Se si prendono in considerazione soltanto i contratti part-time, i paesi che registrano il divario maggiore sono Spagna (22,7%), Croazia (21,6%) e Portogallo (15,9%). A registrare i valori minori invece sono Romania (0,9%), Bulgaria (-2,8%) e Italia (-3,8%). Andando invece ad analizzare il full-time, è la Lettonia quella che segna la percentuale maggiore (17,7%), seguita da Ungheria (17,6%) e Slovacchia (16,4%). Divari minori in Romania (2,1%), Belgio (-0,4%) e Italia (-0,7%). Il caso italiano quindi è particolare perché riporta in entrambi i tipi di contratto dei valori negativi.
Il divario retributivo di genere è la differenza media tra i salari orari percepiti da uomini e donne espressa in termini percentuali. È calcolato tenendo in considerazione le imprese con più di dieci impiegati e tutti i lavori ad eccezione del settore agricolo, della difesa e degli enti sovranazionali. Non sono compresi contratti di lavoro irregolari, apprendistati e prestazioni di economia informale. Non ci sono limiti al numero di ore lavorate alla settimana, si includono quindi anche i lavori part-time. L’elaborazione di questi dati da parte di Eurostat fa parte della rilevazione della forza lavoro (labour force survey, Lfs).
Mancano i dati di Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(consultati: venerdì 26 Maggio 2023)