L’importanza della sanità territoriale per l’Abruzzo Osservatorio Abruzzo

La pandemia ha mostrato quanto sia fondamentale la sanità pubblica per la società, soprattutto in territori dove la popolazione è più anziana e le comunità sono più isolate. Una fotografia dello stato della sanità abruzzese, in vista degli investimenti del Pnrr.

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La pandemia ha dimostrato in modo inequivocabile l’importanza della pianificazione in tema di sanità pubblica. Si tratta di un ambito della vita fondamentale, per il quale adeguate politiche pubbliche non sono più rinviabili.

Di sanità si occupa anche il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), attraverso il quale si punta a potenziale le reti di prossimità territoriali e innovare la ricerca e la digitalizzazione del sistema.

Nei giorni scorsi, infatti, è stato firmato il contratto istituzionale di sviluppo tra il ministero della salute e la Regione Abruzzo, una delle prime a comunicare il via libera per la ripartizione dei fondi del Pnrr sanità sul territorio regionale.

I dati sono fondamentali per comprendere le complessità di un tema come la sanità pubblica.

Questo importante step è seguito alla pubblicazione in gazzetta ufficiale delle linee guida “Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare“, che hanno permesso di raggiungere la scadenza intermedia fissata dall’Ue.

Sia per il Pnrr, che più in generale per la lotta alla pandemia, l’analisi dei dati ha dimostrato una centralità utile al raggiungimento degli obiettivi in termini di politiche pubbliche.

Un esempio è rappresentato anche da Open Data Covid, un monitoraggio permanente dell’emergenza Covid nella provincia dell’Aquila, voluto dal Gran Sasso Science Institute nell’ambito del più ampio progetto Open Data L’Aquila.

L’invecchiamento della popolazione abruzzese

In Abruzzo, come in Italia, la popolazione sta progressivamente invecchiando.

Nell’ultimo decennio è fortemente aumentato il numero di anziani.

A livello nazionale, nel 2021, i residenti con almeno 65 anni sono 13,9 milioni, quasi un quarto della popolazione (23,5%). Poco meno di 4 milioni di persone hanno più di 80 anni, il 6,7% dei residenti in Italia. Dieci anni fa, in base a quanto rilevato nel censimento del 2011, gli over 65 erano il 20,8% della popolazione (12,4 milioni di persone) e gli over 80 il 5,4% (3,2 milioni).

+764mila gli anziani sopra gli 80 anni in Italia tra 2011 e 2021.

L’Abruzzo in questo quadro non fa eccezione e anzi rafforza la tendenza nazionale. Nel 2021 gli abruzzesi con almeno 65 anni sono 316mila, il 24,7% dei residenti in regione. I 93mila over 80 rappresentano il 7,3% della popolazione abruzzese. Cifre destinate all’incremento nei prossimi anni, considerato che buona parte dei residenti ha tra i 45 e i 60 anni.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: venerdì 1 Gennaio 2021)

Di fronte a una popolazione che vive sempre più a lungo, la sfida di una sanità funzionante ed equa diventa cruciale.

L'investimento del Pnrr sulla sanità

Il piano di ripresa e resilienza prevede che una missione (la numero 6) sia dedicata a investimenti e riforme per la salute, per oltre 15 miliardi di euro, pari al 6,6% delle risorse del Pnrr. Cifre contestate nei mesi scorsi da alcuni osservatori, secondo i quali questi fondi sarebbero insufficienti a colmare le lacune che oggi affliggono il sistema sanitario italiano, da anni oggetto di frequenti tagli delle spese.

15,63 miliardi di euro destinati alla sanità nel piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le componenti del Pnrr sanità sono due: “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”, a cui sono stati assegnati 7 miliardi di euro, e "Innovazione, ricerca e digitalizzazione del sistema sanitario nazionale” a cui andranno 8,63 miliardi. Di questi, più di 200 milioni sono destinati a interventi in Abruzzo.

213 milioni di euro destinati dal Pnrr alla sanità abruzzese.

Gli interventi previsti nella prima componente puntano a rafforzare la presenza sanitaria sul territorio grazie al potenziamento di strutture esistenti e alla creazione di nuovi presidi sanitari (queste nuove strutture prendono il nome di case e ospedali della comunità). Inoltre si vuole incrementare l’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e l'integrazione tra tutti i servizi socio-sanitari.

La seconda, invece, mira al rinnovamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti e a una migliore efficienza dei livelli essenziali di assistenza (Lea), oltre che al potenziamento della ricerca scientifica e della formazione del personale.

Parliamo di somme importanti per una regione, come l'Abruzzo, dove sono presenti vaste aree interne e montane, con centri abitati isolati e una popolazione (soprattutto nella sua componente più anziana) che soffre le distanze e le mancanze di un sistema sanitario di prossimità, gravato dai tagli alla spesa operati negli ultimi anni (i posti letto negli ospedali italiani sono passati da 244mila nel 2010 a 211mila nel 2018) e dalla pressione subita dalla pandemia.

