Le aree interne abruzzesi e il loro contributo al settore agricolo Abruzzo openpolis

La produzione agroalimentare è un settore centrale nella regione, con una forte variabilità territoriale. Nelle aree interne sono presenti oltre 37mila unità agricole.

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L’agricoltura è un comparto importante per l’economia. Basti pensare che nel 2022 pesava per il 3,8% sul totale dell’economia nazionale. Ma è anche un veicolo di valorizzazione del territorio attraverso le filiere di produzione di tipo alimentare, un aspetto che incide in modo particolare nelle aree interne del paese. L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari e vinicoli denominati e riconosciuti dall’Ue, contandone in tutto 838. Tra questi, ce ne sono alcuni che caratterizzano l’area abruzzese.

30 i prodotti Dop, Igp e Stp riconosciuti nella regione Abruzzo (2024).

Il settore delle produzioni alimentari di quantità contava nel 2021 oltre 86mila operatori certificati in tutto il paese. Di questi, circa 1.600 si trovavano nella regione abruzzese. Questo personale, composto sia da produttori che da trasformatori, opera nel contesto più ampio del segmento agrosilvopastorale che ha una sua rilevanza nel ripopolamento delle aree interne e montane, comprese quelle abruzzesi. Quindi, è importante inquadrare il settore in termini di superficie agricola utilizzata, ovvero quella porzione di terreno effettivamente sfruttata per scopi agricoli. È utile anche considerare il numero di unità agricole. Con questa espressione si intende la partizione dell’azienda agricola che insiste su un territorio di un singolo comune. Si tratta di un’approssimazione differente rispetto al numero totale di aziende, che possono avere terreni o allevamenti su più comuni.

L’agricoltura nelle aree interne abruzzesi

Come abbiamo approfondito in passato, in tutta la penisola è diminuito il numero delle imprese agricole tra 2010 e 2020, i due anni in cui Istat ha svolto il censimento del settore. L’Abruzzo non fa eccezione, riportando un calo del 33,4%. Anche in termini di superficie agricola utilizzata (Sau) si registra una diminuzione, seppur in misura minore (8,6%). Per dare una visione d’insieme di quanto questo tipo di attività incide sul territorio, abbiamo ricostruito l’incidenza della Sau sul totale delle superfici delle regioni italiane.

Il dato rappresenta l’incidenza della superficie agricola utilizzata (Sau) sul totale della superficie nelle regioni italiane.

FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat
(consultati: mercoledì 24 Luglio 2024)

In Abruzzo, la superficie interessata direttamente da attività agricole è pari al 39,1% di tutta l’area della regione. Questo valore, leggermente inferiore alla media italiana del 41,2%, colloca la regione al decimo posto per incidenza. Le aree del paese dove queste percentuali risultano maggiori sono Puglia (66,5%), Sicilia (52,4%) e Sardegna (51,0%). Minori invece le incidenze in Valle d’Aosta (20,0%), nella provincia autonoma di Bolzano (18,3%) e in Liguria (7,6%).

In termini assoluti, la provincia con la maggior superficie agricola utilizzata è L’Aquila (181.284 ettari) nonostante sia invece il territorio con il minor numero di unità agricole (8.647). Su questo dato può incidere la presenza dell’area del Fucino, una parte della regione in cui il settore è particolarmente sviluppato. Chieti invece è la provincia che vede più unità agricole sul suo territorio. Si parla di 30.647 unità agricole, il 48,5% di tutte quelle registrate in Abruzzo.

Proseguendo con l’analisi sul piano territoriale, le aree caratterizzate dal maggior impiego di superficie agricola sono quelle cintura (129.302 ettari, 11,9% della superficie totale della regione) seguite da quelle intermedie (124.671, 11,5%), periferiche (100.695, 9,3%), ultraperiferiche (36.140, 3,3%) e polo (32.164, 3%). Le zone cintura sono anche quelle che riportano il maggior numero di unità agricole: 22.812, il 36,1% di quelle operanti nella regione. A quelle seguono le zone intermedie (18.236), quelle periferiche (16.488), le aree polo (3.358) e le ultraperiferiche (2.360). Per quanto i comuni cintura siano quelli in cui si registrano i valori maggiori, risulta comunque evidente il ruolo delle aree interne.

Ci sono anche delle differenze che vale la pena approfondire per quel che riguarda la zona altimetrica. L’area della collina litoranea è quella in cui ci sono più unità agricole operanti nel settore (33.009) mentre la montagna interna è quella dove ce ne sono di meno (14.101). Al contrario però è proprio l’area della montagna interna in cui più superficie è dedicata strettamente all’attività agricola: si tratta di 234.883 ettari contro i 116.737 della zona della collina litoranea e i 71.352 della collina interna.

Sulla mappa è rappresentata l’incidenza della superficie agricola utilizzata (Sau) sul totale della superficie del comune.

FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat
(consultati: mercoledì 24 Luglio 2024)

In termini di superficie agricola utilizzata, il comune dell’Aquila è quello che riporta il valore maggiore, con 17.091 ettari sfruttati. Seguono Scanno (L’Aquila, 9.158 ettari), Teramo (6.919 ettari) e Atessa (Chieti, 6.608 ettari). Se si considera invece la superficie comunale sfruttata per scopi agricoli, la percentuale maggiore si registra a San Salvo (Chieti, 96,8%), seguita da Calascio (L’Aquila, 87,7%), San Benedetto dei Marsi (L’Aquila, 85,1%) e Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila, 81,8%). Sono 5 i comuni abruzzesi in cui si registrano più di mille unità agricole: Ortona (Chieti, 1.569), Lanciano (Chieti, 1.498), Vasto (Chieti, 1.264), Teramo (1.236) e Atessa (Chieti, 1.222).

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Foto: Sterling Rainer licenza

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