Lo stallo parlamentare in attesa del governo Incarichi pendenti
Circa 700 i disegni di legge già presentati, ma senza un governo non si formano le commissioni, e tutto rimane fermo. Anche Copasir e Vigilanza Rai bloccate.
mercoledì 11 Aprile 2018 | Potere politico
Nessuna delle forze politiche che ha partecipato alle elezioni delle scorso 4 marzo ha ottenuto la maggioranza. Né il Movimento 5 stelle, né il centrodestra hanno i numeri per governare da soli, e il primo giro di consultazioni del presidente Mattarella ha confermato la difficoltà nell’individuare un nome forte a cui affidare la formazione di un esecutivo. Una situazione a cui siamo abituati, e molto simile a quella di 5 anni fa, quando ci volle oltre un mese dall’insediamento del parlamento per testimoniare la nascita del governo Letta.
Anche se sulla carta camera e senato sarebbero nel pieno delle loro facoltà, in pratica le cose sono molto diverse. La mancanza di un governo rende impossibile procedere con la formazione di una serie di organi, alcuni di notevole importanza. La paralisi istituzionale generata dall’assenza di un esecutivo, ricade direttamente sull’attività del nostro parlamento. Nonostante parliamo di due istituzioni separate infatti, essendo la nostra una repubblica parlamentare, un governo non può agire senza il sostegno del parlamento. Sostegno che viene espresso con la fiducia, da cui discende la divisione tra maggioranza e opposizione. Ed è questo elemento che lega il destino del ramo legislativo a quello dell’esecutivo. Per prassi infatti alcuni incarichi parlamentari vengono assegnati all’opposizione, e non sapendo esattamente quali gruppi ne faranno parte, ci si trova fermi.
Cosa non si può ancora fare
Il primo dei problemi riguarda le commissioni parlamentari. Le 14 commissioni permanenti di camera e senato sono il cuore propulsivo dell’attività legislativa del nostro paese, senza di esse l’abituale iter normativo non può iniziare.
Cosa sono le commissioni parlamentari e perché sono importanti
Vai alla nostra analisi.
Ad oggi deputati e senatori hanno depositato circa 700 proposte, il cui percorso per diventare legge passa per l’essere assegnate a una commissione, primo organo responsabile per esaminarle. Per costituire una commissione bisogna però eleggere l’ufficio di presidenza, atto che necessità di una chiara maggioranza parlamentare. Per prassi infatti una delle due vice presidenze viene assegnata a un membro dell’opposizione, cosa che quindi a oggi sarebbe molto difficile. Ci si trova in una situazioni in cui le commissioni permanenti non possono iniziare a lavorare. Tra l’altro, come abbiamo avuto modo di vedere grazie all’indice di produttività parlamentare, è proprio attraverso un incarico in commissione che un parlamentare si può assicurare un ruolo chiave nelle dinamiche di camera e senato.
Senza un governo e una chiara opposizione, anche le commissioni permanenti, Copasir e Vigilanza Rai rimangono bloccati.
Discorso simile può essere fatto per il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), che si occupa di controllare l’operato dei servizi segreti italiani. Anche qui è ormai pratica consolidata affidare la guida dell’organo ad un membro dell’opposizione. In passato per esempio l’incarico è stato affidato a Massimo D’Alema (nella XVI legislatura), Claudio Scajola (XV legislatura) e, ultimo in ordine di tempo, Giacomo Stucchi della Lega.
Altro organo generalmente presieduto da un membro dell’opposizione è la Vigilanza Rai, che ha lo scopo di sorvegliare l’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano. Nella scorsa legislatura l’incarico era nella mani dell’attuale presidenza della camera Roberto Fico. In mancanza di un esecutivo quindi una serie di partite fondamentali per il nostro parlamento non possono essere giocate.
Cosa è stato fatto
Non potendo rimanere completamente paralizzati dalla mancanza di un governo, camera e senato hanno proceduto alla formazione di due commissioni speciali, una per ramo.
È diventata ormai abitudine che all’inizio di ogni legislatura si formi una commissione speciale, con lo scopo di gestire la transizione da una legislatura all’altra, e per affrontare tutte le tematiche urgenti che non possono aspettare la formazione del governo e quindi la nascita delle commissioni permanenti. Nel caso specifico le neonate commissioni speciali dovranno esaminare il documento di economica e finanza presentato dal governo Gentiloni, passaggio al momento fondamentale.
Le commissioni speciali gestiscono la transizione da una legislatura all’altra, affrontando anche i provvedimenti urgenti del governo.
Il punto è ovviamente capire fino a che punto si prorogherà questa situazione di stallo. La commissione speciale da regolamento può discutere provvedimenti anche in sede deliberante, quindi approvare testi senza il coinvolgimento dell’aula. Una possibilità che ha anche però delle limitazioni, in quanto esclude quindi una serie di provvedimenti: ddl costituzionali e in materia elettorale, quelli di delegazione legislativa, di conversione di decreti-legge, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali e di approvazione del bilancio.
Ma le ricadute di questa situazione non si fermano certamente qui. Come abbiamo avuto modo di raccontare, l’ormai consolidato protagonismo del potere esecutivo ha spostato molte dinamiche legislative fuori dall’aula. Molte delle leggi approvate nella scorsa legislatura non sono ancora pienamente attuate, e richiedono l’approvazione da parte del governo di decreti attuativi e decreti legislativi. Per questi ultimi è spesso necessario il parere favorevole del parlamento cosa che, vista la situazione in cui ci troviamo, può essere un problema. L’attuale parlamento oltre a non essere ancora nel pieno delle sue funzioni, avrà con molta probabilità una maggioranza notevolmente diversa da quella della XVII legislatura, e non è detto che ci sia continuità su certi temi.
Foto credit – Presidenza della repubblica