Le competenze negli enti locali per lo sviluppo dell’Abruzzo interno Abruzzo openpolis

Le competenze interne agli enti locali sono cruciali per il funzionamento delle amministrazioni e per poter accedere a investimenti nazionali ed europei, come nel caso del Pnrr. Opportunità ancora più importanti per i comuni delle aree interne.

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Uno dei fattori determinanti per lo sviluppo delle aree interne è quello delle competenze. Come abbiamo avuto modo di approfondire in passato, si tratta di un aspetto cruciale per stabilire la capacità di adattamento di un territorio ai processi di cambiamento in corso. Rispetto allo spopolamento, ad esempio, la letteratura ha individuato nel livello di istruzione uno dei fattori più importanti per distinguere tra territori in declino e altri più resilienti. Il possesso di almeno un diploma di maturità ha un impatto positivo, al contrario una scolarizzazione bassa o assente ha un’influenza negativa.

As for human capital, our results show its crucial role in explaining the good performance of Inner areas in terms of population trends. Illiteracy indeed negatively impacts vibrancy, while the share of people holding (at least) a secondary school diploma greatly contributes to it.

L’adattabilità di un territorio passa anche dai servizi che è in grado di offrire e in questo un ruolo centrale è quello dei comuni. Oltre alle funzioni ordinarie, i comuni possono anche intercettare determinati fondi utili per i servizi per le proprie comunità. Un esempio è rappresentato dalle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) riservate alle amministrazioni che sono chiamate a proporre dei progetti e effettuare attività di controllo e monitoraggio durante la costruzione delle opere pubbliche.

In questo scenario, i comuni – specialmente se interni e di piccole dimensioni – sono tra gli enti che presentano maggiori fragilità, soprattutto sotto l’aspetto del reperimento e della gestione delle competenze al loro interno necessarie per accedere ai fondi. Spesso si trovano in condizione di non avere al loro interno il personale qualificato per poter presentare le domande e questo va a discapito soprattutto dei comuni che più avrebbero bisogno di queste risorse. Tra questi, gli enti più piccoli e quelli che si trovano nelle aree più svantaggiate e lontane da servizi essenziali.

Le competenze dei dipendenti sono quindi uno tra i fattori più importanti anche se non è il solo che contribuisce a queste dinamiche. Un altro esempio è rappresentato dall’infrastruttura tecnologica, aspetto di cui ci occuperemo in una prossima uscita. La ricostruzione di questo aspetto non è semplice, anche perché non sono disponibili dati sulle qualifiche specifiche dei lavoratori ma solo per i titoli di studio, che presi singolarmente forniscono un’informazione molto limitata riguardo alle professionalità presenti nell’ente. Tuttavia, il livello di istruzione è la prima indicazione che si può utilizzare per mettere a fuoco le competenze a disposizione nelle amministrazioni in Abruzzo.

I titoli di studio nei comuni abruzzesi

Come abbiamo già approfondito in passato, gli enti locali abruzzesi hanno riportato un progressivo calo dei loro dipendenti, con un passaggio da 9.370 a 6.440 unità di personale. Si parla di un calo del 31% degli occupati, circa 7 punti percentuali in più rispetto alla media degli enti locali nazionali. Sono inoltre pochi i giovani che decidono di lavorare per la macchina dello stato: nella regione il 67% degli occupati supera i 50 anni mentre gli under 40 compongono il 10%. In particolare, è molto bassa la fascia chi non ha compiuto 30 anni (1%).

Il titolo di studio permette di capire quali competenze ha il lavoratore.

Alla luce di uno scenario di riduzione del personale e di età media sempre maggiore dell’organico, la questione delle competenze è ancora più centrale. Uno degli elementi che permette di inquadrarle è il titolo di studio. Per quanto sia importante investire costantemente nella formazione degli occupati, determinati titoli permettono di accedere a particolari opportunità e specializzazioni in alcune aree importanti per l’amministrazione. È quindi strategico avere un’idea di questo aspetto tra occupati e occupate degli enti di prossimità della regione.

