Maturità 2024, una prova non solo per ragazze e ragazzi Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Come vanno gli apprendimenti in quinta superiore

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settimane all’inizio degli esami di maturità di quest’anno. Inizieranno il prossimo 19 giugno: un test in cui saranno messi alla prova gli apprendimenti di studenti e studentesse nell’arco del ciclo di istruzione. L’anno scorso erano stati 536mila i candidati alla maturità. In continuità con il 2023, si conferma il ritorno dell’esame in modalità ordinarie, e non più con le modifiche dovute all’emergenza Covid. Resta tutto da capire se un completo ritorno alla normalità riguarderà anche il livello degli apprendimenti di ragazze e ragazzi, in molti casi compromesso negli anni della pandemia. L’emergenza ha reso ancora più evidenti i divari tra gli alunni in termini di competenze, spesso sovrapponibili alle disuguaglianze sociali, economiche, culturali e territoriali preesistenti. Vai all’articolo.

30

punti di differenza tra il punteggio degli studenti con famiglie di condizione socio-economica alta e quelli di condizione bassa. Il primo gap è quello legato all’origine sociale della famiglia. Gli studenti che in quinta superiore hanno i punteggi più alti provengono soprattutto dalle famiglie avvantaggiate. Quelle con status economico-sociale-culturale più elevato, monitorato attraverso l’indice Escs. Tra questi alunni, il punteggio medio supera 200 in italiano, mentre tra i ragazzi più svantaggiati si ferma 30 punti sotto. Vai al grafico.

Oltre 50

i punti di differenza tra i punteggi in italiano al quinto anno di liceo e quelli nei professionali. Un secondo divario è quello legato all’istituto che si frequenta. All’ultimo anno di studi, infatti, spiccano gli apprendimenti raggiunti dagli studenti nei licei classico, scientifico e linguistico (206,9 punti). Distanziati gli altri licei (con 183,8), ma ancora più lontani risultano gli istituti tecnici (172,7) e i professionali (153,8). Vai all’articolo.

16,1%

dei diplomati al liceo nel 2023 sono figli di lavoratori esecutivi. Nei professionali l’incidenza è più che doppia (34,3%). Si tratta di una tendenza problematica, perché la scelta della scuola superiore non è neutra e spesso riproduce i divari sociali di partenza. Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato, già prima dell’emergenza Covid i figli di lavoratori esecutivi rappresentavano la maggioranza relativa dei diplomati nei professionali e nei tecnici, essendo invece una ristretta minoranza nei licei. Tra i diplomati del 2023, le tendenze pre-Covid appaiono purtroppo sostanzialmente confermate, in base ai dati raccolti da Almadiploma. Vai al report.

51%

studenti di V superiore che hanno raggiunto livelli di competenza adeguati in italiano nel 2023 (erano il 64% nel 2019). Profonde le differenze territoriali: la quota sale al 62% nel nord del paese (era 76% prima del Covid), mentre nel centro Italia è in linea con la media nazionale. Scende nel mezzogiorno, dove traguardi adeguati in italiano sono raggiunti dal 39% degli alunni (contro la metà circa dell’ultima rilevazione pre-pandemica). Scendendo a livello comunale, Lecco è il capoluogo dove nello scorso anno scolastico si sono raggiunti i punteggi in media più elevati (206,72 punti), seguita da Aosta e Sondrio. Agli ultimi posti, invece, Brindisi (170,22) e Crotone (170,76). Vai alla mappa.

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