Le importazioni di beni energetici in Europa Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi i paesi europei che dipendono di più dalle importazioni di energia.

4,5%

il calo dell’energia lorda tra 2021 e 2022 in Unione europea. In termini assoluti, nel 2022 si assestava a 58.461 petajoule. Con questo valore si identifica la domanda di energia di un paese o di un territorio. La fonte energetica per cui si registra il calo maggiore è il gas naturale (-13,3%), principalmente dovuto alle instabilità tra Russia e Ucraina. Rimane comunque la seconda fonte del mix energetico europeo dietro al petrolio e i suoi derivati. Vai all’articolo.

quasi 18mila petajoule

l’ammontare delle esportazioni energetiche europee nel 2022. Sono invece circa 54mila le importazioni. A livello energetico quindi nel continente europeo l’import pesa molto di più rispetto all’export. Vai all’articolo.

62,5%

la copertura delle importazioni della domanda energetica del continente nel 2022. Negli ultimi dieci anni più della metà del fabbisogno energetico europeo è stato coperto dalle importazioni. Scendendo nel dettaglio, la percentuale è andata aumentando fino al 2019 (60,5%) per poi diminuire tra 2020 e 2021, dove si è attestata al 55,5%. Vai al grafico.

97,7%

l’incidenza delle importazioni di petrolio e derivati sull’energia lorda del continente europeo nel 2022. Alte anche le importazioni di gas naturale, che coprono il 97,6% della domanda. Minore invece quella di fonti fossili solide (45,8%) su cui non è da trascurare anche una riduzione della domanda complessiva. Vai all’articolo

19

i paesi europei in cui le importazioni nette coprono più del 50% del fabbisogno energetico interno. I primi tre stati europei che dipendono maggiormente dalle importazioni sono particolarmente piccoli in termini di superficie. Si tratta di Malta (99%), Cipro (92%) e Lussemburgo (91,3%). In seguito a questi tre, si trovano Paesi Bassi (80,3%), Grecia (79,6%) e Italia (79,2%). Sono in tutto 19 i paesi in cui le importazioni nette coprono più del 50% della domanda del paese. Sono invece caratterizzati dall’incidenza minore Romania (32,4%), Svezia (26,8%) e Estonia (6,2%). Vai alla mappa.

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