Deputati e senatori possono sottoporre agli esponenti del governo i cosiddetti atti di sindacato ispettivo come interrogazioni e interpellanze. Anche se questi atti non hanno un valore normativo, ne hanno uno di natura politica: consentono ai parlamentari di portare all’attenzione del governo, ma anche dell’opinione pubblica, fatti ritenuti importanti, potendo chiedere conto all’esecutivo delle sue azioni in merito. Negli ultimi anni i governi non sono mai stati particolarmente puntuali nel fornire le risposte richieste. Soprattutto quando parliamo di atti che non prevedono una risposta immediata. Da questo punto di vista possiamo osservare che le strutture che fanno riferimento al ministro Fitto sono poco inclini a fornire risposte alle domande dei parlamentari. Dal suo insediamento infatti il ministro ha risposto solamente al 23,2% degli atti di sindacato ispettivo che gli sono stati sottoposti. Parliamo di 29 tra interrogazioni e interpellanze a cui è stata fornita una risposta sulle 125 presentate. Solo 3 ministeri presentano un dato inferiore: quello della cultura (21,2%), quello del turismo (18,8%) e quello dell’interno (15,5%).
Gli atti di sindacato ispettivo sono richieste di informazioni che i parlamentari possono sottoporre ai componenti del governo per ottenere chiarimenti su materie di loro specifico interesse. Ce ne sono di diversi tipi: interpellanza, interpellanza urgente, interrogazione a risposta immediata in aula o in commissione, interrogazione a risposta orale o scritta. Salvo le interrogazioni a risposta immediata, negli altri caso di tasso di risposta da parte degli rappresentanti dell’esecutivo e generalmente molto basso.
FONTE: elaborazione openpolis su dati camera
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Settembre 2024)