Il periodo dove la scelta è stata più consensuale è stato tra 1976 e il 1992, quando la carica era affidata per prassi a un membro del maggior partito di opposizione (Pci). Nella seconda repubblica la presidenza della camera è rientrata di fatto nella distribuzione interna alla maggioranza di governo.
Al primo scrutinio viene eletto il deputato che riceve il voto di almeno due terzi dei membri della camera. Se nessuno raggiunge questa cifra, al secondo e terzo scrutinio il quorum si abbassa a due terzi dei votanti. Se ancora nessuno è eletto, dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta dei voti, e il voto va avanti a oltranza. Fino al 1971 i quorum erano più bassi.
FONTE: elaborazione openpolis su dati camera
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Marzo 2018)