La spesa dei comuni per il trasporto pubblico locale Bilanci dei comuni
In Italia la mobilità pubblica è meno sviluppata rispetto ai maggiori paesi europei. Attraverso i bilanci comunali, vediamo gli sforzi fatti dalle amministrazioni per sostenere il potenziamento di un settore cruciale per la qualità della vita nelle città.
mercoledì 16 Settembre 2020 | Italie a confronto
In questi giorni l’Italia è alla difficile prova del rientro di studenti e studentesse a scuola, dopo la lunga pausa dovuta all’emergenza Covid-19. Proprio a causa della pandemia, dall’inizio dell’estate è acceso il dibattito sul trasporto pubblico locale.
I comuni e le società che gestiscono i servizi per la mobilità urbana sono infatti stati costretti a rivedere la capacità dei mezzi, riducendo i posti a sedere con il fine di garantire il distanziamento fisico, tra le più importanti azioni preventive contro il coronavirus.
Nel 2019, quando nessuno immaginava l’emergenza pandemica, si sono spostati ogni giorno 11 milioni di studenti e studentesse dall’abitazione al luogo di studio, di cui 3,5 milioni fuori dal proprio comune di residenza.
Lo spostamento degli studenti con i mezzi pubblici o collettivi
Numero degli studenti su 100 che si spostano con i mezzi pubblici/collettivi e durata in minuti dello spostamento
Per “studenti” si considera l’insieme di bambini dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia, e studenti fino a 34 anni. Per mezzi pubblici o collettivi si intendono treno, tram o bus, pullman o corriera, pullman scolastico, metropolitana usati in combinazione o in alternativa ad auto (come conducente o come passeggero), motocicletta o ciclomotore. L’analisi si basa su dati provenienti dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana” (2019).
FONTE: Dati Istat - elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
Nel 2019 il 45,1% gli studenti della Basilicata ha utilizzato un mezzo pubblico o collettivo per recarsi dall'abitazione al luogo di studio. Seguono il Friuli Venezia Giulia (43,7%) e il Trentino Alto Adige (43,6%). In fondo alla classifica delle regioni dove si utilizzano di meno i mezzi pubblici la Sicilia (23%). Gli spostamenti più lunghi, superiori ai 30 minuti, vengono effettuati in primis in Piemonte (45,4% degli studenti), Emilia Romagna (45,1%) e Lombardia (42,7%).
La spesa dei comuni italiani per il trasporto pubblico locale
L'impianto normativo e organizzativo che regola la mobilità pubblica in ambito urbano è articolato. Dalla gestione del settore da parte di società pubbliche e private, alle modalità di finanziamento del servizio da parte dello stato e degli enti locali. Su questo punto, lo stato dispone del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, che viene suddiviso e distribuito a tutte le regioni. Queste ultime, a loro volta, erogano i finanziamenti per il sostegno del servizio a province e comuni.
Considerando le risorse di cui dispongono, tutte le amministrazioni locali possono destinare parte dei rispettivi bilanci a interventi per la mobilità pubblica. Nel caso degli enti comunali, la voce dedicata al trasporto pubblico locale comprende le spese per la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture per il trasporto urbano e extraurbano: su gomma, autofiloviario, metropolitano, tranviario e funiviario. Sono incluse inoltre le spese per la vigilanza dell'utenza e quelle per la gestione e il monitoraggio dei contratti di servizio con gli enti e le società affidatarie.
Per la mobilità urbana il comune di Milano spende più del doppio di tutte le altre città
Spesa pro capite per trasporto pubblico locale nelle città con più di 200mila abitanti (2018)
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2018.
FONTE: Openbilanci - Consuntivo 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Le maggiori e le minori spese tra il 2016 e il 2018
Tra le città con più di 200mila abitanti, nel 2018 Milano si conferma la città che spende di più per il trasporto pubblico locale: 844,4 euro per ogni abitante. Seguono ben distaccate Venezia (340,67 euro), Firenze (275,33 euro), Roma (228,27 euro) e Napoli (218,07). In fondo alla classifica delle grandi città figura Trieste, con soli 0,56 euro pro capite destinati al trasporto pubblico locale.
