La revisione del Pnrr e il rischio di perdere una parte dei fondi #OpenPNRR

Il governo ha annunciato l’invio della richiesta di pagamento della sesta rata del piano. Ciononostante non si può dire che le criticità legate alla realizzazione degli interventi siano risolte.

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A fine giugno il governo ha annunciato l’invio a Bruxelles della richiesta di pagamento della sesta rata di fondi assegnati all’Italia nell’ambito della realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Pochi giorni dopo è arrivato un altro importante annuncio, ovvero il via libera della commissione europea all’erogazione dei fondi relativi alla quinta rata, di cui l’Italia aveva fatto richiesta a fine 2023.

Nell’ambito del piano europeo Next generation Eu, al nostro paese spettano 194,4 miliardi di euro. Tuttavia tali risorse non sono erogate in un’unica soluzione. Queste sono condizionate al raggiungimento di determinati traguardi e obiettivi su cui le istituzioni europee effettuano una verifica con cadenza semestrale. A seguito del versamento della quinta rata (che deve ancora essere autorizzato dal consiglio dell’Unione europea) l’Italia arriverà a incassare 113,5 miliardi di euro.

Come noto, nel 2023 il governo ha operato una significativa revisione del Pnrr italiano. In seguito all’approvazione di tale modifica, l’erogazione della sesta rata avrebbe dovuto essere condizionata al completamento di 39 scadenze e avrebbe dovuto avere un valore di circa 9,2 miliardi di euro. In realtà la richiesta italiana è stata inferiore.

-700 milioni € le risorse in meno legate all’erogazione della sesta rata del Pnrr. 

A cos’è dovuta questa variazione? Come abbiamo già spiegato in un precedente approfondimento, nel 2024 c’è stata un’ulteriore revisione del Pnrr italiano, passaggio a cui non è stata data una grande rilevanza da parte di media e opinione pubblica. Questa modifica ha comportato una nuova riprogrammazione del quadro complessivo delle scadenze che il nostro paese deve conseguire fino al giugno 2026. Di conseguenza, c’è stata anche un’ulteriore revisione dei flussi finanziari previsti dalle diverse rate che il nostro paese deve ancora richiedere.

Questa ennesima riprogrammazione del piano, che potrebbe non essere l’ultima, non ha messo al riparo il nostro paese dal rischio di non riuscire a ottenere tutti i fondi assegnati. Più della metà delle scadenze relative alla realizzazione del Pnrr infatti deve ancora essere conseguita. Per questo è importante proseguire nell’attività di monitoraggio.

I nuovi importi delle rate del Pnrr

Andando a riepilogare brevemente, le revisioni del Pnrr italiano sono state 3 in totale. Le prime due sono avvenute lo scorso anno. La prima modifica, approvata nel settembre 2023, ha riguardato una lista limitata di 10 scadenze. La seconda e più sostanziale revisione invece è entrata in vigore l’8 dicembre scorso.

La terza modifica, approvata definitivamente a maggio 2024, ha invece riguardato 24 misure. Per 23 di queste la motivazione è stata l’esigenza di attuare alternative migliori per conseguire il livello di ambizione originario. L’investimento “Partenariati per la ricerca e l’innovazione – Orizzonte Europa” (M4C2I2.2) è stato invece eliminato dal piano in quanto misura ritenuta ormai irrealizzabile a causa della domanda insufficiente. La proposta del governo italiano ha poi previsto l’introduzione di un’ulteriore scadenza (M1C1-38bis) nell’ambito della riforma concernente la digitalizzazione della giustizia. Completa il quadro la modifica di altre 52 scadenze relative a 40 misure.

La revisione 2024 del Pnrr è passata in sordina ma ha introdotto modifiche rilevanti.

Sebbene quest’ultima revisione sia più limitata della precedente, anch’essa ha prodotto dei cambiamenti significativi rispetto agli adempimenti che il nostro paese è chiamato a implementare. Ciò ha comportato anche un’ulteriore revisione dell’importo delle varie rate. In particolare per quanto riguarda la sesta, tra la versione 2023 e quella del 2024 c’è stata una riduzione dell’importo programmato pari a 700 milioni di euro.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo e camera dei deputati
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Luglio 2024)

Al contrario c’è stato un incremento di 500 milioni di euro per quanto riguarda la quinta rata, passata così dal valere 10,6 miliardi di euro a 11,1 miliardi.

-6,9 mld € la riduzione dell’importo della quinta rata del Pnrr italiano rispetto al cronoprogramma iniziale.

Anche l’ultima rata del piano ha visto un lieve incremento, passando da un’erogazione prevista di 28,4 a una di 28,5 miliardi di euro. Da notare però il significativo incremento rispetto alla programmazione originale del piano (+10,4 miliardi di euro).

Come cambiano traguardi e obiettivi da raggiungere

Finora ci siamo concentrati sulla riprogrammazione dei flussi finanziari del Pnrr alla luce di tutte le modifiche intervenute tra il 2023 e il 2024. Ma strettamente collegata a questo aspetto c’è anche la revisione del quadro delle scadenze che il nostro paese deve ancora conseguire di semestre in semestre.

