I comuni abruzzesi spendono mediamente 4,82 euro pro capite per reti e servizi di pubblica utilità

Spesa pro capite per reti e altri servizi di pubblica utilità nei comuni dell'Abruzzo (2020)

In media, le amministrazioni abruzzesi spendono 4,82 euro pro capite per lo sviluppo della banda larga e altri servizi utili alla comunità. Questo è un valore che si discosta di quasi un euro pro capite dalla media nazionale (5,61). I comuni che registrano uscite mediamente maggiori sono quelli della provincia dell’Aquila (8,35 euro pro capite). Seguono quelli di Pescara (6,75), Teramo (2,07) e Chieti (1,64). Il comune che spende di più per le reti è Ortona dei Marsi (L’Aquila, 757,74 euro pro capite). A seguire Bussi sul Tirino (Pescara, 281,25) e Rosello (Chieti, 73,66). Sono in tutto 10 le amministrazioni che riportano spese maggiori di dieci euro per abitante. A fronte di 305 comuni, 243 non registrano alcuna uscita all’interno di questa voce di bilancio.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce di bilancio “spesa per reti e altri servizi di pubblica utilità” contenuta nella missione di spesa “sviluppo economico e competitività”. In questa voce troviamo le somme investite dal comune per la vigilanza, regolamentazione e monitoraggio delle centrali del latte, delle farmacie comunali, dei mattatoi e dei servizi ad essi connessi. Comprende inoltre le spese relative allo sportello unico per le attività produttive (Suap), allo sviluppo della “società dell’informazione”, come l’installazione della banda larga, e alle somme erogate per le affissioni e la pubblicità. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni segnati in grigio.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 20 Aprile 2022)

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