Catania è la città con più famiglie colpite da bassa intensità lavorativa

Percentuale di famiglie anagrafiche con intensità lavorativa inferiore al 20% del proprio potenziale (2019)

Secondo i dati Istat la percentuale di famiglie a bassa intensità lavorativa a livello nazionale è andata in costante aumento negli ultimi 3 anni della rilevazione. Si è passati infatti dal 44,1% del 2017 al 48,4% del 2019, un incremento di ben 4,3 punti percentuali. Con la sola eccezione della Liguria (52,4%) sono le regioni quelle che fanno registrare la più alta incidenza di famiglie a bassa intensità lavorativa. La quota più alta è quella della Sicilia con il 58%. Seguono Calabria (57,5%), Campania (53,1%) Puglia (52,9%), Molise (51,4%) e Sardegna (50,8%). Da notare però che anche nel centro-nord si registrano percentuali molto alte. In Trentino-Alto Adige ad esempio, dove troviamo l’incidenza più bassa, parliamo comunque del 41,2%. Percentuali così alte possono avere diverse spiegazioni: da un lato la possibilità di fare affidamento a redditi non derivanti dal lavoro che consentono ad alcuni membri del nucleo familiare di vivere anche senza un’occupazione, dall’altro la presenza del lavoro sommerso che come noto è molto alta nel nostro paese. A livello di comuni capoluogo, le 3 città in cui si registra la percentuale più alta di famiglie a bassa intensità lavorativa si trovano tutte in Sicilia. Si tratta di Catania (60,6%), Palermo (58,6%) e Trapani (58,5%). Il primo capoluogo non siciliano è la calabrese Taranto (58,6%). Le percentuali più basse si trovano invece a Prato (40,2%), Reggio Emilia (42,3%) e Trento (43,9%). Considerando invece tutti i comuni oggetto della rilevazione possiamo osservare che la percentuale più alta in assoluto si registra a Lavena Ponte Tresa nel varesotto (74,3%). Troviamo poi Francofonte in provincia di Siracusa (70,2%) e Cannobio in provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Le percentuali più basse si trovano invece a Livigno in provincia di Sondrio (26,4%), a Massanzago nel padovano (28,2%) e a Valle Aurina nella provincia autonoma di Bolzano (29%).

L’indicatore è calcolato come percentuale delle famiglie anagrafiche in cui si rileva un’intensità lavorativa inferiore al 20% del proprio potenziale. I dati sono disponibili solo per i comuni con più di 5mila abitanti.

FONTE: Elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat (A misura di comune)
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Marzo 2024)

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