È da sottolineare che Milano è al primo posto in Italia anche se si considerano i dati in termini assoluti, e non la spesa pro capite. Nel 2018 L'amministrazione comunale ha speso 1,15 miliardi di euro per la mobilità pubblica. Il comune di Roma, che ha una superficie pari a 7 volte quella del capoluogo lombardo e 1 milione e mezzo di abitanti in più, ha speso circa 655 milioni, quasi mezzo miliardo in meno rispetto a Milano.
495 mln la differenza nella spesa totale per il trasporto tra Milano e Roma nel 2018.
Se guardiamo alla spesa complessiva per il trasporto pubblico locale, il divario tra le due maggiori città italiane è aumentato in un anno di 197 milioni di euro, perché Roma ha speso di meno e Milano ha investito di più. Nel triennio dal 2016 al 2018 la maggior parte delle città con più di 200mila abitanti hanno mantenuto una certa costanza negli investimenti sulla mobilità pubblica, con alcune significative eccezioni.
In tre anni Genova ha tagliato due terzi della spesa per il trasporto pubblico locale
L'andamento della spesa pro capite per il trasporto pubblico locale nei bilanci dal 2016 al 2018 nelle cinque città italiane più popolose
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Sono state considerate le cinque città italiane più popolose, ad esclusione di Palermo, il cui bilancio consuntivo 2018, alla data di pubblicazione, non risulta accessibile.
FONTE: openbilanci - Consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Dal 2016 al 2018 la spesa pro capite per la mobilità pubblica a Napoli è quasi raddoppiata, passando da 120,78 euro a 218,07. Più che triplicata, invece, a Torino, che nell’ultimo triennio ha incrementato la spesa, arrivando a 60,2 euro pro capite. Aumenta vistosamente Milano, mentre diminuiscono nel periodo considerato Roma e soprattutto Genova, che nel 2018 ha speso un terzo di quanto spendeva nel 2016.
Quanto spende il tuo comune per il trasporto pubblico locale
La spesa per il trasporto pubblico locale in tutti i comuni italiani (2018)
Per sapere quanto viene speso per il trasporto pubblico totale nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.
I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata alle politiche giovanili. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
La mobilità pubblica nella città metropolitana di Roma
Con i suoi 1287 kmq, Roma è di gran lunga il comune più esteso d'Italia. La città metropolitana, inoltre, ha una superficie di oltre 5.300 kmq, seconda in Italia solo a quella di Torino. Per queste ragioni è importante analizzare le spese per il trasporto pubblico locale su un territorio così vasto, dove sono migliaia ogni giorno gli spostamenti da e per la capitale all'interno della città metropolitana.
Il comune di Roma investe molto di più sulla mobilità pubblica rispetto all’area metropolitana
Spesa per il trasporto pubblico locale nei comuni della città metropolitana di Roma
I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni che non compaiono nella mappa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)
Nonostante il comune di Roma sia solo quarto tra le grandi città per spesa pro capite destinata alla mobilità pubblica, spende più del doppio di tutti gli altri comuni dell'area metropolitana, a dimostrazione di quanto siano fondamentali gli spostamenti sul territorio da e per la capitale. Dopo Roma, Sant'Oreste, Civitavecchia e Capena sono gli unici comuni della città metropolitana a spendere più di 70 euro per abitante.
L'Italia è ancora indietro
Benché molti grandi comuni abbiano incrementato negli anni la spesa dedicata alla mobilità pubblica, l'Italia rimane ancora molto indietro rispetto allo scenario europeo, in particolare per quanto riguarda il trasporto pubblico in città considerando che, secondo uno studio di Ambrosetti-Ferrovie Italiane del 2017, quasi tre quarti degli spostamenti nel Paese avvengono su scala urbana.
In tema di mobilità urbana le città italiane sono ancora molto lontane dagli standard europei.
Nella rete tranviaria, per esempio, nel 2018 l'Italia presentava 5,3 km per milione di abitanti, a fronte di 11,7 km della Francia e 23,3 km della Germania. Non va meglio se guardiamo alle linee metropolitane: l'Italia ha 234 km di linee, meno dei 290 chilometri della sola Madrid. Mentre in Germania e Gran Bretagna ci sono rispettivamente 630 e 680 km di metropolitane.
Scarica, condividi e riutilizza i dati
Scarica i dati comunali, regione per regione
I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.