Le spese assistenziali per gli anziani nei comuni italiani Bilanci dei comuni
In un paese in progressivo invecchiamento, è fondamentale tutelare gli anziani e strutturare dei servizi di assistenza in grado di fare fronte a un continuo aumento dell’età media. I comuni possono fare la loro parte.
giovedì 3 Marzo 2022 | Italie a confronto
La sopravvivenza delle età più avanzate e il calo delle nascite ha fatto in modo che l’Italia diventasse uno dei paesi con la popolazione più anziana al mondo. Sono necessarie delle speciali politiche di welfare che mettano al centro questa specifica fascia demografica italiana, in continuo aumento. Tra i livelli di governo coinvolti ci sono anche le amministrazioni comunali, che prevedono nei bilanci determinate uscite per agevolare e proteggere le persone più anziane, tenendo conto della diversità delle condizioni in cui si trovano.
Si parla infatti sia di individui autosufficienti che di coloro che non riescono ad essere completamente autonomi nella vita quotidiana, come per esempio gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (rsa) che sono presenti sul territorio.
70% dei posti letto delle strutture socio-assistenziali erano occupati da anziani nel 2018.
Istat ha rilevato che nel 2018 i posti letto degli istituti socio-sanitari ammontavano a 420.329 ed erano occupati da 387.554 ospiti in totale. Le rsa non ospitano esclusivamente anziani non autosufficienti, ma come è evidente rappresentano la categoria nettamente più presente nelle strutture. Alla luce di questo dato, è interessante rilevare quali siano i territori nei quali l’incidenza delle persone con più di 65 anni di età è maggiore.
A Savona il 30% dei residenti supera i 65 anni di età
Percentuale di anziani rispetto al totale della popolazione (2021)
I dati sono raccolti a livello comunale e poi aggregati sul piano provinciale. Nella rilevazione Istat si tiene conto dei risultati del censimento permanente della popolazione.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: venerdì 25 Febbraio 2022)
In Italia, nel 2021, la fascia delle persone che superano i 65 anni di età compone il 24% della popolazione totale. Il centro e il nord risultano essere le zone con la maggiore incidenza di anziani (entrambe poco sopra al 24%) rispetto a sud (22%) e isole (23%). Tra le province italiane, Savona è quella che registra la più ampia frazione di anziani (30%). Seguono con il 29% Biella, Genova e Trieste. Invece, le quote più basse d'Italia sono a Napoli e a Caserta, rispettivamente al 19% e al 18%.
1 su 4 gli italiani che hanno oltre i 65 anni di età.
Questa è quindi una fascia demografica piuttosto importante in Italia ed è cruciale strutturare degli interventi di assistenza, a partire dai comuni che in quanto enti di prossimità possono contribuire in modo mirato a livello locale.
La spesa per gli interventi per gli anziani
All'interno della dodicesima missione dedicata alle politiche sociali, vi è una voce specifica per gli interventi per le persone di questa fascia d'età.
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come sono organizzate le entrate e le spese nel bilancio comunale.
Sono compresi diversi elementi tra cui indennità di varia natura dirette all'anziano, come la copertura pensionistica e gli sgravi per le cure mediche. Sono presenti inoltre le uscite per coprire i rischi che derivano dalla vecchiaia (come ad esempio il calo dei redditi) e i rimborsi per chi si prende cura della persona nel caso in cui non sia completamente autosufficiente.
Infine, ci sono anche le spese per le strutture residenziali e i presidi assistenziali a favore della mobilità, dell'integrazione sociale e dello svolgimento delle attività di vita quotidiana.
Trieste spende più del doppio rispetto alle altre grandi città per gli interventi di assistenza agli anziani
Spesa pro capite per interventi per gli anziani nelle città con più di 200mila abitanti (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa per la voce relativa agli interventi per gli anziani. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Napoli, Palermo, Catania e Messina perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 25 Febbraio 2022)
Per quel che riguarda le città con più di 200mila abitanti, Trieste è quella che riporta le uscite maggiori per il sostegno delle persone oltre una certa età con 104,14 euro pro capite. Un valore piuttosto alto se si considera che la seconda in classifica (Milano) spende 43,75 euro pro capite, un valore pari a meno della metà di quello del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia. Al contrario, i due comuni che segnano le uscite minori sono Genova (13,79 euro pro capite) e Bari (8,22).
Se si analizza l'intera penisola, i comuni spendono in media 16,7 euro pro capite per il sostegno degli anziani. Le amministrazioni che registrano le uscite maggiori sono quelle friulane (63,1 euro pro capite), le bolzanine (63,3) e le marchigiane (41,4). Al contrario, le spese minori si registrano nei comuni della Puglia (4,5 euro pro capite), della Calabria (3,6) e dell'Umbria (3,5).
Oltre ad essere la grande città che spende di più per il sostegno agli anziani, Trieste è il capoluogo di una città metropolitana che, come abbiamo visto, vede tra le più alte percentuali di presenze di anziani in relazione alla popolazione. Analizziamo quindi il caso della regione Friuli-Venezia Giulia.
Nella città metropolitana di Trieste si spende di più per anziani rispetto al resto del Friuli Venezia Giulia
Spesa pro capite per interventi per gli anziani nei comuni del Friuli-Venezia Giulia (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openpolis - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 25 Febbraio 2022)
Tra i comuni friulani, i tre che riportano le uscite maggiori sono Moggio Udinese (Udine, 1.247,19 euro pro capite), Aiello del Friuli (Udine, 1.009,67) e San Quirino (Pordenone, 503,37). Le amministrazioni triestine sono quelle che in media spendono di più con 139,69 euro pro capite. Seguono quelle della provincia di Gorizia (86,26), di Udine (58,03) e di Pordenone (54,90).
Quanto spende il tuo comune per l’assistenza agli anziani
Spesa assoluta e pro capite per gli interventi per gli anziani in tutti i comuni italiani (2020)
Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.
I dati mostrano la spesa per cassa legata agli interventi per gli anziani. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 25 Febbraio 2022)
Allargando lo sguardo a tutti i comuni italiani, quello che ha le uscite maggiori è Vinadio, in provincia di Cuneo, con 2348,24 euro pro capite. Seguono Zavattarello (Pavia, 1.375,26 euro pro capite), Grosotto (Sondrio, 1.353,89) e il già citato Moggio Udinese (1.247,19). Sono otto i comuni in Italia che superano i 1.000 euro pro capite di spesa per la tutela dell'anzianità. Tra le prime 20 amministrazioni, 15 sono enti locali del nord Italia.
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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.
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