La famiglia di chi subisce bullismo, più spesso della media, vive in una zona disagiata. Il 10,5% di chi riceve questi soprusi vive in un quartiere molto disagiato, contro l’8% di chi vive in una zona con pochi o nessun disagio. Un aspetto che mette in luce l’emarginazione sociale provocata dal bullismo: esso va a colpire più spesso chi è meno incluso, creando attorno a lei o lui un clima di isolamento. Un isolamento che aggrava uno svantaggio pre-esistente, come una condizione familiare più vulnerabile.
Il disagio della zona in cui abita la famiglia è stato elaborato da Istat a partire da 4 temi “manutenzione e decoro urbano” (sporcizia nelle strade, scarsa illuminazione delle strade, cattive condizioni della pavimentazione stradale); “mobilità” (difficoltà di collegamento con mezzi pubblici, traffico, difficoltà di parcheggio); “inquinamento” (inquinamento dell’aria, rumore, odori sgradevoli); criminalità (rischio di criminalità). Le zone che presentano problemi rilevanti su più di un argomento sono definite “molto disagiate”, se i problemi rilevanti sono su un argomento si definisce la zona “con qualche disagio”.
Per “comuni medio/piccoli” si intendono quelli che hanno una popolazione inferiore ai 50.000 abitanti. Nei “comuni grandi” sono compresi quelli con una popolazione pari o maggiore a 50.000 abitanti e i Comuni periferia dell’area metropolitana.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Giugno 2020)