FONTE: Elaborazione openpolis su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Maggio 2022)

A fine maggio la Regione Abruzzo ha comunicato di aver firmato il contratto istituzionale di sviluppo (Cis) con il ministero della salute. Questo prevede che degli oltre 200 milioni di euro stanziati per la regione 59 andranno all'apertura delle "Case della comunità", 54 all'adeguamento antisismico delle strutture, 38 alla digitalizzazione del sistema, 31 all'acquisto di grandi apparecchiature, 26 agli "ospedali di comunità" e 4 milioni alle centrali operative territoriali.

Ma qual è l'attuale configurazione dell'offerta sanitaria sul territorio?

L'offerta sanitaria sul territorio abruzzese

Il sistema sanitario in Italia è articolato su diversi livelli territoriali. Come previsto dalla Costituzione, la tutela della salute prevede la competenza legislativa concorrente di stato e regioni. Il primo determina i livelli essenziali di assistenza da garantire in tutto il paese. Le seconde programmano e gestiscono in autonomia la sanità sul proprio territorio.

Nello specifico, gli enti pubblici chiamati a erogare i servizi sanitari sono le aziende sanitarie locali (Asl), il cui territorio di competenza è definito dalle regioni.

La regione disciplina altresì:
a) l'articolazione del territorio regionale in unità sanitarie locali, le quali assicurano attraverso servizi direttamente gestiti l'assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, l'assistenza distrettuale e l'assistenza ospedaliera, salvo quanto previsto dal presente decreto per quanto attiene alle aziende ospedaliere di rilievo nazionale e interregionale e alle altre strutture pubbliche e private accreditate (...)

In molti casi, come in Abruzzo, il territorio di competenza della Asl può coincidere con quello della provincia di riferimento. La regione è infatti divisa in 4 ripartizioni. In provincia di Chieti opera la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, mentre nell'aquilano quella di Avezzano-Sulmona-L'Aquila. Le province di Teramo e Pescara sono di competenza delle aziende sanitarie omonime.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Aprile 2022)

Queste organizzazioni si occupano di offrire le prestazioni attraverso la rete dei servizi sanitari presenti nella regione. Attraverso i dati rilasciati dal ministero della salute, possiamo ricostruire come si configura l'offerta di servizi sanitari sul territorio dell'Abruzzo.

La prima risposta: medici e pediatri sul territorio

Il primo presidio della rete sanitaria sul territorio è rappresentato dai medici di medicina generale e dai pediatri, in convenzione con il sistema sanitario nazionale (Ssn). Sono loro a regolare l'accesso ai servizi del sistema, valutando i bisogni del paziente.

In base ai dati relativi al 2019, in media in Italia ogni medico di medicina generale ha un carico potenziale di 1.237 adulti residenti. Ciascun pediatra ha invece un carico medio potenziale di 967 bambini. A differenza del carico effettivo, rappresentato dal numero medio di scelte per medico, parliamo del rapporto tra il totale dei residenti - a prescindere che abbiano scelto o meno un medico di famiglia - e i medici presenti. In questo quadro, l'Abruzzo è la quarta regione con il rapporto potenziale più favorevole per gli assistiti (sono 1.064 gli adulti abruzzesi per ogni medico di medicina generale).

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Giugno 2021)

Nella regione ciascun pediatra ha un bacino potenziale di 884 bambini residenti. Anche in questo caso un rapporto inferiore rispetto alla media nazionale 1 ogni 967 bambini.

In Abruzzo il dato potenziale sugli assistiti per medico è molto simile a quello effettivo.

I dati in parte cambiano se invece del carico potenziale si misura il carico assistenziale effettivo. Si tratta del numero iscritti al Ssn - cioè coloro che hanno scelto presso la Asl di competenza il proprio medico di base - per ciascun medico. Il dato dei medici generali cambia poco per l'Abruzzo: sono 1.059 le scelte per medico generico in Abruzzo, rispetto a una media nazionale pari a 1.224. Per i pediatri il numero medio di scelte in Italia è 884, mentre nella regione sono 829.

21,1% dei medici generici in Abruzzo ha un carico di oltre 1.500 scelte (contro una media nazionale del 36%).

Complemento essenziale dell'attività di medici generali e pediatri, è rappresentato dalle guardie mediche. Il loro ruolo è garantire la continuità del servizio, per l'intero arco della giornata, durante tutti i giorni della settimana. È la programmazione regionale a definire la loro offerta, in base alle caratteristiche demografiche e geografiche del territorio.

28 medici titolari di guardia medica ogni 100mila abruzzesi (più della media italiana: 19 ogni 100mila).

