Negli ultimi 5 anni il garante per la privacy ha incassato una media di circa 4,4 milioni all’anno. Dopo aver incassato quasi 5 milioni di euro nel 2014, nei due anni successivi si registra una diminuzione con entrate di circa 3,3 milioni sia nel 2015 che nel 2016. C’è poi una risalita nel 2017 che porta al picco degli oltre 8 milioni incassati nel 2018 (+116% rispetto all’anno precedente).
Il grafico rappresenta i pagamenti riscossi e non le sanzioni emesse nel corso dell’anno. I due dati posso essere divergenti. Questo dipende dal fatto i pagamenti possono essere dilazionati nel tempo.
I trasgressori hanno inoltre la possibilità di conformarsi alle indicazioni del garante, in questo caso la multa viene dimezzata (art. 166 comma 9 decreto legislativo 196/2003).
Inoltre, con l’adozione del Gdpr, il legislatore ha previsto una sanatoria per cui è ammesso il pagamento di un somma pari ai due quinti della sanzione minima prevista (art. 18 comma 1 decreto legislativo 101/2018).
Infine, le decisioni del garante sono sempre impugnabili di fronte al giudice (art. 152 decreto legislativo 196/2003).
FONTE: elaborazione openpolis su dati garante della privacy
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)