Le spese per la pianificazione urbana e l’edilizia nei bilanci comunali Bilanci dei comuni
Il diritto all’abitare è sancito dalla Costituzione ma è necessaria un’adeguata pianificazione urbana. Le amministrazioni possono incidere molto su questo aspetto.
giovedì 14 Aprile 2022 | Italie a confronto
La gestione del territorio è una pratica necessaria per garantire il diritto all’abitazione in un’ottica di sostenibilità e sicurezza per gli abitanti. In questo, i comuni possono attuare degli interventi di pianificazione urbana che rientrano all’interno delle spese di bilancio.
Il diritto al godimento di una casa è sancito dall’articolo 47 della costituzione italiana ma è inquadrato anche a livello internazionale. Il principale trattato relativo all’abitazione è il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966. In particolare, l’articolo 11 menziona l’alloggio come elemento fondamentale per avere un adeguato standard di vita.
Gli Stati parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia, che includa un’alimentazione, un vestiario, ed un alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati parti prenderanno misure idonee ad assicurare l’attuazione di questo diritto, e riconoscono a tal fine l’importanza essenziale della cooperazione internazionale, basata sul libero consenso.
Un impegno che concretamente vede la sua espressione nell’obiettivo 11 dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che ha come primo traguardo quello di “garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti e ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri“. Questo aspetto viene misurato attraverso la percentuale di popolazione che vive in baraccopoli urbane, insediamenti informali o alloggio inadeguato.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria una corretta pianificazione del territorio che preveda un’adeguata gestione sia della costruzione delle abitazioni che dei fabbricati industriali, con il fine di evitare un eccessivo consumo del suolo.
A Milano sono stati concessi 4.027 permessi di costruzione nel 2020
Numero di permessi di costruzione per nuove abitazioni e nuovi fabbricati (2020)
In questa mappa viene riportato il numero di permessi di costruzione per strutture residenziali e fabbricati con scopo differente. Il totale è l’aggregato di questi due dati.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 12 Aprile 2022)
In Italia sono stati concessi 64.511 permessi nel 2020. Di queste, 49.100 erano legate a nuove abitazioni e 15.411 a fabbricati. A livello regionale, ci sono state più concessioni in Lombardia (12.547), Veneto (10.662) ed Emilia-Romagna (5.057) che sono anche le prime tre per quel che riguarda nello specifico il settore abitativo. Al contrario, sono stati concessi meno permessi in Basilicata (405), in Molise (271) e in Valle d'Aosta (220).
Le province in cui ci sono state più concessioni sono Milano (4.027) Roma (3.608) e Bolzano (2.708) mentre a Vercelli (58) Trieste (34) e Siena (33) ce ne sono state di meno. Per quel che riguarda i permessi per abitazioni, Milano (3.653) Roma (3.221) e Bolzano (2.204) riportano il dato più alto mentre i valori dei fabbricati non residenziali sono maggiori a Verona (640) Padova (618) e Treviso (606).
Per una gestione ottimale del territorio, è necessaria un'adeguata pianificazione urbana che tenga conto sia del diritto all'abitazione che dei criteri di sostenibilità ambientale e di sicurezza edile. Nella determinazione dell'assetto cittadino, i comuni hanno un ruolo importante e assolvono a diverse funzioni operative per le quali ci sono delle uscite in termini economici.
Le spese dei comuni per l'assetto del territorio e l'edilizia abitativa
All'interno dei bilanci comunali, c'è una voce di spesa legata alla pianificazione urbana e all'edilizia pubblica ed è composta da due voci.
La prima riguarda l'assetto territoriale e comprende le uscite per la pianificazione urbana, sia che si tratti di case residenziali che di servizi pubblici o industrie. Sono incluse inoltre le spese per la manutenzione dell'arredo urbano e dell'amministrazione dei piani regolatori e urbanistici.
La seconda invece è relativa all'edilizia pubblica e popolare e comprende tutti gli interventi di costruzione e miglioria su queste due categorie di immobili. Non sono considerati i sussidi per le famiglie che hanno diritto all'accesso alle case popolari, sono infatti inclusi nella missione dedicata alle spese sociali.
Tra le grandi città, Milano è quella che spende di più per l’assetto urbanistico territoriale
Spesa pro capite per assetto del territorio e edilizia abitativa nelle città con più di 200mila abitanti (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa per assetto del territorio e edilizia abitativa. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Napoli, Palermo, Catania e Messina perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 12 Aprile 2022)
Considerando i comuni con più di 200mila abitanti, quello che registra le entrate più rilevanti è Milano con 116,92 euro pro capite. Seguono Firenze (76,58), Torino (64,40) e Venezia (56,41). In coda invece ci sono Roma (14,11 euro pro capite), Padova (13,60) e Trieste (9,77).
Ampliando lo studio a tutta la penisola, i comuni spendono in media 72,52 euro pro capite per questa missione di spesa. Mediamente le uscite delle amministrazioni sono più alte in Abruzzo (323,26 euro pro capite) Campania (109,82) e Sardegna (112,05) mentre i comuni che riportano spese minori sono quelli del Friuli Venezia Giulia (32,64), dell'Emilia-Romagna (22,27) e del Veneto (20,84).
Andiamo ora ad analizzare più nel dettaglio il caso della città metropolitana di Milano, che risulta essere quella che ha concesso il maggior numero di permessi edilizi nel 2020. Si ricorda anche che il rispettivo capoluogo è tra le città con più di 200mila abitanti quello che spende di più per l'assetto del territorio e l'edilizia abitativa.
Il comune di Milano spende 6 volte più della media nella sua città metropolitana
Spesa per assetto del territorio e edilizia abitativa nei comuni della città metropolitana di Milano (2020)
I dati mostrano la spesa per cassa per assetto del territorio e edilizia abitativa. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni in grigio.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 12 Aprile 2022)
I comuni della città metropolitana di Milano spendono in media 18,52 euro pro capite per questa missione di spesa. Le amministrazioni che riportano le uscite più alte sono Truccazzano (426,61 euro pro capite), Sesto San Giovanni (128,28) e Milano (116,92). Il capoluogo registra delle spese sei volte superiori alla media della sua città metropolitana e gli altri comuni che spendono di più sono quasi tutti confinanti con Milano.
Quanto spende il tuo comune per l’assetto territoriale
Spesa assoluta e pro capite per assetto del territorio e edilizia abitativa in tutti i comuni italiani (2020)
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I dati mostrano la spesa per cassa per assetto del territorio e edilizia abitativa. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 12 Aprile 2022)
Il comune aquilano di Calascio è quello che in Italia spende maggiormente per questa missione di spesa, con 15.218,17 euro pro capite. Seguono Montelapiano (Chieti, 11.150,02), Rocca di Cambio (L'Aquila, 9.201,30) e Valleve (Bergamo, 7.556,31). Sono in tutto 54 le amministrazioni che riportano uscite maggiori di 1.000 euro pro capite.
Dei primi dieci comuni, cinque sono abruzzesi. Di questi, Rocca di Cambio, Ofena e Cocullo rientrano nel "cratere sismico 2009", ovvero sono territori che sono stati colpiti dal terremoto del 2009. Quindi è probabile che le rispettive amministrazioni abbiano inserito all'interno dei loro bilanci degli importi da fondi statali dedicati alla ricostruzione post-sisma.
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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.
Foto credit: Regione Lombardia