Dall’insediamento del governo Meloni e del ministro Piantedosi solo un capo dipartimento su 5 è stato sostituito. Ma forse non è un caso che si tratti del capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Da segnalare poi anche la nomina del nuovo capo di gabinetto. Che un ministro scelga i vertici dei propri uffici di diretta collaborazione è tutt’altro che insolito, tuttavia l’ultima volta Lamorgese aveva atteso circa un anno prima di rimuovere Piantedosi dal ruolo di capo di gabinetto assegnatogli dal ministro Salvini. Tra i prefetti attualmente al vertice di un ufficio territoriale del governo sono 27 quelli che hanno ricevuto la nomina da Piantedosi. Molti di più sono ancora i prefetti nominati da Lamorgese (69) mentre qualcuno è ancora in carica in virtù di una nomina di Salvini (6) o addirittura di Minniti (1). Infine anche il direttore generale dell’agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata è stato nominato da Lamorgese.
Un potere molto importante per un ministro è quello di nominare i vertici dell’apparato burocratico di cui è al vertice. In alcuni casi si parla di spoils system ma non è il caso del ministero dell’interno. Al vertice dei suoi uffici centrali e periferici infatti si trovano funzionari di carriera prefettizia, ovvero personale che opera in regime di diritto pubblico. Non per questo però si tratta di funzionari inamovibili. La scelta di sostituirli però può avere un costo politico per il ministro, a seconda del peso di quel funzionario all’interno del ministero.
FONTE: openpolis