A distanza di 2 anni dall’entrata in vigore del decreto Salvini possiamo vedere in che modo le prefetture italiane hanno inteso utilizzare i tre tipi di appalto previsti dal capitolato. Non si tratta in questo caso dei posti effettivamente presenti nel sistema di accoglienza ma degli importi messi a bando in prima battuta dalle prefetture per i diversi tipi di centro. Dall’analisi degli importi si rileva che le prefetture del centro nord hanno tentato di mantenere l’assetto diffuso dell’accoglienza. Nel mezzogiorno, al contrario, il modello dell’accoglienza diffusa resta residuale, a vantaggio dei centri collettivi e con ampio ricorso ai centri di grandi dimensioni.
I dati presentati riguardano lotti presenti nella Banca dati dei contratti pubblici di Anac che abbiamo classificato come accordi quadro per la gestione di Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Per verificare le intenzioni iniziali delle prefetture, al netto dei problemi che in alcuni casi hanno comportato la ripetizione dei bandi, sono stati analizzati solo i primi contratti messi a bando da ciascuna prefettura per ogni tipologia di centro, e non le eventuali successive ripetizioni. Sono stati considerati i bandi pubblicati dopo il decreto sicurezza.
FONTE: Elaborazione openpolis su dati Anac
(ultimo aggiornamento: mercoledì 22 Luglio 2020)