L’equilibrio giovani-anziani nell’Abruzzo montano e interno Abruzzo openpolis
Quest’anno l’Italia ha raggiunto il rapporto di 2 anziani per bambino, una quota superata in Abruzzo già nel 2021, in particolare nelle aree interne della regione. Approfondiamo la situazione sul territorio, anche alla luce delle politiche per il ripopolamento.
mercoledì 4 Dicembre 2024 | Italie a confronto
- Il problema dell'Abruzzo interno non è solo lo spopolamento, ma anche i connessi squilibri sociali e demografici.
- L'Abruzzo nel 2021 aveva già superato la soglia di 2 anziani per ogni giovane residente, media italiana del 2024.
- 19 su 20 dei comuni abruzzesi con l'indice di vecchiaia più elevato sono di montagna interna.
- La legge sullo spopolamento prevede una serie di incentivi, che nei prossimi anni dovranno essere monitorati anche sul tema dell'equilibrio demografico.
In molte aree dell’Italia e dell’Abruzzo, l’equilibrio tra la presenza di anziani e quella di giovani sembra essere sempre più precario. In particolare nelle zone interne e montane dove, a fronte dell’invecchiamento della popolazione, nel tempo sono calate anche le nascite.
Aree spesso difficili da vivere per famiglie giovani con figli, per la distanza dai servizi e dai luoghi di lavoro, che però rischiano così di andare incontro a un progressivo declino e abbandono.
Nelle scorse settimane, il dibattito pubblico abruzzese si è concentrato sulle misure da prendere per intervenire sul fenomeno. Con visioni diverse nell’arco politico tra maggioranza e opposizione, in particolare rispetto all’attuazione delle politiche in materia, tra cui la legge regionale 32/2021. Norma che da circa tre anni ha previsto alcuni incentivi per il ripopolamento di questi territori.
La Regione Abruzzo (…) al fine di contrastare il declino demografico in atto nelle zone montane più marginali, con la presente legge promuove iniziative volte a rivitalizzare il tessuto sociale ed economico dei piccoli Comuni di montagna, favorendo la natalità e incentivando l’insediamento di nuovi residenti che intendono trasferire la propria residenza in detti comuni.
Questa legge prevede in particolare il riconoscimento di un contributo triennale di 2.500 euro all’anno per le famiglie che trasferiscono la propria residenza in un comune di montagna della regione Abruzzo. Il contributo viene raddoppiato se i nuclei familiari richiedenti avviano nel nuovo comune di residenza un’attività imprenditoriale, anche attraverso il recupero di beni immobili del patrimonio storico artistico.
Ma in quale contesto sociale e demografico si è inserita l’approvazione di questa legge e la sua attuazione? L’Italia quest’anno ha raggiunto il rapporto di 2 anziani per ogni giovane, rapporto che l’Abruzzo aveva superato già nel 2021, anno di approvazione della legge sullo spopolamento, con forti differenze territoriali. Alla luce di questo squilibrio, vediamo cosa prevede oggi la legge, con i dati più recenti sull’attuazione. Anche in considerazione del legame tra il contrasto all’abbandono del territorio e la possibilità di incentivare il ripopolamento per le famiglie giovani e con figli.
La crescita degli anziani in Italia e in Abruzzo
Nel 2005 vivevano in Italia 11,3 milioni di persone di almeno 65 anni di età e 8,2 milioni di giovani fino a 14 anni. Vale a dire un rapporto (in demografia noto come indice di vecchiaia) di 138 anziani ogni 100 bambini e ragazzi. Oggi gli over-65 sono 14,3 milioni, a fronte di meno di 7,2 milioni di minori di 14 anni. Un rapporto che quindi – secondo le stime preliminari sul 2024 – per la prima volta arriva a sfiorare i 200 anziani ogni 100 giovani. Una crescita che, negli ultimi anni, ha riguardato tutto il paese.
10 regioni – tra cui l’Abruzzo – che già nel 2021 superavano la soglia di 200 anziani ogni 100 giovani.
Se l’Italia negli ultimi anni si è progressivamente avvicinata al rapporto di 2 anziani per ciascun bambino o ragazzo residente fino a 14 anni, l’Abruzzo nel 2021 aveva già superato tale soglia, con un indice di vecchiaia superiore a 200. Un dato, sebbene inferiore a quello di altre regioni italiane, ampiamente al di sopra della media nazionale.
In Abruzzo vivono oltre 2 anziani per ogni bambino, più della media nazionale
Indice di vecchiaia nelle regioni italiane (2021)
FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat (statistiche sperimentali)
(pubblicati: venerdì 8 Marzo 2024)
L’Abruzzo in questo quadro si colloca a metà classifica, essendo l’ultima delle 10 regioni italiane a registrare un valore superiore a 200. Tuttavia si tratta di un valore medio che cela profonde differenze, in particolare rispetto all’invecchiamento registrato nella montagna abruzzese e nelle aree interne della regione.
L’indice di vecchiaia nei comuni abruzzesi
Abbiamo visto come in Abruzzo già nel 2021 fossero in media 202,5 i residenti di almeno 65 anni di età per ogni infra-14enne residente. Questa quota è fortemente variabile sul territorio, a partire dalle città capoluogo.
Chieti è quella con l’indice di vecchiaia più elevato (252,1), seguita da Pescara (216,6) e Teramo (210,1). Il capoluogo regionale è invece l’unico ad attestarsi ancora – di poco – sotto quota 200 nel 2021, con un indice pari a 198, un valore comunque elevato.
