Complessivamente le scadenze legate all’ampliamento della banda larga sono 6. Numero che è rimasto invariato anche a seguito della revisione del Pnrr. Ad essere cambiati però sono gli obiettivi. Di questi adempimenti, solo 1 è già stato concluso. Si tratta dell’aggiudicazione di tutti gli appalti, obiettivo conseguito come da programma a nel corso del primo semestre del 2022. Proseguendo in ordine cronologico, incontriamo l’unica scadenza che è stata posticipata. Entro la fine dello scorso anno infatti almeno 18 territori insulari avrebbero dovuto essere raggiunti dalla fibra ottica. Tale traguardo però non è stato raggiunto a causa delle condizioni meteorologiche e della difficoltà nel reperire risorse strumentali. Per questo il governo aveva proposto il posticipo di questa scadenza alla fine del primo semestre del 2025. In realtà la versione definitiva del nuovo piano pone il nuovo adempimento alla fine del 2024. Le restanti 4 scadenze (tutti target) sono tutte fissate al secondo trimestre del 2026. Un primo obiettivo da realizzare è quello di portare la connettività ad almeno 1 Gbps a un minimo di 3,4 milioni di numeri civici. Il target originario faceva riferimento a 8,5 milioni di unità immobiliari. Questo cambiamento è dovuto al fatto che i numeri civici sono più facilmente monitorabili. Infatti, a seguito delle verifiche sul campo della reale consistenza dei civici collegabili a corrispondenti unità immobiliari ci si è resi conto che molti civici che avrebbero dovuto essere raggiunti dall’intervento erano inesistenti, o privi di unità immobiliari, o già connessi con prestazioni pari ad almeno 1 Gbps. In base alla documentazione disponibile, tale cambiamento di unità di misura non dovrebbe cambiare la sostanza dell’obiettivo. Se è questo il caso, però, non vengono fornite indicazioni sulle motivazioni che hanno portato a una riduzione delle risorse assegnate. Un altro obiettivo fissato per la prima parte del 2026 prevede di portare la connettività ad almeno 1 Gbps a 9mila scuole e 8.700 strutture sanitarie. In questo caso l’obiettivo per le scuole è rimasto invariato mentre è diminuito il numero di strutture sanitarie coinvolte (erano 12.279 in origine). L’ultimo cambiamento di rilievo riguarda la capacità di portare la copertura 5G ad almeno 1 Gbps a un minimo di altri 15.000 km quadrati di aree a fallimento di mercato (aree cioè poco attrattive per le imprese private e in cui l’intervento dello stato è indispensabile per garantire la copertura del servizio). Durante la mappatura di queste zone però ci si è resi conto che la popolazione è concentrata in alcune zone specifiche delle aree a fallimento di mercato che risultano spesso estremamente piccole e situate in prossimità di aree già servite. Per questo è stato necessario riperimetrare l’intervento. In base ai documenti disponibili Il nuovo perimetro, pur comportando un ridimensionamento dei chilometri quadrati coperti (concentrandosi sulle aree a fallimento di mercato in cui è presente popolazione), prevede che verranno realizzate circa 1.000 nuove stazioni radio base idonee a coprire totalmente circa 15.000 km quadrati, ma non solo di aree a fallimento di mercato. In questo caso viene specificato che gli eventuali risparmi derivanti da nuovo perimetro dell’intervento saranno destinati a fornire copertura 5G stand alone indoor e outdoor e servizi innovativi agli utenti nelle aree popolate. È interessante notare che nella più recente relazione del governo per il parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, risalente ormai al giugno scorso, non era stata evidenziata sostanzialmente (salvo che per la scadenza riguardante il passaggio da immobili a numeri civici) nessuna delle criticità che abbiamo passato in rassegna per cui è stata richiesta una revisione delle scadenze.
La tabella mostra come sono cambiati i target relativi alla misura Connessioni internet veloci (banda ultra-larga e 5G) a seguito della revisione del Pnrr.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Italia domani.
(ultimo aggiornamento: venerdì 19 Gennaio 2024)