Le opacità del governo sul Pnrr non sono più accettabili #OpenPNRR
L’esecutivo continua a negare la pubblicazione di informazioni importanti per capire l’effettiva valutazione di quanto fatto finora sul Pnrr, proprio in un momento in cui il piano dovrebbe entrare in una fase decisiva.
lunedì 4 Novembre 2024 | Potere politico
- Il governo ha risposto ancora una volta in modo insoddisfacente alla nostra richiesta di accesso sui dati della spesa per i progetti.
- Dai dati aggregati a livello di misura sappiamo che a giugno era stato erogato appena il 26% dei fondi.
- I termini per il monitoraggio stabiliti per legge dal governo stesso sono già ampiamente scaduti.
- L'impressione è che le gravi carenze nella trasparenza siano il risultato di una scelta politica.
L’atteggiamento del governo sul reale stato di avanzamento del piano di ripresa e resilienza (Pnrr) mostra ancora gravi lacune e preoccupanti opacità. Nonostante le richieste, infatti, l’esecutivo continua a negare il rilascio di dati importanti, in un momento in cui il piano dovrebbe entrare in una fase decisiva.
Tutto ciò impedisce una valutazione qualificata di quanto è stato fatto finora con il Pnrr, proprio alla vigilia della nomina come commissario europeo del ministro Raffaele Fitto.
Lo scorso settembre avevamo annunciato l’invio di una ulteriore richiesta di accesso generalizzato agli atti (Foia) riguardanti i progetti finanziati con il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La nostra richiesta riguardava i dati di dettaglio sulla spesa sostenuta per ogni singolo intervento.
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Perché siamo costretti a presentare l’ennesimo Foia sul Pnrr.
Si tratta di informazioni particolarmente importanti, perché il dato sulla spesa sostenuta rappresenta un indicatore utile per valutare lo stato di avanzamento delle diverse opere.
Attualmente, infatti, il governo ha condiviso dei dati aggregati solo a livello di misura. Questo rende impossibile valutare a che punto sono i singoli interventi sui diversi territori del paese, quali stanno rispettando i tempi e quali invece sono in ritardo. Purtroppo la risposta del governo alla nostra richiesta di maggiore trasparenza è stata ancora una volta insoddisfacente.
Con riferimento alla richiesta di accesso civico in oggetto […] si comunica che i dati relativi all’avanzamento finanziario degli interventi del Pnrr saranno resi disponibili sul portale “ItaliaDomani”, nella sezione Catalogo Open data […] in esito al completamento del processo di verifica ai sensi dell’art. 2, comma 2, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2024, n. 56.
Si tratta di una risposta interlocutoria che, a meno di due anni dalla conclusione del piano, riteniamo inaccettabile. Anche perché i termini stabiliti dalla norma citata risultano essere già ampiamente scaduti. L’impressione è che le istituzioni preposte al rilascio di queste informazioni – dietro una chiara indicazione politica – stiano cercando di guadagnare tempo.
Ci troviamo infatti in un momento particolarmente delicato caratterizzato, tra l’altro, dall’incertezza riguardante il ministro Raffaele Fitto, ancora non certo della nomina a commissario europeo. D’altronde già dai dati aggregati a livello di misura emergono chiaramente i ritardi del piano, come abbiamo già spiegato nelle scorse settimane.
26% i fondi del Pnrr spesi rispetto al totale di quelli assegnati al 30 giugno 2024.
Per questo motivo, supportati ancora una volta dall’Osservatorio civico Pnrr, delle centinaia di organizzazioni aderenti alla campagna Dati Bene Comune e con l’assistenza dello studio legale E-Lex presenteremo una richiesta di riesame. E in caso di ulteriore diniego valuteremo ulteriori azioni.
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Il monitoraggio citato nella risposta alla nostra richiesta, stabilito dalla legge di conversione del decreto Pnrr quater, prevede che i vari soggetti attuatori coinvolti aggiornino entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge i dati presenti su Regis (la piattaforma creata appositamente per la rendicontazione del Pnrr) circa lo stato di avanzamento – inclusa la spesa – dei progetti di loro competenza. La stessa norma attribuisce poi alle diverse amministrazioni titolari ulteriori 30 giorni per la verifica delle informazioni fornite.
