Le diverse velocità della raccolta differenziata in Abruzzo Abruzzo Openpolis

La gestione dei rifiuti è cruciale sia per limitare gli effetti del cambiamento climatico che per garantire la salubrità dei territori. Non tutte le aree del paese sono in linea con gli obiettivi europei, a partire da quelle abruzzesi.

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Il prossimo 22 aprile si celebrerà in tutto il mondo la Giornata mondiale della Terra. Per la salvaguardia degli ecosistemi e la salute della popolazione, una corretta gestione del ciclo dei rifiuti è cruciale, anche attraverso politiche di riciclo e riuso. Per questo motivo, come vengono smaltiti i rifiuti e quanto vengono differenziati è una sfida di primo piano nel governo di un territorio.

Questo servizio è però caratterizzato da forti disomogeneità rilevate all’interno del paese. Un elemento che emerge anche dall’analisi del territorio abruzzese, sia nel confronto con il resto dell’Italia che nell’analisi entro i confini regionali.

Nel corso di questo approfondimento, vedremo come l’Abruzzo – pur avendo praticamente raggiunto l’obiettivo europeo di raccolta differenziata dei rifiuti urbani presenti una situazione molto diversificata tra i territori, tra comune a comune. L’organizzazione e l’efficacia del sistema di raccolta dipende molto anche dal territorio in cui si attua, dalle zone densamente popolate a realtà interne spopolate con abitati dispersi. Per questo, avvalendoci di una classificazione del Gran Sasso Science Institute (Gssi), abbiamo ricostruito la capacità di differenziare rispetto agli ambiti omogenei dell’Abruzzo. Un punto di vista che può introdurre una riflessione anche sull’organizzazione del servizio per ambiti territoriali omogenei.

La raccolta differenziata è centrale nella gestione dei rifiuti

Il problema dei rifiuti riguarda molti aspetti, dalla predisposizione di un sistema di raccolta dei rifiuti urbani e speciali al trattamento degli stessi. La pianificazione e impostazione di un servizio efficiente sul territorio non può però prescindere da un elemento fondamentale: la predisposizione della raccolta differenziata.

I rifiuti sono un costo ma anche un’opportunità.

Si tratta infatti di un aspetto cruciale con effetti che vanno visti in due direzioni: da una parte la produzione dei rifiuti è sicuramente un problema ma dall’altra la reintroduzione nel ciclo produttivo dei beni di consumo attraverso un’ottica di economia circolare è un’opportunità. Lo è innanzitutto per le amministrazioni locali stesse che hanno il compito di gestire questo servizio.

Dati alla mano, è possibile delineare un quadro generale sul funzionamento del servizio di raccolta e differenziazione. Uno dei valori che meglio riescono a esprimere il fenomeno è l’incidenza della raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti. A livello nazionale, nel 2023 il 66,64% dei rifiuti raccolti viene immesso in un circolo di riciclaggio. Si tratta di una percentuale che supera l’obiettivo italiano prefissato per il 2012 (65%), lo stesso fissato dall’unione europea per il 2035. Si tratta però di un obiettivo che non viene raggiunto in maniera omogenea da tutte le regioni.

Il dato mostra l’incidenza della raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti. Sono considerate anche le attività di pulizia degli spazi pubblici.

FONTE: elaborazione Openpolis su dati Ispra
(consultati: giovedì 27 Marzo 2025)

Sono in tutto 11 le regioni italiane che segnano una quota di avviamento dei rifiuti al riciclaggio maggiore rispetto agli obiettivi europeo e nazionale. In particolare, i valori più alti vengono registrati da Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,1%) e Sardegna (76,3%). L’Abruzzo invece fa parte di quei territori che riportano una percentuale leggermente minore dei target e di conseguenza anche della media nazionale.

64,6% incidenza della raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti in Abruzzo nel 2023.

Si tratta comunque di un valore inferiore di 0,4 punti percentuali, quindi una piccola differenza anche rispetto alle ultime regioni in classifica: Lazio (55,4%, 9,6 punti percentuali in meno), Sicilia (55,2%, 9,8) e Calabria (55,1%, 9,9).

La raccolta differenziata in Abruzzo

Queste differenti velocità si registrano anche all’interno della regione stessa, a partire dai capoluoghi. Quello con l’incidenza maggiore è Teramo (72%) seguito da Chieti (68,2%). Valori minori invece a Pescara (48,1%) e L’Aquila (44,5%).

Garantire un servizio capillare in modo omogeneo in tutti i comuni della regione può essere complesso. Basti pensare a quanto l’organizzazione e l’efficacia del sistema di raccolta dei rifiuti dipende dal territorio in cui si attua. Per esempio, organizzare un servizio di raccolta porta a porta comporta modalità diverse, e potenzialmente anche un’efficacia diversa, tra aree urbane densamente popolate e zone montane con abitati dispersi. Aree interne che spesso attraversano anche un un calo demografico più pronunciato, ponendo una sfida anche in termini di governance al mantenimento e al funzionamento di molti servizi.

Da questo punto di vista, è interessante ragionare anche in termini di aree territoriali omogenee nello sviluppo e nell’organizzazione dei servizi. Un possibile strumento in questa direzione sono gli ambiti giornalieri definiti dal Gssi. Ovvero gruppi di comuni vicini in cui avvengono gli spostamenti per raggiungere determinati servizi forniti dalla micropolarità più vicina. Abbiamo analizzato lo sviluppo sul territorio del sistema di nettezza urbana alla luce di questa classificazione; emerge che la differenziata si avvicina al 100% in alcuni territori, mentre risulta molto più indietro in altri.

Il dato mostra l’incidenza della raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti. Sono considerate anche le attività di pulizia degli spazi pubblici. La metodologia utilizzata per individuare le polarità è quella di definire dei rank comunali in base al tipo di servizio, anche con un livello più basso rispetto a quello identificato dalla Snai.

FONTE: elaborazione Openpolis su dati Ispra e Gssi.
(consultati: giovedì 27 Marzo 2025)

Considerando tutti gli ambiti giornalieri della classificazione Gssi, quella in cui la quota di riciclaggio è maggiore è quella di Palena (87,3%), seguita da Villa Santa Maria (82,4%) e Atessa (80,7%). Quelle invece in cui la percentuale è inferiore sono L’Aquila (47,4%), Montereale (46,9%) e Valle Castellana (34,8%). Considerando invece i singoli comuni, i valori più alti si registrano a Palena (Chieti, 92,8%), Villa Santa Maria (Chieti, 92,2%) e Borrello (Chieti, 91,6%).

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Foto: Magda Ehlers (licenza)

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