L’impatto del Pnrr sulla povertà educativa in Veneto #conibambini
La vera sfida del Pnrr è ridurre i divari tra i territori, anche nel contrasto della povertà educativa. Approfondiamo la situazione attuale in Veneto e cosa prevede il piano per la regione su 3 temi: asili nido, nuove scuole e dispersione scolastica.
martedì 13 Dicembre 2022 | Povertà educativa
- 31,1 posti nido ogni 100 bambini 0-2 anni in Veneto nel 2020 (media Italia: 27,2).
- 33,1 milioni di € previsti con il Pnrr per asili nido e poli d’infanzia in provincia di Vicenza, dove oggi il 70,2% dei comuni offre servizi prima infanzia.
- 79,07% gli edifici scolastici in Veneto dotati di accorgimenti per il risparmio energetico nell’a.s. 2020/21.
- 12 aree individuate nella regione per la costruzione di nuove scuole con il Pnrr.
- 193 gli istituti destinatari della prima tranche dell’intervento straordinario per la riduzione dei divari nell'istruzione, per un totale di 26 milioni di euro.
Il Pnrr interviene su numerosi fronti relativi alla povertà educativa, dagli asili nido all’edilizia scolastica, dal contrasto all’abbandono precoce alla riduzione dei divari territoriali nell’istruzione.
Interventi che riguarderanno anche il Veneto, dai primi livelli d’istruzione a quelli più elevati.
L’offerta di asili nido e l’investimento del Pnrr
Partendo dagli asili nido, in Veneto nel 2020 sono 32.379 i posti offerti nei nidi e nei servizi per la prima infanzia, a fronte di circa 105mila residenti con meno di 3 anni nella regione. Ovvero una copertura del 31,1%, un dato inferiore alla soglia del 33% fissata in sede Ue ma superiore alla media nazionale (27,2%).
Tra le province, quella con la maggiore copertura potenziale è Rovigo con 39,2 posti ogni 100 bambini. Segue il territorio di Padova, l’altra provincia che supera la soglia europea (34,5). Tutti i territori riportano un valore maggiore della media nazionale tranne la provincia di Belluno (25,4).
Tra i capoluoghi, tre riportano valori superiori al 40%. Si tratta di Padova (49,7%), Rovigo (48,3%) e Verona (42,2%). La percentuale minore si registra a Treviso (22,8%).
Al netto dei capoluoghi, tra i comuni con più residenti tra 0 e 2 anni, si segnalano Villafranca di Verona con 41,5 posti ogni 100 bambini e Bassano del Grappa (Vicenza, 35,6).
Complessivamente, in Veneto il 73,7% dei comuni offre asili nido o altri servizi per la prima infanzia, a fronte di una media nazionale del 59,3%. La diffusione maggiore nei territori di Rovigo (92%), Belluno (82%) Padova (78,4%) e Verona (74,5%). Le altre province riportano valori più bassi della media regionale ma più alti o comunque in linea con quella nazionale. In particolare possiamo citare Vicenza (70,2%), Venezia (68,2%) e Treviso (59,6%).
Gli interventi del Pnrr per i nuovi nidi in Veneto
Localizzazione degli interventi finanziati per asili nido nell’ambito del bando Pnrr e offerta attuale (2020)
I dati qui presentati fanno riferimento agli esiti delle graduatorie pubblicate ad agosto dal ministero dell’istruzione. Comprendono le informazioni presenti negli allegati relativi agli interventi per asili nido e poli dell’infanzia (all. 1, 2 e 4). L’efficacia di tali graduatorie è subordinata alla registrazione degli organi di controllo e non si possono considerare ancora definitive. Va infatti tenuto presente che prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti. Per alcuni importi è prevista una successiva rimodulazione; altri presentano l’indicazione “riserva” sulla graduatoria. Il dato sull’offerta attuale misura, in relazione alla popolazione residente tra 0 e 2 anni, quella prevista nel 2020 da asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia, nel settore pubblico e in quello privato.
