Mattarella, il segretariato generale del Quirinale e il consiglio supremo di difesa Mappe del potere

Dopo la rielezione Mattarella ha confermato quasi tutti i suoi collaboratori presso il segretariato generale della presidenza della repubblica. Tra i pochi cambiamenti il consigliere per gli affari militari e il segretario del consiglio supremo di difesa.

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Uno dei primi atti del secondo mandato di Sergio Mattarella è stato la riconferma di Ugo Zampetti come segretario generale del Quirinale. Oltre a lui quasi tutto lo staff del presidente è stato riconfermato. Tra le poche eccezioni la nomina di Francesco Saverio Garofani a consigliere per gli affari del consiglio supremo di difesa, assumendo di conseguenza anche il ruolo di segretario dello stesso consiglio.

Il segretario generale

Come accennato la composizione del segretariato generale del Quirinale non è cambiata molto con l’inizio del secondo mandato da presidente della repubblica di Sergio Mattarella.

Il segretario generale infatti è sempre Ugo Zampetti e i suoi vice Gino Onorato e Alfredo Guarra. Zampetti è un funzionario dello stato di lungo corso. Prima di essere nominato da Mattarella ha ricoperto per 15 anni il ruolo di segretario generale della camera. La conoscenza tra Zampetti e Mattarella risale almeno al 1983, quando l’attuale presidente è stato eletto per la prima volta alla camera dei deputati diventando membro della commissione affari costituzionali, di cui Zampetti era allora il segretario.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 2 Marzo 2022)

I consiglieri del presidente

Tra i consiglieri del presidente invece alcuni spiccano in particolare per averlo accompagnato in vari momenti importanti del suo percorso politico. Tra questi ad esempio Simone Guerrini, Daniele Cabras e Gianfranco Astori. Tutti e 3 rinnovati nel loro ruolo per il secondo mandato.

Il primo, che oggi dirige l'ufficio di segreteria del Quirinale, aveva già ricoperto l'incarico di capo della segreteria del presidente durante i governi D'Alema, quando Mattarella è stato prima vice presidente del consiglio e poi ministro della difesa.

Nello stesso periodo invece Cabras, che oggi è consigliere per gli affari giuridici e le relazioni costituzionali del presidente, è stato prima consigliere giuridico e poi capo di gabinetto del vice presidente del consiglio e del ministro Mattarella.

3 consiglieri di Mattarella hanno fatto parte dei suoi uffici di diretta collaborazione quando ha ricoperto i ruoli di vice presidente del consiglio e di ministro della difesa.

Astori invece, oltre ad aver fatto parte dell'ufficio di diretta collaborazione di Mattarella come consigliere per l'informazione, ha condiviso con lui anche alcune esperienze politiche molto importanti. I due infatti hanno fatto parte insieme di 3 governi. Astori sempre come sottosegretario, Mattarella come ministro per i rapporti con il parlamento (governi Goria e De Mita) e ministro dell'istruzione (sesto governo Andreotti). Inoltre sono stati contemporaneamente deputati della Democrazia cristiana per 3 legislature. Oggi Astori è nuovamente consigliere per l'Informazione di Mattarella, delega a cui si aggiunge, rispetto al primo mandato, quella alla partecipazione sociale.

Quasi tutti gli altri consiglieri del presidente risultano confermati. Emanuela D'Alessandro è rimasta nel ruolo di consigliere diplomatico, Giovanni Grasso alla stampa e la comunicazione, Emilia Mazzuca agli affari interni e ai rapporti con le autonomie, Giuseppe Fotia agli affari finanziari e Stefano Erbani alla giustizia.

A cambiare invece sono stati due ruoli relativi alle questioni militari e di difesa.

Il consigliere per gli affari militari e il segretario del consiglio supremo di difesa

Nel corso dei primi 7 anni di mandato di Mattarella i ruoli di consigliere per gli affari militari e di consigliere per gli affari del consiglio supremo di difesa erano stati ricoperti rispettivamente dai generali Roberto Corsini e Rolando Mosca Moschini.

Oggi invece il ruolo di consigliere militare è ricoperto da Gianni Candotti, generale di squadra aerea dell'aeronautica militare. Al posto del generale Moschini invece Mattarella ha nominato Francesco Saverio Garofani. Quest'ultimo era già consigliere del presidente dal 2018 ma con delega alle questioni istituzionali.

Anche in questo caso si tratta di una figura molto vicina a Mattarella. Entrambi sono stati eletti alla camera con l'Ulivo nella quindicesima legislatura, ma già prima Garofani era stato direttore de Il Popolo, quotidiano del Partito popolare italiano di cui Mattarella era in quella fase uno dei principali dirigenti.

Al contrario del suo predecessore il nuovo segretario del consiglio supremo di difesa non è un militare.

