Le disuguaglianze di reddito nel rapporto Bes Povertà
Dall’anno scorso uno degli allegati al documento di economia e finanza contiene alcuni indicatori che misurano il benessere del paese. Tra questi, l’andamento delle disuguaglianze nei redditi.
martedì 15 Maggio 2018 | Italie a confronto
Martedì scorso si è tenuta l’audizione del ministro dell’economia Padoan di fronte alle commissioni speciali di camera e senato, riunite per l’occasione. In quella sede il ministro ha relazionato sul documento di economia e finanza (Def), cioè l’atto con cui il governo deve delineare la politica economica del paese.
Ma non si tratta solo di questo: dal 2016 la legge stabilisce che il Def deve integrare, oltre ai dati macroeconomici, anche una serie di indicatori che misurano il benessere sociale del paese, i cosiddetti indicatori Bes (benessere equo e sostenibile). Una innovazione interessante, perché consente di valutare le politiche pubbliche anche da un punto di vista diverso da quello esclusivamente finanziario. Questo è il secondo anno che gli indicatori di benessere equo e sostenibile vengono aggiunti al Def.
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Cosa indicano i dati Bes
L’allegato Bes al documento di economia e finanza monitora l’andamento nell’ultimo decennio di diverse dimensioni: benessere economico, salute, istruzione, lavoro, sicurezza e ambiente. Un periodo chiave, perché coincide con la crisi che ha colpito il nostro paese e gli altri stati occidentali. Da questo punto di vista, sotto diversi aspetti – specie quelli relativi al benessere economico – la situazione è ancora lontana da quella precedente al 2007:
Rispetto al periodo pre-crisi, il benessere risulta invece peggiorato nelle dimensioni del reddito reale, della povertà, della disuguaglianza e dell’abusivismo edilizio, ma emerge un’incoraggiante tendenza al recupero negli anni più recenti.
In generale il giudizio che emerge dal documento è un miglioramento di molti indicatori, senza però aver recuperato i livelli di prima della recessione. Ma la cosa più importante è che il quadro è fortemente differenziato a seconda delle diverse aree del paese:
(…) permangono notevoli disuguaglianze economiche e sociali, forti divari territoriali e, in alcuni casi, anche di genere e generazionali.
L’indicatore sulle disuguaglianze economiche è emblematico di questa tendenza. Se infatti il divario nei redditi è complessivamente cresciuto ovunque con la crisi, il ritmo di crescita è stato molto diverso tra nord, centro e sud.
Le disuguaglianze negli anni della crisi
Uno degli indici bes misura il rapporto tra i redditi del 20% dei cittadini più abbienti e il 20% a reddito più basso. Questo indicatore ci aiuta a comprendere l’andamento nella concentrazione della ricchezza e il divario esistente nella società. Maggiore il valore, maggiore la sproporzione. I dati mostrano come la crisi abbia aumentato le disuguaglianze, ma non ovunque nello stesso modo.
La disuguaglianza cresce nel mezzogiorno, più stabile al nord
Andamento dell'indice di disuguaglianza del reddito disponibile tra 2003 e 2015
FONTE: Rapporto Bes 2017
(ultimo aggiornamento: venerdì 15 Dicembre 2017)
Nel nord il livello di disuguaglianza è rimasto abbastanza stabile, mentre al sud è cresciuto.
Sul piano nazionale l'indice di disuguaglianza del reddito disponibile è cominciato a crescere tra 2009 e 2012, anni in cui è passato da 5,4 a 5,8. Dopo essere rimasto stabile per un triennio, è tornato a salire nel 2015, raggiungendo quota 6,3. Colpisce la stabilità della tendenza al nord, dove il valore lungo l'intero periodo oscilla sempre tra 4,4 e 4,9. Soprattutto se contrapposta all'andamento altalenante nel mezzogiorno. Qui, dopo una flessione negli anni tra 2006 e 2008, le disuguaglianze nei redditi hanno ricominciato a crescere, verosimilmente sull'onda della crisi economica e occupazionale. Dopo aver raggiunto un primo picco nel 2012 (arrivando a quota 7,2), sono ancora diminuite, per poi risalire di nuovo nel 2015, raggiungendo il valore più alto dell'intera serie storica.
Per i prossimi anni al momento sono disponibili solo stime e previsioni. In parte sembrano essere incoraggianti, come sottolinea l'allegato al Def 2018:
(...) la disuguaglianza dei redditi in termini di rapporto tra il quintile più agiato e quello più povero della popolazione è stimata in riduzione per il 2018 e per il 2019, invertendo la tendenza all’accentuazione delle disuguaglianze manifestatasi negli anni precedenti.
Ma questi dati, quando saranno disponibili, andranno letti non solo a livello nazionale, ma anche nelle diverse aree del paese. Perché, come abbiamo visto, la traiettoria seguita da nord, centro e sud è stata molto differenziata negli anni della crisi.