Su 2.990 punti di guardia medica presenti nel 2019 in Italia, sono 92 quelli collocati in Abruzzo, per un totale di 368 medici titolari. Ovvero 28 ogni 100mila abitanti, più della media nazionale (19). Nel 2019 questi hanno prescritto una media di 202 ricoveri ogni 100mila abitanti (dato italiano 334).

L'offerta di assistenza domiciliare

Un altro aspetto centrale della medicina territoriale, anche in ottica dell'investimento previsto dal Pnrr, è il ruolo svolto dell'assistenza domiciliare integrata.

I casi trattati in assistenza domiciliare in Abruzzo sono leggermente superiori alla media nazionale.

Parliamo dell'assistenza domiciliare che viene erogata sulla base di un piano assistenziale individuale, rivolto soprattutto a persone anziane, specie nei casi di frattura, di malattie terminali e altri casi riabilitazioni e dimissioni protette. Tale piano comprende perciò trattamenti multiprofessionali, di natura medica, infermieristica e riabilitativa.

In generale le ipotesi di attivazione dell’intervento si riferiscono a malati terminali, incidenti vascolari acuti, gravi fratture in anziani, forme psicotiche acute gravi, riabilitazione di vasculopatici, malattie acute temporaneamente invalidanti dell’anziano e dimissioni protette da strutture ospedaliere

Nel 2019 in Abruzzo sono stati 1.989 i casi trattati in assistenza domiciliare ogni 100mila abitanti. Una quota più elevata rispetto alla media nazionale (1.754), che quindi sembra segnalare una domanda consistente nella regione per questo tipo di trattamento. Per questo nei prossimi anni sarà importante monitorare gli investimenti che si concentreranno sull'assistenza domiciliare e sulle nuove tecnologie applicate alla sanità, come la telemedicina. A maggior ragione a fronte dell'invecchiamento della popolazione italiana e abruzzese.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Giugno 2021)

Oggi in Abruzzo oltre il 70% di questi trattamenti riguarda persone anziane, un dato inferiore rispetto alla media nazionale (82%).

71,4% i casi di assistenza domiciliare integrata in Abruzzo riguardanti persone sopra i 65 anni in Abruzzo.

In Abruzzo i pazienti terminali rappresentano l'11,5% dei casi trattatati in assistenza domiciliare (più della media italiana, pari al 9,4%).

Le strutture sanitarie sul territorio

La configurazione delle rete della sanità sul territorio non può prescindere dalla presenza di strutture sanitarie, intendendo con questa definizione tutte quelle strutture predisposte alla cura e all'assistenza, anche all'interno degli ospedali.

I dati dell'annuario statistico del servizio sanitario del 2019, diffusi lo scorso anno, consentono un confronto dell'offerta di questi presidi in Abruzzo rispetto alle altre regioni.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Giugno 2021)

In Italia nel 2019 sono state censite 8.798 strutture sanitarie come ambulatori e laboratori, cliniche e centri diagnostici che erogano attività specialistiche di cui circa il 40% pubbliche e il restante 60% private accreditate. In Abruzzo sono 129, di cui il 51% pubbliche.

5,1 ambulatori e laboratori pubblici ogni 100mila abitanti in Abruzzo (media nazionale 5,8).

I presidi sanitari sul territorio possono essere di diversi tipi.

Di fianco a queste, si contano nella regione anche 85 strutture residenziali e 16 semiresidenziali. Tra le prime, residenze sanitarie assistenziali, case protette e altre strutture simili. In Abruzzo sono a titolarità pubblica nel 28,2% dei casi (contro una media nazionale del 16,8%). Tra le seconde, i centri diurni psichiatrici e le altre strutture che svolgono attività semiresidenziale. In Abruzzo sono nell'81% dei casi pubbliche (a fronte di una media nazionale del 28,9%).

Si contano inoltre 131 strutture territoriali di altro tipo, una categoria in cui sono ricompresi i centri dialisi ad assistenza limitata, gli stabilimenti idrotermali, i centri di salute mentale, i consultori familiari, i centri distrettuali e in generale tutte le strutture che svolgono attività di tipo territoriale. In Abruzzo il 97,7% di questi presidi è pubblico, oltre 10 punti in più della media nazionale (86,97%).

La presenza di strutture di ricovero

I dati ministeriali consentono un focus più approfondito per le strutture di ricovero. Parliamo di centri che erogano anche prestazioni di ricovero ospedaliero, come ospedali, istituti e case di cura.

In Abruzzo, in base a dati relativi al 2019, sono 17 le strutture di questo tipo in ambito pubblico, su un totale di 515 presenti in Italia. Inoltre vi sono 10 case di cura (tutte accreditate presso il sistema sanitario), su un totale nazionale pari a 541.