Complessivamente, i traguardi e gli obiettivi da realizzare per ottenere tutti i fondi del Pnrr assegnati sono 618, suddivisi su 10 rate. Supponendo che non ci siano problemi sul fronte dell’ottenimento dei fondi legati agli impegni della sesta rata, le scadenze ancora da conseguire sarebbero 349. Ciò significa che oltre la metà dei traguardi e degli obiettivi sono ancora da raggiungere. Elemento che deve essere tenuto in grande considerazione.

56,5% la quota di scadenze del Pnrr che l’Italia deve ancora conseguire.

Le ulteriori modifiche del piano intervenute nel 2024 hanno interessato da vicino anche le scadenze legate al rilascio della sesta rata, passate da 39 a 37. In base alla documentazione diffusa dal centro servizi della camera il conseguimento di questi due adempimenti è stato riprogrammato nei semestri successivi. Anche la settima rata (da richiedere entro la fine dell’anno) ha visto una riduzione delle scadenze programmate, passate da 74 a 69.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo e camera dei deputati
(ultimo aggiornamento: mercoledì 10 Luglio 2024)

Viceversa, c’è un incremento degli obiettivi conseguiti o da conseguire legati all’erogazione della quinta rata (+2), oltre che dell’ottava (da richiedere entro giugno 2025) e della nona rata (dicembre 2025). In entrambi i casi l’incremento è stato di 3 scadenze. Giugno 2026 si conferma comunque il momento più critico. Il numero di scadenze previste in questo semestre infatti è rimasto invariato tra 2023 e 2024 ma è comunque molto significativo trattandosi di oltre 170 adempimenti. Per questo motivo ad oggi la piena realizzazione del piano italiano non può essere data per certa, anzi.

Il rischio di perdere i fondi delle ultime rate

L’Italia finora è riuscita a rispettare il cronoprogramma e a ottenere i fondi relativi alle prime 5 rate del Pnrr. Si tratta certamente di un risultato importante anche se ottenuto non senza difficoltà.

Le varie revisioni del Pnrr non hanno risolto tutte le criticità.

Come abbiamo visto infatti, lo sblocco delle diverse rate fino a questo momento è stato possibile solo grazie a 3 distinte revisioni rispetto al cronoprogramma originario. Molte scadenze sono state semplicemente posticipate ma questo non ci pone al riparo da eventuali rischi. Ciò con particolare riferimento alla realizzazione delle opere pubbliche, i cui cantieri hanno dei tempi tecnici che non possono essere compressi più di tanto.

Da questo punto di vista molti studi, tra cui quello della corte dei conti, evidenziano come si siano registrati significativi ritardi su questo fronte. Di questi rischi sembra essere consapevole anche il governo, insieme a tutte le altre amministrazioni coinvolte.

Non ho timore ad affermare nelle sedi europee, che serve una più puntuale tempistica del Pnrr, sarebbe più utile alle imprese e all’Europa

Il riferimento in questo caso è alla richiesta, per ora negata, di poter andare oltre il 2026 per il completamento del piano. Mancando questa possibilità, il governo si è mosso con delle iniziative volte a velocizzare il più possibile i vari interventi. In primo luogo molti progetti sono stati eliminati dal Pnrr. L’esecutivo ha in parte motivato questa scelta facendo riferimento al rischio che queste opere non si concludessero in tempo. C’è da dire però che tale visione non è pienamente condivisa.

Le motivazioni alla base delle scelte per il definanziamento parziale o totale di misure già incluse nel Piano non appaiono del tutto chiare. Non appaiono evidenti, infatti, le circostanze che hanno portato al definanziamento di quelle specifiche misure e non di altre […]. Alla base dell’intervento di revisione sembrano mancare chiari criteri per la scelta degli interventi.

D’altra parte il governo, con la pubblicazione del decreto Pnrr quater, ha anche predisposto un ulteriore rafforzamento della possibilità di utilizzare i poteri sostitutivi e di commissariare quindi quelle opere rimaste nell’ambito del Pnrr che eventualmente non riuscissero a rispettare la tabella di marcia.

Con lo stesso decreto inoltre l’esecutivo ha definito in maniera più puntuale la procedura per rivalersi su quei soggetti che non dovessero essere in grado di concludere i lavori nei tempi facendo quindi perdere al nostro paese almeno una parte dei fondi previsti. Si tratta di una possibilità tutt’altro che remota, già paventata anche da alcuni documenti accademici.

Si stanno però accumulando ritardi nella realizzazione dei progetti concordati, come spesso denunciato dalla Corte dei Conti. Anche le istituzioni europee hanno notato che, sebbene l’Italia stia procedendo con l’implementazione del programma, il rischio che si verifichino dei ritardi nelle prossime scadenze è sempre maggiore, vista la lentezza nella spesa relativa agli obiettivi ancora da raggiungere. Recuperare questi ritardi sembra più difficile per quelli che riguardano la realizzazione di investimenti pubblici, visto che tradizionalmente è per queste azioni che l’amministrazione pubblica italiana è stata in passato particolarmente lenta.

Alla luce di quanto visto quindi possiamo affermare che una conclusione positiva della vicenda legata al Pnrr italiano non può essere data per scontata. Per questo è molto importante proseguire nell’attività di monitoraggio.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Governo – Licenza

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