L’impatto della scuola a distanza sulle disparità di genere #conibambini

Durante la chiusura delle scuole, i dati indicano come siano state soprattutto le donne ad occuparsi della cura dei figli. Un esempio concreto di come il contrasto alla povertà educativa e quello ai divari di genere siano strettamente legati.

|

Partner

La didattica a distanza, pur con tutte le difficoltà e i problemi, è stata la modalità che ha consentito, almeno in parte, a bambini e ragazzi di seguire le lezioni da casa, nelle fasi in cui l’emergenza è stata più acuta. Allo stesso tempo, come abbiamo avuto modo di raccontare, non sono mancate le criticità: dalla mancanza di dispositivi in alcune famiglie, alla velocità delle connessioni, non sempre stabili.

Ma c’è un altro aspetto che è importante valutare: la necessità per i minori di stare a casa ha comportato per le famiglie l’esigenza di rendere compatibili i tempi di lavoro con quelli domestici. Una compatibilità tutt’altro che semplice da realizzare, e che i dati mostrano essere stata pagata soprattutto dalle donne.

In base a una ricerca commissionata dalle Nazioni unite in 38 paesi campione proprio per monitorare questa tendenza, tutti i membri della famiglia hanno aumentato il tempo dedicato ai figli, ma le donne in misura maggiore.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Nazioni Unite (Women Rapid Gender Assessments on the Impacts of Covid-19)
(ultimo aggiornamento: mercoledì 25 Novembre 2020)

Per l'Italia, selezionata insieme ad altre 16 nazioni in un'ulteriore indagine, il divario di genere nel tempo dedicato alla cura dei figli durante il Covid-19 è pari a 6,1 ore settimanali. Le donne italiane, in seguito alla pandemia, dedicano circa 30,9 ore a settimana alla cura dei figli, contro le 24,8 dichiarate dagli uomini. Un differenziale variabile a seconda dei paesi, ma che ovunque vede le donne molto più impegnate in queste attività.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Ipsos per le Nazioni Unite
(ultimo aggiornamento: domenica 25 Ottobre 2020)

Con l'emergenza Covid, sono ulteriormente aumentati i divari tra donne e uomini.

In questo senso, il Covid non ha fatto altro che allargare una disparità preesistente. Già prima della pandemia le donne dedicavano alla cura dei figli una media di 26 ore a settimana, contro le 20 degli uomini. Con l'insorgere dell'emergenza, il tempo medio è salito a 31 ore per le prime e a circa 24 per i secondi. In generale, oltre al tempo dedicato ai figli, il divario tra i generi nel tempo per le faccende domestiche e le attività di cura è mediamente raddoppiato. Prima della crisi, per ogni ora di attività domestica svolta da un uomo, 3 ore venivano dedicate dalla donna. Dopo l'emergenza il rapporto è di 1 a 6, ovvero 2 volte tanto. Con differenze profonde tra paesi: l'impatto tra prima e dopo la crisi è stato di 4,8 volte in Giappone, di 2,4 volte in Italia, di 1,8 volte nel Regno Unito, 1,7 in Francia, 1,6 in Germania.

30,9 ore alla settimana dedicate dalle donne italiane alla cura dei figli in seguito alla pandemia. Per gli uomini il dato scende a 24,8 ore settimanali.

Questi dati sono evidentemente collegati all'aumento del tempo passato in casa dai figli. La necessità per i bambini di seguire le lezioni a distanza comporta un maggior tempo che i genitori devono sottrarre ad altre attività, in primo luogo il lavoro. Anche per questa ragione, i primi dati indicano che l'occupazione femminile è una delle principali vittime della pandemia.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Unesco
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Aprile 2021)

Ciò ha ribadito ancora una volta il collegamento diretto tra l'offerta di servizi educativi per i minori e la condizione delle donne. Un tema che in passato abbiamo approfondito rispetto al ruolo degli asili nido nel promuovere l'occupazione femminile, ma che riguarda tutti i presidi educativi. Maggiori opportunità per i bambini e parità di genere vanno di pari passo.

Foto credit: Robo Wunderkind (Unsplash) - Licenza

PROSSIMO POST