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione e Istat
(pubblicati: giovedì 18 Agosto 2022)
In questo contesto il Pnrr stanzia 4,6 miliardi sull’investimento per gli asili nido e le scuole per l’infanzia. Di questi, accanto alle risorse che finanzieranno progetti già in essere, è stato varato un bando da 3 miliardi di euro, di cui 2,4 per i soli nidi.
Di tali risorse, stando alle graduatorie pubblicate in agosto, in Veneto dovrebbero arrivare con il nuovo bando 142,2 milioni di euro per gli asili nido e poli d’infanzia, pari al 5,8% dei 2,4 miliardi di euro stanziati. In termini assoluti, il territorio con i progetti ammessi in graduatoria che cubano più risorse è la provincia di Vicenza (33,1 milioni di euro), seguita da Verona (27,6 milioni di euro) e Treviso (23,6 milioni di euro).
Complessivamente nella regione è previsto il finanziamento di 102 progetti. Di questi, 39 sono entrati nelle graduatorie pubblicate lo scorso agosto come ammessi, 63 come riserva. Per 4 dei progetti entrati in graduatoria, è comunque già prevista una successiva rimodulazione degli importi.
Va infatti tenuto presente che quelli pubblicati nelle graduatorie di agosto non necessariamente corrispondono agli importi definitivi: prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità e per alcuni importi è già prevista una successiva rimodulazione. Altro elemento cruciale è dato dal fatto che, come detto, molti interventi presentano l’indicazione “riserva” nella graduatoria.
Con questi caveat, sulla base delle graduatorie pubblicate in agosto, il singolo progetto con l’importo maggiore è una nuova costruzione per il comune di Livinallongo del Col di Lana (provincia di Belluno). Un intervento da circa 5,8 milioni di euro, classificato con la dicitura “riserva”. Segue un intervento analogo nel comune di Arzignano, in provincia di Vicenza, con 4,2 milioni di euro.
L’ente con più risorse previste è il comune di Vicenza con 8,1 milioni di euro per 4 progetti in graduatoria, seguito dal già citato comune di Livinallongo del Col di Lana (5,8 milioni di euro per un investimento) e dal comune di Venezia (4,4 milioni di euro per 3 progetti).
La costruzione di nuove scuole
Un altro aspetto di cui si occupa il Pnrr è la costruzione di nuove scuole sostenibili. Un investimento da 1,19 miliardi per la realizzazione di oltre 200 nuove scuole, di cui 12 previste in Veneto.
Nella regione, in base ai dati relativi all’a.s. 2020/21, sono presenti 3.469 edifici scolastici. Dal punto di vista della sostenibilità, per 2.743 in quell’anno era stata dichiarata la dotazione di accorgimenti per ridurre i consumi energetici, come la presenza di vetri o serramenti doppi, l’isolamento di coperture e pareti esterne, oppure ancora la zonizzazione dell’impianto termico, che consente un dispendio più accurato per la climatizzazione degli ambienti.
Il 79,07% degli edifici scolastici in Veneto presenta quindi questo tipo di accorgimenti, più della media nazionale (57,5%). La regione è quella che riporta l’incidenza maggiore. Questa è però una quota che varia tra i diversi territori: mentre a Padova la percentuale di edifici con accorgimenti raggiunge l’84,69% a Belluno si attesta al 72,1%.
Scendendo a livello comunale, tra i comuni della regione con più residenti tra 6 e 18 anni spiccano San Donà di Piave e Mira dove rispettivamente il 96,30% e il 94,44% delle scuole è dotato di accorgimenti per il risparmio energetico.
Gli interventi del Pnrr per le nuove scuole in Veneto
Localizzazione degli interventi finanziati nell’ambito del bando “nuove scuole” e quota di edifici scolastici dotati di accorgimenti per ridurre i consumi energetici (a.s. 2020/21)
I punti sulla mappa localizzano gli interventi finanziati nell’ambito del bando nuove scuole del Pnrr. La dimensione cresce in funzione dell’importo previsto. Il colore dei comuni varia in base alla quota di edifici scolastici che in quel territorio dispongono di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici (più intenso il colore, maggiore la quota di edifici per cui è dichiarata la presenza di accorgimenti).
