L’abbandono e la dispersione scolastica in Italia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Abbandono scolastico, un miglioramento che non dice tutto”

10,5%

l’abbandono scolastico in Italia nel 2023. In calo rispetto all’11,5% del 2022 e al 12,7% del 2021. Si tratta di un dato indubbiamente positivo, perché conferma il percorso più che decennale di avvicinamento del paese agli obiettivi europei. L’agenda Europa 2020 aveva previsto di contenere entro il 10% la quota di giovani tra 18 e 24 anni che hanno lasciato la scuola con al massimo la licenza media. Dopo la pandemia questa soglia è stata abbassata al 9%. I dati Invalsi hanno indicato in luglio anche un primo miglioramento dopo la pandemia della dispersione implicita (ragazzi che concludono le scuole ma senza apprendimenti adeguati). Vai all’articolo.

3

i motivi di preoccupazione che restano sullo sfondo. Primo, il tasso di abbandono scolastico registrato nel 2023 resta ai primi posti a livello europeo. Secondo, la dispersione implicita è tornata sotto i livelli pre-Covid, ma il recupero non è ancora completo in materie chiave come italiano e matematica. Terzo, il calo della dispersione esplicita e implicita non deve far trascurare i divari di diversa natura che restano nel paese e su cui è urgente intervenire. Vai all’articolo.

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la posizione dell’Italia rispetto agli altri paesi Ue sull’abbandono. Nonostante il calo, all’interno dell’Unione europea, l’Italia rientra tra i paesi dove il problema degli abbandoni precoci resta più consistente. Nel 2023 è il quinto paese con più abbandoni (10,5%), dopo Romania (16,6%), Spagna (13,7%), Germania (12,8%) e Ungheria (11,6%). Vai alla mappa.

56%

gli studenti di V superiore con risultati adeguati in italiano, nel 2019 erano il 64%. Inoltre questo dato non è che una media tra l’80% dei licei classici, scientifici e linguistici, il 43% dei tecnici e il 20% dei professionali. Un aspetto da non sottovalutare, visto che la scelta dell’indirizzo di studi è spesso l’esito di un’autoselezione da parte dei ragazzi in base alla condizione familiare. Basti pensare che il 16,1% dei diplomati al liceo nel 2023 è figlio di lavoratori esecutivi, mentre nei professionali l’incidenza è più che doppia (34,3%). Vai all’articolo.

Oltre il 17%

l’abbandono scolastico in Sardegna e in Sicilia. Tra le regioni, spiccano infatti le due isole: in Sardegna l’incidenza degli abbandoni precoci raggiunge il 17,3%, in Sicilia il 17,1%. Tuttavia mentre nella seconda si registra una riduzione rispetto al 2022 (quando i giovani con al massimo la licenza media erano il 18,8%), nella prima si rileva un incremento: dal 14,7% del 2022 al 17,3% attuale. L’incidenza è invece già inferiore al 9% in Piemonte, Basilicata, provincia autonoma di Trento, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio e Umbria. Da notare invece che i territori con tanti abbandoni espliciti, hanno spesso anche un’elevata dispersione implicita. Restano infatti regioni dove la quota di dispersione implicita supera il 10% degli studenti di quinta, come Campania (15,7%) e Sardegna (11,3%). Vai al grafico.

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