È però importante fare una precisazione. Con i dati a disposizione, non è possibile fare una media a livello regionale di quanti lavoratori negli enti locali possiedono o meno una laurea o un diploma di maturità. L’incidenza percentuale di determinati titoli di studio tra i lavoratori dei singoli comuni sono già elaborati direttamente da Istat e l’ultimo anno per cui sono disponibili è il 2020. È comunque possibile definire in parte lo scenario per 296 enti abruzzesi sulle 306 presenti in regione.

In 269 comuni della regione almeno la metà dei lavoratori risulta in possesso quantomeno del diploma. Si tratta dell’88,2% delle amministrazioni abruzzesi. Questione differente rispetto a chi ha lauree o titoli superiori: sono 57 gli enti in cui metà o più degli occupati risulta in possesso di laurea, pari al 18,7%.

Il dato rappresenta i comuni con almeno la metà del personale che possiede almeno il diploma di scuola media superiore e la laurea. Si considerano assunzioni a tempo indeterminato (compresi i dirigenti) e anche alcune particolari figure professionali che hanno rapporti di lavoro non a tempo indeterminato, come i supplenti della scuola e degli istituti di alta formazione artistica e musicale, che non rientrano nelle categorie contrattuali del pubblico impiego (ad esempio, direttori generali e contrattisti).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(consultati: lunedì 11 Settembre 2023)

Considerando la situazione a livello di aree interne, l’incidenza di comuni con metà o più di lavoratori che possiede almeno il diploma scende mano a mano che ci si allontana dai poli. Se nei comuni polo tutti i comuni rientrano in questa casistica, non si può dire lo stesso per le altre aree. La quota di lavoratori nei comuni in cui almeno il 50% ha diploma o laurea scende nelle zone cintura a 91,8%. Una dinamica che si accentua sempre di più con un’incidenza dell’88,8% nei territori intermedi, dell’88,3% in quelli periferici e 75,0% in quelli ultraperiferici. Rispetto all’incidenza di comuni con almeno metà del personale laureato, le aree intermedie riportano il valore maggiore (24,7%), seguite dai periferici (18,2%), le zone cintura (17,3%) e quelle ultraperiferiche (11,1%). Nei comuni polo invece nessuno riporta un’incidenza di laureati superiore al 50%.

Le aree interne sono i comuni italiani più periferici, in termini di accesso ai servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità). Vai a “Che cosa sono le aree interne”

Concentrandosi invece sulle incidenze riportate nei singoli comuni, la maggior parte dei lavoratori ha almeno il diploma in tutti e 4 i capoluoghi della regione. Nel dettaglio, i valori maggiori sono riportati da Pescara (95%) a cui seguono Teramo (90%), L’Aquila (85%) e Chieti (72%). Discorso differente per le lauree, dove in nessun comune si raggiunge la metà del personale che possiede questo titolo di studio. La quota maggiore si registra anche in questo caso a Pescara (49%) seguita da L’Aquila (35%), Chieti (30%) e Teramo (29%).

Il dato rappresenta la quota di personale dipendente con almeno il diploma di scuola media superiore e con almeno la laurea. Si considerano assunzioni a tempo indeterminato (compresi i dirigenti) e anche alcune particolari figure professionali che hanno rapporti di lavoro non a tempo indeterminato, come i supplenti della scuola e degli istituti di alta formazione artistica e musicale, che non rientrano nelle categorie contrattuali del pubblico impiego (ad esempio, direttori generali e contrattisti).

FONTE: elaborazione Abruzzo Openpolis su dati Istat
(consultati: lunedì 11 Settembre 2023)

Nella regione, sono 9 i comuni in cui tutto il personale assunto risulta almeno laureato. Si tratta di 6 comuni in provincia dell’Aquila (Calascio, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Collepietro, Goriano Sicoli e Villavallelonga) e 3 in provincia di Chieti (Lama dei Peligni, Quadri e Torino di Sangro). Sono invece 58 quelli in cui non risulta presente nessun lavoratore o lavoratrice con un titolo superiore al diploma.

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Foto: Martina Lovat (Municipio di Gagliano Aterno)

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