Venerdì 13 dicembre si chiude a Madrid l’edizione 2019 della Cop25, l’annuale conferenza internazionale promossa dall’Onu sul clima. Un tema sempre più connesso alle dinamiche dello sviluppo che ha profonde ricadute in ambiti quali l’agricoltura, la sicurezza alimentare, la desertificazione e molto altro. Le risorse utilizzate per affrontare i cambiamenti climatici però non possono andare a discapito della cooperazione, devono invece essere addizionali. Anche in tema di aps è possibile misurare il contributo che ciascun paese fornisce a questo settore attraverso due indicatori: climate change mitigation e climate change adaptation. L’Italia negli ultimi anni ha aumentato le risorse per questo tipo di progetti arrivando nel 2017 a 289 milioni di dollari. Nonostante questa crescita però il nostro paese rimane al tredicesimo posto tra i membri del Dac per spesa in progetti di cooperazione legati al clima. Ancora molto distante da paesi come la Germania ($ 6.724 mln) o la Francia ($ 4.304 mln).
Agire per il clima è il tredicesimo tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda delle Nazioni Unite. In seguito alla conferenza di Rio del 1992 si è iniziato a classificare i progetti di cooperazione anche attraverso obiettivi di carattere ambientale. Ad oggi gli indicatori utilizzati, i cosiddetti Rio markers, sono 4: biodiversity, desertification, climate change mitigation e climate change adaptation. Ogni progetto può includere più di uno di questi temi tra i suo obiettivi significativi e in casi particolari anche tra quelli principali. Per calcolare unitariamente gli importi stanziati su più di un Rio marker (in questo caso climate change mitigation e adaptation) bisogna dunque evitare le sovrapposizioni.
FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: lunedì 2 Dicembre 2019)