli altri temi maggiormente oggetto di infrazione per il nostro paese ci sono trasporti e mobilità (12), industria e mercato (10) e tassazione e dazi (9). Vai al grafico.