L’Italia è ancora lontana dall’obiettivo sulla raccolta differenziata Clima e ambiente
La gestione dei rifiuti è un tema complesso, che ha tra i suoi capisaldi quello della raccolta differenziata. Uno strumento cruciale per ridurre sprechi e inquinamento, ma che in molte parti d’Italia viene utilizzato meno di quanto previsto per legge.
venerdì 11 Settembre 2020 | Ecologia e innovazione, Italie a confronto
Secondo l’ultimo rapporto Ispra, in Italia nel 2018 sono stati prodotti 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, un aumento di 590 mila tonnellate rispetto al 2017. Molti di questi sono stati depositati nelle discariche (22%) o smaltiti negli inceneritori (18%), entrambe soluzioni dannose per l’ambiente. La discarica perché può contaminare suolo, acqua e aria e l’inceneritore per la diffusione di inquinanti nell’atmosfera.
La soluzione ideale è produrre meno rifiuti e fare la raccolta differenziata.
Consumare meno materiali e quindi generare meno immondizia è fondamentale per una migliore gestione dei rifiuti. A questo principio si deve accompagnare necessariamente la pratica della raccolta differenziata, che consente il riciclo di materiali, riducendo gli sprechi. Questo avrebbe chiaramente effetti positivi a livello ambientale: meno sprechi significa meno rifiuti da mandare in discarica o all’inceneritore e quindi meno danni all’ambiente.
Sia a livello europeo che nazionale si è intervenuto a livello legislativo per stabilire obiettivi e condizioni da seguire nella gestione dei rifiuti. Da un lato l’Unione Europea, che con la direttiva 2018/851/UE chiede agli stati membri di attivare il servizio di raccolta differenziata e fissa alcuni obiettivi sul riutilizzo e il riciclo. Dall’altro l’Italia, che con il decreto legislativo 152/2006 e la legge 296/2006 aveva stabilito un target specifico sulla raccolta dei rifiuti.
L’Italia ha mancato l’obiettivo.
Entro il 31 dicembre 2012, il nostro paese avrebbe dovuto raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Tuttavia, secondo i dati più recenti relativi al 2018, nel nostro paese i rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata costituiscono il 58% del totale. Una quota ancora lontana di 7 punti percentuali, da un obiettivo che andava raggiunto 6 anni fa.
Quanto varia la diffusione di questa pratica da nord a sud
Per capire quanto la raccolta differenziata sia praticata in Italia, fermarsi alla media nazionale non è sufficiente.
Osservando i dati delle singole regioni infatti emergono ampie differenze. Da una parte, i territori del nord hanno perlopiù risultati superiori alla media (58%) e in alcuni casi superiori all’obbiettivo del 65%. Dall’altra parte le regioni che registrano le quote più basse sono quelle del sud.
Tra le eccezioni a questa tendenza generale spiccano la Sardegna, sesta in classifica a quota 67% e la Liguria quattordicesima (49,7%).
7 su 20 le regioni che hanno raggiunto l’obiettivo 2012 sulla raccolta differenziata
Percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani, per regione (2018)
I dati mostrano la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti. Secondo l’obiettivo nazionale, entro il 31 dicembre 2012, il nostro paese avrebbe dovuto raggiungere il 65% di raccolta differenziata.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
Il Veneto è la regione con la percentuale più alta di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (73,8%), seguito da Trentino Alto Adige (72,5%) e Lombardia (70,7%). Al lato opposto della classifica invece troviamo Calabria (45,2%), Molise (38,4%) e Sicilia (29,5%).
44,3 i punti percentuali di differenza tra le quote di raccolta differenziata di Veneto e Sicilia.
Approfondendo la questione a livello provinciale, la situazione risulta in linea con quella regionale. Cioè un nord dove la differenziata è ampiamente diffusa e un centro e un sud dove lo è molto meno.
Più della metà delle province non raggiunge il 65% di raccolta differenziata
Percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani, nelle province (2018)
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)
In controtendenza alcuni territori del centro, in particolare nelle Marche, in Toscana e in Umbria. Spiccano anche alcune province meridionali come Chieti (69,4%) e Benevento (70,6%) e tutte quelle sarde ad eccezione di Cagliari (57,8%). Nel nord sono diverse le province piemontesi e liguri a registrare quote inferiori al 65%, insieme alle lombarde Pavia (51,5%) e Sondrio (55,8%).
19,9% la raccolta differenziata nella provincia di Palermo, la quota più bassa in Italia.
La percentuale più alta è invece quella di Treviso, pari a 87,3%.
Un approfondimento a livello comunale
La raccolta dei rifiuti è una questione che riguarda da vicino la vita quotidiana dei cittadini. È quindi importante analizzare i dati al livello territoriale più ristretto possibile, per comprendere effettivamente la diffusione di questa pratica. Per questo motivo, abbiamo deciso di considerare i dati comunali, i più recenti sono al 2017.
Quanta raccolta differenziata si fa nel tuo comune
Percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani, in tutti i comuni italiani (2017)
Per sapere la percentuale di raccolta differenziata nel tuo comune, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)
Abbiamo isolato le cinque città più popolose d'Italia, per confrontarle tra loro, anche rispetto all'andamento nel tempo.
A Napoli la maggior crescita della raccolta differenziata
Percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani, nelle città più popolose (2014-2017)
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)
Nel comune di Napoli la quota di raccolta differenziata è passata dal 22% nel 2014 al 34% nel 2017. Una percentuale ancora bassa, ma che rappresenta il maggior aumento tra le città considerate (+12 punti percentuali). La crescita più limitata è invece quella di Torino, passata da 41,5% nel 2014 a 44,6 nel 2017 (+3,1 punti percentuali).
In tutte le 5 città più popolose, la differenziata è aumentata.
Osservando la situazione al 2017, Milano ha la quota più alta di differenziata, pari al 57,8%. Un dato comunque inferiore all'obiettivo del 65%. Dall'altra parte, Palermo spicca negativamente per la percentuale più bassa, solo il 13,8%.
Vista la particolarità del caso, abbiamo esteso l'analisi ai comuni della città metropolitana di Palermo. Per osservare eventuali similitudini o controtendenze rispetto alla situazione del capoluogo e dell'intera provincia che, come abbiamo visto in precedenza, è l'ultima in Italia per raccolta differenziata.
Palermo: solo 6 comuni superano il 65% di differenziata
Percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani, nei comuni in provincia di Palermo (2017)
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)
Solo 6 comuni hanno raggiunto l'obiettivo 2012 sulle quote di differenziata. Si tratta di territori piccoli, con meno di 10.000 abitanti. Tra i più popolosi invece, spiccano Villabate (41,3%) e Carini (32,7%), con quote comunque inferiori alla media nazionale (58%).
20 i comuni che registrano meno del 10% di raccolta differenziata, nella città metropolitana di Palermo.
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Scarica i dati comunali, regione per regione
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