Quella di Elisabetta Belloni è stata una carriera di peso all’interno del ministero degli esteri, con incarichi di prestigio svolti più alla Farnesina che non nelle rappresentanze all’estero. Nel 2008 infatti, con il titolo di ministro plenipotenziario propedeutico a quello di ambasciatore, Belloni assume il ruolo di direttore generale per la cooperazione allo sviluppo, nominata dall’allora ministro degli esteri Frattini. Un’altra nomina importante arriva nel 2013, quando il ministro degli esteri del governo Monti, Giulio Terzi di Sant’Agata, gli conferisce l’incarico di direttore generale per le risorse e l’innovazione. Assunto il titolo di ambasciatore nel 2014 è poi con il governo Renzi che Belloni fa un ulteriore importante passaggio diventando prima capo di gabinetto del ministro degli esteri Gentiloni (2015) e poi, sempre nominata da Gentiloni, segretaria generale del ministero degli esteri (2016). Da quel momento l’incarico di segretario generale, che per la prima volta viene ricoperto da una donna, gli viene riconfermato da tutti i successivi governi. Questo finché il presidente del consiglio Draghi non ha deciso di conferirle l’incarico di capo del Dis. Un ruolo che, anche in questo caso, vine per la prima volta ricoperto da una donna.
Gli incarichi di vertice all’interno dei ministeri sono assegnati con decisione del ministro competente, in questo caso il ministro degli esteri, anche se poi sono deliberate dal consiglio dei ministri e formalizzate con decreto del presidente della repubblica.
Le decisioni sugli incarichi di vertice delle agenzie di intelligence sono invece di competenza del presidente del consiglio dei ministri.
FONTE: Openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 13 Maggio 2021)