La norma prevede poi la possibilità di concedere ulteriori 20 giorni ai soggetti attuatori per integrare le informazioni fornite in caso di richiesta da parte delle amministrazioni titolari. Quest’ultimo termine può eventualmente essere prorogato, una sola volta, per 10 giorni. Nella peggiore delle ipotesi dunque tutto il procedimento avrebbe dovuto concludersi entro 90 giorni. Termine che è già ampiamente scaduto.
187 i giorni intercorsi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Pnrr quater.
Il fatto quindi che i dati sulla spesa per singolo progetto non vengano resi pubblici porta a due conclusioni possibili. O il governo non sa esattamente come ha gestito i fondi del Pnrr oppure si cerca di nascondere le situazioni più difficili. In questo caso la domanda sorgerebbe spontanea: cosa nasconde l’esecutivo sul Pnrr?
Non pubblicare i dati sulla spesa dei progetti è una scelta politica tesa a minimizzare le situazioni di criticità.
Quale che sia la risposta a questa domanda, riteniamo inaccettabile questa mancanza di trasparenza a meno di due anni dalla conclusione del piano. A maggior ragione considerando che si è appena conclusa una profonda opera di revisione del Pnrr che avrebbe dovuto rendere più agevole la sua attuazione. Tale riforma però evidentemente tarda a produrre effetti.
Il fatto che il governo (con le sue varie articolazioni) sia in possesso dei dati circa la spesa dei singoli progetti ma sia restio a pubblicarle potrebbe essere confermato anche da una recente innovazione normativa contenuta nella legge di conversione del Dl omnibus.
In sintesi, le amministrazioni titolari potranno erogare i fondi fino al 90% del costo dell’intervento finanziato entro 30 giorni dall’invio della richiesta da parte del soggetto attuatore. Gli stessi ministeri avranno poi la possibilità di effettuare i controlli sulla documentazione inviata in un secondo momento: “al più tardi, in sede di erogazione del saldo finale dell’intervento”. Sembra abbastanza evidente la volontà, attraverso questa innovazione, di aumentare in maniera significativa e in breve tempo i dati sulla spesa sostenuta.
Al 2 ottobre 2024 la spesa sostenuta e lo stato di avanzamento dei progetti evidenziano alcuni ritardi nonostante il conseguimento dei milestone e dei target (M&T) entro i termini previsti, favorito anche da alcuni posticipi di scadenze, non sembri mostrare particolari criticità.
Da qui, probabilmente, anche la scelta di cercare di guadagnare tempo attraverso una risposta interlocutoria al nostro Foia.
Perché i dati sulla spesa sono importanti
Ma perché sono così importanti i dati sulla spesa? In maniera estremamente semplificata, possiamo dire che ogni progetto (che sia la realizzazione di un’opera o la fornitura di un bene o un servizio) si suddivide in due fasi principali. Innanzitutto c’è la parte che possiamo definire procedurale e che precede l’avvio concreto dei lavori. In questa fase, ad esempio, si definiscono le tipologie di interventi da realizzare. Inoltre si decidono i criteri per la selezione dei soggetti beneficiari, si pubblicano i bandi.
Monitorare questi aspetti è relativamente più facile perché le pubbliche amministrazioni sono obbligate per legge a documentare i vari passaggi attraverso degli atti ufficiali. Ed è proprio su questi aspetti che si è concentrato anche l’esecutivo quando recentemente ha parlato delle misure del Pnrr già “attivate”. Ovvero quegli investimenti e quelle riforme per cui la parte procedurale si è già conclusa o è in via di completamento.
Tuttavia, pur essendo importanti le informazioni sugli aspetti procedurali non dicono molto sulla realizzazione concreta dei diversi interventi. Da questo punto di vista il parametro di riferimento sono le erogazioni fatte alle ditte vincitrici degli appalti.
Il Sal è fondamentale per monitorare l’avanzamento dell’opera, gestire i flussi finanziari e assicurare la conformità dei lavori rispetto ai termini contrattuali.
Generalmente infatti tali fondi non sono consegnati tutti insieme a fine lavori. Ma a intervalli regolari in seguito al raggiungimento di determinati livelli di realizzazione delle opere. Per questo le varie ditte devono redigere un documento chiamato Sal (stato di avanzamento lavori) in cui vengono certificati i progressi fatti. Sapere quanti fondi sono già stati spesi per una singola opera è quindi un elemento fondamentale per comprendere se l’intervento sta procedendo e in che misura.
Il nostro osservatorio sul Pnrr
Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.