Se si considerano tutte le risposte agli atti di sindacato ispettivo fornite dagli esecutivi delle ultime 3 legislature, possiamo osservare che il governo Meloni è quello che presenta la percentuale di risposte più alta. L’attuale esecutivo infatti ha risposto a 848 dei 2.478 atti presentati (34,2%). Un dato che non differisce molto rispetto a quello dei precedenti governi. L’esecutivo Renzi infatti aveva risposto al 33,2% degli atti ispettivi, il governo Conte I al 33%, il governo Draghi al 32,9%. Il dato relativamente elevato del governo Meloni è dovuto al fatto che sono stati presentati finora pochi atti che non prevedano una risposta immediata. Se infatti consideriamo esclusivamente le interrogazioni a risposta orale, quelle a risposta scritta, quelle a risposta in commissione e le interpellanze non urgenti possiamo osservare che quelle sottoposte al governo Meloni sono state solamente 1.867. Un dato molto più basso rispetto a quello dei governi precedenti che per questo tipo di atti non scende mai sotto le 5.300 unità. Peraltro considerando il tasso di risposta a questo tipo di atti l’attuale esecutivo scivola all’ultimo posto (14% circa). Mentre i valori più alti sono dei governi Renzi (21,9%), Letta (18,9%) e Gentiloni (17,7%).
La percentuale riportata nel primo grafico tiene conto delle risposte fornite a tutte le tipologie di atto di sindacato ispettivo possibili. Nella seconda rappresentazione invece sono riportati i dati disaggregati. In questo caso sono stati esclusi i dati relativi agli atti a risposta immediata e alle interpellanze urgenti perché, prevedendo una risposta istantanea, l’esecutivo non può sottrarsi al confronto. Di conseguenza questi atti fanno registrare un tasso di risposta sempre superiore al 90%.
FONTE: elaborazione openpolis su dati camera dei deputati
(ultimo aggiornamento: mercoledì 31 Maggio 2023)