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione
(pubblicati: domenica 17 Luglio 2022)
Su questa situazione si innestano gli interventi del Pnrr, con una serie di investimenti per l’edilizia scolastica tra cui quelli per la costruzione di nuove scuole. Sono 12 le aree individuate per il Veneto, per un totale di 35.562,03 mq e un importo complessivo richiesto di 77,7 milioni di euro, in base alle graduatorie pubblicate nel maggio scorso. Tutti gli interventi per le nuove scuole della regione riguarderanno edifici nelle classi energetiche F e G, quelle meno efficienti. Un intervento su 7 vedrà interessati stabili della classe energetica G.
I maggiori interventi riguardano la scuola secondaria di II grado – Is Feltre – Itt Negrelli – Itg Forcellini (provincia di Belluno) con un importo richiesto di 15,9 milioni di euro. Si tratta di un intervento su edifici di 7.252 mq, attualmente in classe energetica G, per cui è prevista la demolizione con ricostruzione sul posto. Tra gli altri interventi di rilievo si può citare una demolizione con delocalizzazione nel comune di Albaredo D’Adige che riguarda la scuola Primaria Antonio Vivaldi – Secondaria I grado Renato Simoni. Un progetto su 4.299 mq con un importo richiesto di circa 9,4 milioni di euro.
Il contrasto ai divari educativi esistenti
In Veneto il tasso di abbandono scolastico nel 2021 si è attestato al 9,3%. Un dato inferiore alla media nazionale e in linea con l’obiettivo europeo del 9% entro il 2030.
Nella regione restano comunque ampi divari educativi sugli apprendimenti in classe. Nei test Invalsi 2020/21, il 31,2% degli studenti veneti in III media si è attestato sui livelli di competenza 1 e 2 in italiano, considerati non adeguati, a fronte di una media nazionale del 39% circa. A livello provinciale, tutti i risultati si attestano sotto la media nazionale. Nella provincia di Rovigo sono stati il 35,74%. Mentre nella provincia di Belluno sono risultati inadeguati i test del 24,94% degli studenti.
Si tratta di dati cui dedicare un’attenzione prioritaria: i bassi livelli di competenza sono uno dei segnali più rilevanti della dispersione scolastica. Il Pnrr interviene con un investimento apposito, che ha tra gli obiettivi quello di scendere nel 2026 al 10,2% di abbandoni precoci nel nostro paese. Tale intervento vale 1,5 miliardi, di cui 500 milioni assegnati con una prima tranche attraverso un decreto del ministero dell’istruzione nel giugno di quest’anno.
Gli interventi per il contrasto della dispersione in Veneto
Localizzazione degli interventi finanziati nell’ambito del piano contro la dispersione e quota di uscite precoci dal sistema di istruzione e formazione
I dati sono stati elaborati a partire dalla tabella di ripartizione per istituzione scolastica pubblicati dal ministero dell’istruzione il 28 giugno 2022. Il colore dei comuni varia in base all’incidenza dell’abbandono scolastico nel comune, come rilevata nell’ambito del censimento 2011. Più intenso il colore, maggiore la quota di giovani tra 15 e 24 anni usciti precocemente dal sistema di istruzione e formazione.
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati ministero dell’istruzione e Istat
(pubblicati: martedì 28 Giugno 2022)
Risorse che, nel Veneto, sono destinate a 193 istituti, per un totale di 26 milioni di euro circa. Si tratta del 5,21% delle risorse stanziate con questo decreto. Il finanziamento maggiore nella regione agli istituti con sede nel comune di Venezia con 15 istituti finanziati.
L’istituto più finanziato è l’Is M.Sanmicheli, nel territorio di Verona, cui sono destinati 257.297,84 euro. Seguono l’Ipia Bernardi di Padova con 246.926,74 euro e l’istituto Medici di Verona con 246.048,82 euro.
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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi al Pnrr sono stati elaborati a partire dalle graduatorie e dalle informazioni pubblicate dal ministero dell’istruzione.