Come abbiamo visto, al contrario del suo predecessore, Garofani non è un militare, ma piuttosto un politico e un giornalista. Un aspetto ancora più interessante se si considera che il consigliere per gli affari del consiglio supremo di difesa svolge anche il ruolo di segretario del consiglio stesso.

È bene tenere presente che su questo tema il presidente della repubblica, e quindi i suoi consiglieri, possono avere una funzione molto importante. La costituzione infatti attribuisce al capo dello stato un ruolo cruciale, almeno dal punto di vista formale e di garanzia, sulle questioni militari e di difesa.

[Il presidente della repubblica] Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Il capo dello stato e la difesa nazionale

È interessante notare come la costituzione attribuisca al capo dello stato un ruolo di vertice e dunque di garanzia su tre diversi profili che riguardano la sicurezza e la difesa.

Il presidente infatti, secondo la lettera della costituzione, ha il comando delle forze armate. Il capo dello stato dunque nel nostro ordinamento è posto al vertice dell'apparato militare, anche se poi, nella pratica, è il governo a esercitare il comando effettivo. Un aspetto importante dunque, a cui si aggiunge il fatto che i vertici delle forze armate sono nominati con decreto del presidente della repubblica.

Il decreto con cui il capo dello stato nomina gli alti vertici militari è un atto solo formalmente presidenziale. Anche su questo tuttavia è bene tenere presente l'influenza che può avere la moral suasion del Quirinale. Vai a "Le nomine del presidente della repubblica"

Il presidente poi esercita un ruolo di garanzia anche nei confronti del parlamento, a cui la carta attribuisce la prerogativa di deliberare lo stato di guerra.

Le camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari.

Se è il parlamento, in quanto rappresentante della volontà popolare, a decidere sull'attivazione dello stato di guerra, è però il capo dello stato a doverlo dichiarare, rendendolo quindi effettivo.

Il consiglio supremo di difesa è invece la sede in cui si esprime, in via principale, il ruolo di garanzia del presidente della repubblica nei confronti dell'esecutivo. Al capo dello stato è infatti attribuita la presidenza di quest'organo. Come abbiamo visto poi è sempre il presidente della repubblica a nominare il segretario del consiglio supremo di difesa, che è anche un membro del suo staff. Infine è da segnalare che per prassi prende parte alle riunioni del consiglio anche il segretario generale del Quirinale.

Oltre alle figure già elencate il consiglio è composto dal presidente del consiglio e dai ministri degli esteri, della difesa, dell'interno, delle finanze e dello sviluppo economico oltre che dal capo di stato maggiore della difesa (D.Lgs. 66/2010). Altri ministri, capi di stato maggiore o figure con competenze specifiche possono essere invitati a partecipare se ritenuto utile.

Il consiglio supremo di difesa è l'organo preposto all’esame dei problemi generali relativi alla sicurezza e alla difesa nazionale. Vai a "Gli organi presieduti dal presidente della repubblica"

Anche se il comando operativo è esercitato dal governo, attraverso decisioni adottate in consiglio dei ministri, è in questa sede che avviene in via permanente la discussione e l’approfondimento dei temi relativi alla sicurezza e alla difesa, attraverso un confronto multidisciplinare tra i componenti del consiglio medesimo. È inoltre in questo contesto che il capo dello stato viene informato sulle scelte che il governo intende intraprendere in modo da poter esercitare il suo ruolo di equilibrio istituzionale.

In via ordinaria il consiglio si riunisce 2 volte l'anno, ma in caso di necessità può essere convocato in qualsiasi momento dal capo dello stato.

La riunione del consiglio supremo di difesa

Dopo che nella mattina del 24 febbraio la Federazione Russa ha iniziato l'invasione dell'Ucraina il presidente della repubblica ha convocato, per quello stesso giorno, il consiglio supremo di difesa. Pare evidente dunque che si sia trattato di una riunione straordinaria del consiglio. Anche se né il comunicato con cui è stata annunciata la riunione, né quello che ha dato conto degli esiti si sono espressi a riguardo. Il nuovo segretario del consiglio si è quindi trovato ad affrontare, nella sua prima riunione dell'organo, una situazione del tutto particolare, oltre che grave.

Come abbiamo detto è il governo a prendere le decisioni operative e sono le forze armate ad adottare le iniziative di carattere militare. Tuttavia è in seno al consiglio supremo di difesa che sono state decise le principali linee d'indirizzo che l'Italia sta adottando nell'affrontare la crisi ucraina.

In questo contesto sono state quindi definite alcune prese di posizione politiche. Come la condanna dell'invasione russa, la richiesta di cessazione delle ostilità e il sostegno all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina. In termini di azioni da intraprendere, invece, sono state ribadite: la volontà di coordinare le attività in ambito Nato e Ue e la decisione di adottare severe sanzioni nei confronti della Russia tenendo però a mente il rischio di una escalation militare.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 3 Marzo 2022)

Foto: Quirinale

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