3 su 4 i capoluoghi abruzzesi dove il rapporto supera i 2 anziani per bambino residente.
Ma è uscendo dalle città maggiori e dirigendosi verso le aree montane e interne della regione che spicca la maggiore incidenza di persone anziane rispetto ai bambini e ragazzi residenti.
Se si considerano i 20 comuni abruzzesi con l’indice di vecchiaia più elevato emerge come siano tutti collocati in area interna. Sette sono intermedi, distanti almeno 28 minuti dalla città polo in termini di servizi più vicina. Altri 9 sono periferici, ovvero servono oltre 40 minuti per raggiungere il polo più vicino. I 4 restanti sono addirittura ultraperiferici: significa impiegare almeno 67 minuti per arrivare al comune baricentrico in termini di servizi sanitari, scolastici e ferroviari.
Su 20 comuni abruzzesi con l’indice di vecchiaia più alto, 19 sono di montagna interna
Indice di vecchiaia nei comuni abruzzesi (2021)
FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat (statistiche sperimentali)
(pubblicati: venerdì 8 Marzo 2024)
Una perifericità strettamente connessa con l’orografia di questi territori. In 19 casi su 20, i comuni con l’indice di vecchiaia più elevato sono anche classificabili come montagna interna. Uno (San Giovanni Lipioni, comune della provincia di Chieti) è classificabile come collina interna. Questo paese di circa 140 abitanti – di cui la metà over 65 – è il comune d’Abruzzo con l’indice di vecchiaia più elevato, con 2.800 anziani ogni 100 bambini nel 2021.
Seguono, con oltre 2000 over-65 ogni 100 under-14, due comuni di montagna interna della provincia aquilana: San Benedetto in Perillis, Bisegna e Ortona dei Marsi.
Cosa prevedono le politiche sullo spopolamento in Abruzzo
La legge per il contrasto allo spopolamento approvata nel 2021 prevede una serie di misure, indirizzate ai piccoli comuni di montagna dell’Abruzzo.
Questi sono individuati tra i comuni con meno di 3.000 abitanti che, sulla base dei dati Uncem (unione nazionale comuni comunità enti montani) sono classificati come montani e hanno registrato negli ultimi cinque anni un calo demografico superiore alla media regionale. Vi rientrano inoltre tutti i comuni montani con meno di 200 abitanti, anche in assenza di calo demografico.
Da un lato, è previsto un incentivo economico di 2.500 euro annui alle nuove famiglie residenti, della durata di un triennio. La condizione è che il nucleo familiare richiedente dichiari e dimostri che l’abitazione di nuova residenza rimanga la dimora abituale per tutto il periodo di godimento del beneficio. In base alla relazione sull’attuazione per il 2023, lo scorso anno ne hanno fatto richiesta oltre 800 nuclei, di cui 702 ammessi all’istruttoria. Per 602 di queste l’istruttoria risultava conclusa al momento della relazione, nell’ottobre scorso, per un totale di 829 persone.
602 nuclei familiari richiedenti nel 2023 che hanno ricevuto l’incentivo.
La legge prevede il raddoppio dell’incentivo per i richiedenti che avviano un’attività imprenditoriale nel comune di nuova residenza, anche attraverso il recupero di beni immobili del patrimonio storico-artistico. Nel 2023, sono state 19 richieste che hanno ottenuto l’ulteriore incentivo previsto per aver avviato o trasferito la propria attività.
Definire politiche pubbliche che contrastino l’abbandono del territorio è strettamente connesso alla possibilità per le giovani famiglie – in particolare con figli – di vivere in aree interne e montane. Da questo punto di vista, l’articolo 2 della legge 32/2021 prevede in questi comuni un assegno di natalità fino a un massimo di 2.500 euro annui alla nascita o all’adozione di un figlio, per i primi 3 anni di vita del minore, nei limiti dello stanziamento previsto dalla stessa legge.
Inoltre, si prevedono la promozione di intese tra le Asl e i comuni montani per l’apertura di ambulatori pediatrici e contributi alle famiglie per il rimborso rette scolastiche.
L’importanza dei servizi per le famiglie nelle aree interne
Nel valutare l’impatto di queste misure e di altre analoghe, la maggiore attenzione nei prossimi anni dovrà essere dedicata alla presenza di famiglie con figli e ai servizi ad esse rivolti. Tali aspetti vanno considerati centrali per qualsiasi politica di contrasto allo spopolamento che sia duratura nel tempo, per due ragioni.
La prima è che le aree interne sono definite proprio a partire dalla loro distanza dai servizi essenziali. Prevederne una maggiore presenza, o comunque una maggiore raggiungibilità sul territorio, è il presupposto per contenere il trend di spopolamento.
In secondo luogo, la possibilità per le famiglie con figli di vivere nelle aree interne non si collega solo all’obiettivo primario di ridurre lo spopolamento. Ma anche a quello, altrettanto importante, di un riequilibrio demografico tra giovani e anziani, aspetto particolarmente sensibile nelle aree montane e interne.
89,8% i comuni di montagna interna in Abruzzo dove già nel 2021 il rapporto raggiungeva i 2 anziani per giovane (media regione: 78%).
Un equilibrio che come abbiamo visto è oggi fragile in molte aree del paese e in Abruzzo. A tutti i livelli istituzionali, nei prossimi mesi e anni sarà cruciale prevedere ed estendere le misure di supporto alla genitorialità, monitorando nel tempo anche indicatori come l’andamento del rapporto tra giovani e anziani. Una variabile chiave per il futuro di questi territori e non solo.
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Foto: JW. (unsplash) – Licenza