L’integrazione parte dalle scuole d’infanzia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “L’inclusione scolastica dei minori stranieri inizia dai primi anni di vita”

92,7%

dei minori 3-5 anni partecipa all’istruzione pre-primaria in Italia. A livello europeo l’obiettivo è rendere l’accesso alle scuole d’infanzia pressoché universale (96% entro il 2030). La letteratura in materia e le analisi Invalsi hanno infatti individuato l’impatto positivo che aver frequentato la scuola dell’infanzia ha sugli apprendimenti successivi, in particolare in italiano. Ciò è essenziale a maggior ragione per l’integrazione dei bambini nati da genitori stranieri, per i quali l’apprendimento della lingua può essere uno dei principali ostacoli verso una piena integrazione. Vai all’articolo.

8 su 10

i minori stranieri di 3-5 anni che frequentano la scuola d’infanzia. Una quota inferiore rispetto a quella dei coetanei italiani (95% circa). Oltre all’apprendimento della lingua, una criticità di questa tendenza è il venir meno di contesti in cui conoscere e socializzare con coetanei di nazionalità diverse dalla propria. Vai all’articolo.

14%

dei residenti 3-5 anni in Italia ha una cittadinanza non italiana. Tuttavia solo l’11,7% degli iscritti alle scuole d’infanzia è straniero. Un divario di oltre 2 punti percentuali che rischia di ostacolare le politiche di inclusione. Interventi che proprio attraverso l’azione della scuola e della comunità educante possono realizzarsi con maggiore efficacia. Vai all’articolo.

4,9%

gli adolescenti stranieri che dichiarano di non vedere mai gli amici nel tempo libero (1,5% tra i coetanei italiani). Tra i minori stranieri è sistematicamente superiore la percentuale di coloro che si dichiarano “non molto bravi” a scuola, che non frequentano amici, che non sanno quale percorso intraprendere dopo le medie o non continueranno gli studi dopo le superiori. Vai al grafico.

6 su 107

le province in cui la quota di iscritti stranieri alla scuola d’infanzia è pari (o supera) quella dei residenti stranieri della rispettiva fascia d’età. Si tratta di Pordenone (19% di bambini tra 3 e 5 anni stranieri e 20,7% di iscritti), Bolzano, Cremona, Trento, Aosta e Ravenna. Al contrario, il divario tra residenti e iscritti è più elevato a Prato, La Spezia, Parma, Livorno, Latina e Pavia. Sebbene serva cautela nel confrontare i due dati – che sono di fonte diversa, raccolti con metodologie differenti – è interessante notare che spesso nei territori dove più bambini stranieri partecipano alla scuola d’infanzia anche il livello di apprendimenti in italiano è più elevato. Vai alla mappa.

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