Le mosse per rafforzare la maggioranza Governo Conte
13 senatori fanno parte del governo. Per impegni istituzionali non potranno assicurare un’alta presenza ai lavori. L’esecutivo Conte cerca modi per rafforzarsi: il ruolo di Fratelli d’Italia e Maie.
sabato 16 Giugno 2018 | Potere politico
Il completamento della squadra di governo regala tanti spunti di analisi sulla maggioranza 5stelle-Lega.
Come abbiamo già avuto modo di raccontare, i numeri dell’alleanza a Palazzo Madama non erano solidissimi. Con soli 6 senatori di margine sulla soglia di maggioranza, il governo rischiava di partire con tranquillità ma di avere vita molto dura nel corso della legislatura. Il voto di fiducia sul nuovo governo però ha leggermente migliorato la situazione, con il voto favorevole dei 2 senatori 5stelle espulsi dal movimento e ora nel Misto, e dei 2 eletti all’estero con il Maie.
Fiducia governo Conte – Senato
Vedi il resoconto della votazione.
I senatori nella squadra di governo
Il margine sulla soglia di maggioranza dell’esecutivo è così passato da +6 a +10, dando un momentaneo sollievo alla stabilità del governo a Palazzo Madama. Le nomine di ministri, viceministri e sottosegretari hanno nuovamente messo in discussione gli equilibri. Ben 13 senatori sono infatti entrati nella squadra del governo Conte: 6 ministri (Bongiorno, Centinaio, Lezzi, Salvini, Stefani e Toninelli), e 7 sottosegretari (Borgonzoni, Candiani, Cioffi, Crimi, Merlo, Siri, Santangelo).
Per i tanti impegni istituzionali che avranno, i 13 senatori saranno spesso in missione, non potendo assicurare un’assidua partecipazione ai lavori dell’aula. Come analizzato nella scorsa legislatura infatti, i parlamentari a capo di un dicastero partecipano in media al 10% delle votazioni. Come se non bastasse nelle prossime settimane si formeranno gli uffici di presidenza delle 14 commissioni permanenti, incarichi che per la maggior parte andranno a senatori della maggioranza. Altri nomi che non potranno assicurare un’alta partecipazione ai lavori dell’aula.
L’esiguo margine a Palazzo Madama è fortemente messo in discussione dai tanti senatori nella squadra di governo.
Cosa vuol dire tutto questo? Sicuramente che il margine di +10 senatori sulla soglia di maggioranza è lontano dall’essere tranquillizzante, e che quindi il governo Conte deve trovare modi per rafforzare i suoi numeri. La prima mossa è stata quella di ufficializzare l’entrata nella maggioranza del Movimento associativo italiani all’estero (Maie), con la nomina di Ricardo Merlo a sottosegretario agli affari esteri e cooperazione internazionale. Il primo esecutivo della XVIII legislatura vede quindi insieme 3 partiti: Movimento 5 stelle, Lega e Maie.
La mossa alla camera
La seconda mossa è avvenuta a Montecitorio. Con le dimissioni del neo ministro Fontana dalla vicepresidenza dalla camera, lo slot è stato dato a Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia. La decisione è importante: le 4 vice presidenze per prassi vengono spartite equamente tra maggioranza e opposizione. Prima alla formazione del governo Conte le posizioni erano ricoperte, per la maggioranza, da Fontana (Lega) e Spadoni (M5s), e per l’opposizione da Rosato (Pd) e Carfagna (Fi). Rampelli va quindi a ricoprire la vicepresidenza che spettava a un deputato di maggioranza.
Un gesto che ottiene ancora più significato se accostato alla posizione di Fratelli d’Italia proprio il giorno della fiducia al governo Conte.
Noi, anche per questo non voteremo la fiducia a questo Governo e, anche per questo, non faremo parte della maggioranza che lo sostiene, però tiferemo perché questo Governo faccia bene, tiferemo e lavoreremo sodo, come abbiamo fatto sempre, perché, prima di ogni cosa, prima di ogni scelta, prima di ogni interesse, prima di ogni valutazione, noi siamo sempre, ovunque, dalla parte degli italiani
Fiducia governo Conte – Camera
Vedi il resoconto della votazione.
I deputati di Fratelli d’Italia si sono astenuti, lasciando però una porta aperta a future ed eventuali collaborazioni con l’esecutivo. In un certo senso quindi la nomina di Rampelli è l’ennesimo segnale di avvicinamento tra il movimento guidato da Giorgia Meloni e il governo. Avvicinamento che diventa sempre più fondamentale per la stabilità dell’esecutivo.
Foto Credit: Palazzo Chigi – Licenza