L'offerta regionale di strutture di ricovero è incentrata su ospedali gestiti direttamente dalle Asl e case di cura private accreditate.

Complessivamente, in provincia dell'Aquila sono presenti 11 strutture di ricovero, di cui 5 ospedali e 6 case di cura accreditate. In quella di Chieti sono 7 (di cui 5 ospedali), nel pescarese sono 5 (3 ospedali) e nel teramano sono 4 (tutti ospedali).

Tra le strutture ospedaliere, possiamo citare gli ospedali dei capoluoghi come il San Salvatore dell'Aquila, il presidio ospedaliero Spirito Santo di Pescara, il Mazzini di Teramo e il Ss. Annunziata di Chieti.

27 le strutture di ricovero censite come attive dal ministero della salute.

È interessante confrontare l'offerta sul territorio con la presenza di anziani. Cioè della fascia di popolazione che spesso ha più necessità di accedere ai servizi sanitari. Tra le province, Chieti è quella con la maggiore incidenza di over-80 (7,14% della popolazione nel 2018), seguita da L'Aquila (7,04%), Pescara (6,68%) e Teramo (6,58%).

I punti sulla mappa rappresentano le strutture di ricovero (in blu gli ospedali, in verde le case di cura) presenti sul territorio al 30 dicembre 2016.

Il colore dei comuni varia in base all’incidenza della popolazione con età superiore agli 80 anni, relativo al 2018.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute e Istat (mappa rischi)
(ultimo aggiornamento: giovedì 10 Marzo 2022)

Tra le città, spiccano Pescara e Chieti, con una quota di anziani superiore al 7%: rispettivamente 7,71% e 7,18% dei residenti nel 2018. Dati inferiori all'Aquila (6,28%) e Teramo (6,88%). Tra i comuni maggiori, si segnalano i dati di Montesilvano (Pe), con il 4,63% dei residenti sopra gli 80 anni di età, Avezzano (Aq, 5,41%), Vasto (Ch, 5,47%) tutti con dati inferiori alla media regionale.

3,9% gli over 80 a San Salvo (Chieti). Tra i 15 comuni più popolosi è quello con meno anziani.

Da notare come la questione dell'offerta di medicina sul territorio rappresenti una sfida proprio per le aree interne. Nei comuni polo abruzzesi, baricentrici in termini di servizi (compresi quelli sanitari), la quota mediana di anziani si attesta al di sotto del 7%. Lo stesso per i comuni di cintura (contermini alle città principali) il cui dato mediano è pari al 6,3%.

Per conoscere la quota di popolazione anziana nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat (mappa rischi)
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Nelle aree interne la quota di popolazione anziana è maggiore.

Al contrario, nei comuni intermedi (distanti tra 20 e 40 minuti dal polo più vicino) la quota mediana di anziani sale all'8,6%. Ed è in doppia cifra per i territori periferici (dato mediano tra i comuni 10,05%) e quelli ultraperiferici (12,33%). Parliamo di aree che distano almeno 40 minuti dal centro più vicino (oltre 75 nel caso dei comuni ultraperiferici), con popolazioni generalmente più anziane rispetto al dato medio regionale e nazionale. Per territori con questo tipo di esigenze, saranno cruciali gli investimenti sulla sanità territoriale e sulla digitalizzazione dei servizi medici previsti dal Pnrr.

Il futuro delle strutture in regione

A proposito delle infrastrutture sanitarie, il Pnrr destina una voce di investimento significativa alle nuove case e ospedali di comunità.

Le prime (2 miliardi di euro) dovrebbero diventare il punto di riferimento per l’erogazione dei servizi sanitari offerti ai cittadini, con particolare attenzione per i malati cronici. Un altro miliardo è invece dedicato alla realizzazione di ospedali di comunità. Queste strutture sono rivolte ai pazienti che necessitano di cure a "intensità clinica medio-bassa" e per degenze di breve durata. A servizio di questo nuovo modello organizzativo dovranno poi essere realizzate delle centrali operative territoriali (Cot).

Per alcune specifiche voci di investimento il decreto del ministero della salute che assegna risorse alle regioni in ambito sanitario prevede anche il raggiungimento di specifici target. Particolarmente interessanti sono quelli relativi alle case e agli ospedali di comunità a cui si legano anche le nuove centrali operative territoriali.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati ministero della salute
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Maggio 2022)

 

A livello nazionale l'obiettivo è costruire 2.350 nuove strutture (1.350 case della comunità, 400 ospedali di comunità e 600 centrali operative territoriali). Di queste, per l'Abruzzo si prevede l'insediamento di 63 strutture: 40 case di comunità, 13 centrali operative territoriali e 10 ospedali di comunità.

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Foto: ospedale San Salvatore dell'Aquila (Chiara Tarullo - Virtù Quotidiane)

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