L’estensione del patrimonio arboreo, una prerogativa per i minori #conibambini

In Italia la legge stabilisce la necessità di piantare un albero per ogni nuovo nato. Un legame simbolico, che però sancisce il diritto dei minori al verde pubblico di qualità. Approfondiamo l’estensione del patrimonio arboreo nelle città italiane rispetto ai bambini e ragazzi residenti.

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Il prossimo 21 novembre si celebra la giornata nazionale degli alberi, ricorrenza istituita con una legge nel 2013 per valorizzare la funzione insostituibile del patrimonio arboreo sotto diversi punti di vista. Dalla prevenzione del dissesto idrogeologico alla riduzione delle emissioni, sono molti gli aspetti che la cura di piante e alberature possono migliorare.

Anche in termini di vivibilità e di miglioramento della qualità dell’aria, specie nelle aree urbane. Per questo nelle città l’ampiezza del patrimonio arboreo, con la presenza alberi nelle aree verdi, è uno dei segnali di un luogo a misura di minore.

La presenza di aree verdi, come abbiamo avuto modo di approfondire in passato, riguarda da vicino i diritti dei bambini. La vivibilità di queste aree è strettamente connessa alla presenza degli alberi, che garantiscono una maggiore qualità degli spazi e dell’ambiente urbano.

Abbiamo approfondito quanti alberi vengono piantati ogni anno nei capoluoghi italiani, anche alla luce di un vincolo legislativo previsto dal 1992 e aggiornato proprio con la legge del 2013 che ha istituito la giornata nazionale. Questa norma prevede che i comuni sopra i 15mila abitanti mettano a dimora un nuovo albero per ogni nuovo nato iscritto in anagrafe. In considerazione di questo legame, promosso anche dal legislatore, abbiamo inoltre ricostruito quanto sia ampio il patrimonio arboreo delle città italiane rispetto ai bambini e ragazzi oggi residenti.

Le piantumazioni di nuovi alberi per le nascite

Dal 1992 una legge dello stato stabilisce che le città provvedano, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato e di ciascun minore adottato, a piantumare un albero nel proprio territorio comunale.

In attuazione degli indirizzi definiti nel piano forestale nazionale, i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti provvedono, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, a porre a dimora un albero nel territorio comunale.

In attuazione di questa norma, i capoluoghi di provincia italiani hanno dichiarato la messa a dimora di 69.029 nuovi alberi nel 2021 e di quasi 80mila nel 2022. Milano, con oltre 21mila alberature piantate in entrambi gli anni, si colloca al vertice della classifica dei capoluoghi, seguita da Torino (31.777 alberi tra 2021 e 2022).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: venerdì 24 Maggio 2024)

L’informazione manca per circa 40 città.

Le città che seguono si posizionano al di sotto della soglia dei 10mila alberi piantati nell’arco del biennio. In particolare al terzo e quarto posto compaiono Padova e Roma, con rispettivamente 9.215 e 5.394 nuove alberature dichiarate. Seguono, con almeno duemila nuovi alberi ciascuna nel biennio, le città di Taranto, Cagliari, Verona, Piacenza, Modena, Siracusa, Reggio-Emilia, Forlì, Firenze e Trento. Tutte le altre si collocano al di sotto di questa soglia, mentre per 41 capoluoghi tale informazione non è disponibile.

Come varia il patrimonio arboreo per minore nelle città

Le città che in valore assoluto registrano la maggiore dotazione di patrimonio arboreo in ambito urbano sono Torino (410.910 alberi), Roma (310.381) e Milano (247.395). Seguono – in base ai dati raccolti dall’istituto di statistica per l’indagine sui dati ambientali nelle città – 3 capoluoghi dell’Emilia Romagna. Modena, con 130mila alberature, Reggio Emilia, con 92mila, e Bologna (85.500).

38,3% delle alberature censite nei capoluoghi si concentra in 4 città: Torino, Roma, Milano e Modena.

In rapporto ai minori residenti, spiccano 4 città con oltre 3 alberi in ambito urbano per abitante sotto i 18 anni. Si tratta di Cosenza (4,8 alberi per minore), Modena (4,5), Torino (3,4) e Reggio Emilia (3,3). Il capoluogo calabrese tuttavia sembra essere un’eccezione tra le città del mezzogiorno, dove la dotazione di patrimonio arboreo per minore appare molto inferiore.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: venerdì 24 Maggio 2024)

I 15 capoluoghi con maggiore dotazione di alberi in area urbana per minore sono in 13 casi del centro-nord. Al contrario, le 15 città dove la disponibilità di patrimonio arboreo per residente con meno di 18 anni è più bassa, in 10 casi si trovano nel mezzogiorno. In particolare non raggiungono gli 0,15 alberi censiti per minore residente le città di Trapani, Messina e Potenza.

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sul numero di alberature in ambito urbano nei comuni capoluogo, raccolti da Istat nell’ambito dei dati ambientali nelle città, sono tratti dal catasto delle alberature delle città capoluogo, come richiesto dalla legge 10/2013 e dal decreto 63 del 10 marzo 2020 emanato dal ministero dell’ambiente sui criteri ambientali minimi (Cam). Per ciascun comune, sono stati messi in relazione con il numero di residenti con meno di 18 anni nel 2022.

Foto: Dave Clubb (unsplash)Licenza

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