Ciascuno dei 3 obiettivi (protezione, risposta e sviluppo) previsti dalla strategia nazionale di cybersicurezza è dettagliato in un piano di implementazione che identifica 82 misure. Per ognuna di queste sono indicate in maniera puntuale le organizzazioni responsabili e gli altri soggetti interessati. Analizzando questa distribuzione di competenze da un punto di vista quantitativo emerge chiaramente come l’agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) abbia in questo settore una posizione preminente, per quanto non esclusiva.
Per ognuna delle 82 misure in cui è suddiviso il piano di implementazione della strategia nazionale di cybersicurezza sono individuate una o più organizzazioni responsabili oltre che le altre organizzazioni interessate. Tra queste si trovano: l’agenzia per la cybersicurezza (Acn), il ministero della difesa (Min. Difesa), gli operatori privati, il ministro per la trasformazione digitale (Mitd), il ministero dell’interno (Min. Interno), atenei e ricerca, altre amministrazioni centrali o periferiche (Altre amm.), il ministero dello sviluppo economico (Mise), il ministero degli esteri (Maeci), altri organi del nucleo per la cybersicurezza o del Computer Security Incident Response Team (Ncs /Csirt), le associazioni di categoria (Ass. categoria), il ministero dell’università (Mur), il ministero della giustizia (Min. Giustizia), il ministero dell’economia (Mef), le varie agenzie di informazione (Intelligence), la presidenza del consiglio (Pcm), il ministero dell’istruzione (Mi) e alcuni altri organi (Altro).
FONTE: elaborazione openpolis su dati dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale
(ultimo aggiornamento: martedì 7 Giugno 2022)