La seconda presidente della corte costituzionale Mappe del potere

Con la fine del mandato del presidente Giuliano Amato il capo dello stato ha nominato un nuovo giudice alla corte costituzionale, Marco D’Alberti, mentre la corte stessa ha eletto la sua nuova presidente, Silvana Sciarra.

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Con la fine del mandato del presidente della consulta Giuliano Amato, il capo dello stato Sergio Mattarella ha nominato un nuovo giudice costituzionale. Il plenum per prima cosa ha quindi eletto il suo nuovo presidente e per la seconda volta nella sua storia ha scelto una donna per questo incarico, la giudice Silvana Sciarra.

Un nuovo giudice nel plenum

Lo scorso 15 settembre il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha proceduto alla nomina di Marco D’Alberti quale nuovo giudice costituzionale. L’insediamento del nuovo giudice è poi avvenuto il 20 settembre, 2 giorni dopo la conclusione del mandato del presidente della corte Giuliano Amato.

La corte è composta da 15 giudici. Cinque sono scelti dal presidente della repubblica, 5 dal parlamento, 3 dalla corte di cassazione, 1 dal consiglio di stato e 1 dalla corte dei conti. Vai a "Cos’è la corte costituzionale e di cosa si occupa"

D’Alberti è un giurista molto noto, professore ordinario di diritto amministrativo, tra i diversi incarichi ha ricoperto anche quello di componente di AgCom tra il 1997 il e il 2004. Più di recente invece è stato scelto dal presidente del consiglio Mario Draghi come suo consulente giuridico.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Se si considerano le nomine a giudice costituzionale decise dagli ultimi due presidenti della repubblica, fino a pochi giorni fa si poteva osservare una quasi perfetto equilibrio di genere nelle nomine (4 uomini e 3 donne). Con la nomina di D'Alberti questo equilibrio viene meno anche se il Quirinale resta l'istituzione che ha scelto più di frequente una donna come giudice della consulta.

Certo il presidente pondera le sue scelte considerando molti profili, la maggior parte dei quali nulla hanno a che fare con l'equilibrio di genere. Tuttavia questa sarebbe stata l'occasione rafforzare ulteriormente la presenza femminile all'interno della corte che invece rimane inalterata.

6 su 15 le donne all'interno del plenum della corte costituzionale.

La nomina di Silvana Sciarra

Ciononostante non sono mancate novità positive dal punto di vista del ruolo femminile all'interno della consulta. Lo stesso giorno in cui si è insediato il nuovo giudice Marco D'Alberti infatti, il plenum ha votato come sua nuova presidente Silvana Sciarra, accademica esperta di diritto del lavoro. Prima di lei solo un'altra donna, Marta Cartabia, aveva ricoperto questo delicato incarico che peraltro si colloca a livello gerarchico come quinta carica dello stato.

L'elezione di una donna al ruolo di presidente non appare tuttavia come un fatto inaspettato. È molto frequente infatti che il plenum scelga il proprio presidente tra coloro che in quel momento ricoprono la carica di vice presidenti. E in effetti Sciarra è una dei 3 giudici scelti da Giuliano Amato come suoi vice dopo la sua nomina a presidente lo scorso gennaio.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Ciononostante alcuni commentatori hanno sostenuto che l'elezione di Silvana Sciarra sia stata l'esito di uno scontro all'interno della corte da cui sarebbe risultata sconfitta la candidata del Quirinale. Questo perché al contrario dei suoi due predecessori, che erano stati eletti all'unanimità, Sciarra è diventata presidente con il voto favorevole di 8 componenti su 15, avendo la meglio su Daria de Pretis che era stata nominata giudice proprio dal presidente della repubblica. Tale ricostruzione però è stata duramente smentita dalla corte costituzionale.

8 su 15 i voti ricevuti da Silvana Sciarra per la nomina a presidente della consulta.

Ma al di là delle smentite è utile considerare che un voto non unanime della corte, pur segnalando una valutazione diversa da parte dei suoi componenti, non necessariamente implica una spaccatura interna. Anche perché quale delle due che fosse stata scelta come presidente l'altra non avrebbe comunque più avuto occasione di assumere quel ruolo, visto che il loro mandato di giudici termina quasi nello stesso momento.

Al contrario quando è stata la volta di eleggere sia Giuliano Amato che Giancarlo Coraggio la scelta è ricaduta sui giudici più prossimi alla fine dell'incarico. Quindi almeno in linea teorica la nomina a presidente rimaneva una possibilità per tutti i membri della corte. Inoltre nella storia della corte non mancano certo casi di presidenti eletti non all'unanimità, come ad esempio Mario Rosario Morelli che nel 2020 ottenne 9 voti su 15.

In ogni caso, nella conferenza stampa dopo l'elezione, la nuova presidente ha più volte rimarcato l'importanza della collegialità all'interno della corte, confermando peraltro nel ruolo di vicepresidenti sia Daria de Pretis e Nicolò Zanon.

Sciarra e i suoi predecessori al vertice della consulta

Ma Sciarra non è solo la seconda donna a ricoprire il ruolo di vertice presso la corte, è anche la prima donna ad essere stata eletta giudice delle leggi dal parlamento. Prima di lei infatti solo il Quirinale aveva nominato delle donne a questo incarico. Proprio per questo aumenta la quota di presidenti della corte eletti giudici dal parlamento (15 su 46).

Non si tratta certamente di una novità anche se in effetti è più frequente che arrivino a questo incarico i giudici nominati dal presidente della repubblica.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Per quanto riguarda la durata in carica, la nuova presidente cesserà il proprio mandato a novembre 2023 rimanendo complessivamente in carica per 1 anno e 1 mese. Questo può apparire come un tempo breve, ma si tratta in realtà di una durata maggiore rispetto a quella in cui sono rimasti in carica Giuliano Amato (7 mesi) e Mario Rosario Morelli che ha svolto il ruolo di presidente per appena 3 mesi.

Considerare quella di Sciarra una presidenza "lunga" comunque conferma ancora una volta come a partire dagli anni '90 si sia accorciata considerevolmente la durata in carica dei presidenti, che in precedenza rimanevano di solito in carica per più di 2 anni.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 22 Settembre 2022)

Foto: Quirinale

 

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